Lavoro e professione

Tecnico sanitario di laboratorio biomedico: le strategie di sviluppo professionale

di Saverio Stanziale*

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24 Esclusivo per Sanità24

La professione del Tecnico sanitario di laboratorio biomedico (TSLB) è stata protagonista di una significativa evoluzione, resa possibile e arricchita dai progressi tecnologici. Questo cambiamento ha portato a un aumento dell’autonomia professionale, grazie a continui aggiornamenti che hanno ampliato le competenze ben oltre l’ambito laboratoristico tradizionale. Il principale sforzo richiesto oggi al TSLB riguarda l’apertura a nuove logiche e strumenti di tipo manageriale, che si distaccano dai contenuti professionali di origine. Tali spazi rappresentano un terreno di crescita professionale, dove è essenziale dimostrare apertura alle dinamiche aziendali più ampie e capacità di anticipare i processi organizzativi. Questo consente al TSLB di posizionarsi come interlocutore strategico, in grado di supportare l’azienda nei complessi processi di cambiamento e innovazione.
Lo sviluppo della professione si inserisce in un contesto caratterizzato da una nuova modalità di erogazione dei servizi sanitari. Tale modalità riflette livelli di finanziamento ridotti, una copertura dei bisogni parziale, un universalismo selettivo e randomico, e sistemi regionali che lottano per mantenere un equilibrio tra pareggio di bilancio e livelli erogativi adeguati. A ciò si aggiungono sfide come l’espansione dei volumi o la riorganizzazione dei servizi prevista dal PNRR, l’evoluzione dalla logica prestazionale al governo della domanda e dei percorsi, nonché la gestione delle prestazioni in modo più efficiente e sostenibile. Questi cambiamenti richiedono trasformazioni negli assetti organizzativi e un coinvolgimento attivo del TSLB, chiamato a sviluppare una maggiore capacità di interfaccia con altri professionisti, superando così il tradizionale isolamento rappresentato dalle “mura del laboratorio”.
Proprio il superamento delle “mura del laboratorio” è stato al centro di un confronto internazionale che ha evidenziato come il ruolo del TSLB, pur prevedendo poco o nessun contatto diretto con le persone assistite, sia cruciale per la gestione e la cura delle persone stesse. I dati di laboratorio prodotti dal lavoro del TSLB sono infatti essenziali per la diagnosi e il trattamento. Una maggiore implicazione del TSLB in attività come il prelievo venoso e/o capillare, prodromiche all’analisi, potrebbero ridurre significativamente gli errori legati alla fase pre-analitica, minimizzando l’interdipendenza da altre figure professionali. Questo ampliamento di competenze favorirebbe anche il passaggio del TSLB da una figura prevalentemente di back-office a una più integrata nel front-office, migliorando la comunicazione e il rapporto diretto con le persone, e affermando il TSLB come figura di riferimento per gli assistiti e altri operatori.
L’obiettivo strategico più promettente è la consolidazione dell’autonomia e dell’esclusività del TSLB in attività che gli appartengono. Queste attività si basano sulla profonda conoscenza e padronanza delle tecnologie e dei processi analitici. Il consolidamento del sapere e l’esclusività nell’esecuzione delle analisi consentirebbero di ottenere un ruolo di governance e responsabilità nella logistica e nei flussi operativi. Nonostante l’ampiezza dell’ambito operativo, la professione si concentra su qualità e innovazione, che restano i pilastri fondamentali del nostro lavoro.
La specializzazione orizzontale, utile per riflettere gli sviluppi del sapere e migliorare lo status dei TSLB, rischia di segmentare la professione e vincolare la gestione del personale. Parallelamente, la specializzazione verticale e la progressione delle competenze durante la carriera professionale appaiono cruciali per prefigurare percorsi di sviluppo per i TSLB, che dovranno essere sempre più stimolati ad approfondire le loro conoscenze.

*Presidente della Commissione di albo nazionale dei Tslb della Fno Tsrm e Pstrp


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