Lavoro e professione
Infezioni ospedaliere: servono sorveglianza, interventi mirati e formazione del personale
24 Esclusivo per Sanità24
Un sistema sanitario equo, solidale e sostenibile: questi i temi al centro del 19° Forum Risk Management, l’evento che annualmente riunisce il management del settore sanitario, le istituzioni, le associazioni di pazienti e le società scientifiche in un dibattito aperto per la ricerca di soluzioni condivise per la sanità e la salute pubblica.
In questo contesto, uno dei temi centrali è legato alle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), o infezioni ospedaliere, una criticità per la sicurezza dei pazienti e per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo uno studio nazionale di prevalenza sulle ICA prodotto nel 2016, utilizzando il protocollo ECDC, oltre l’8% dei pazienti ospedalizzati sviluppa un’ICA; una percentuale che, nello studio preliminare sulle ICA svolto nel 2020 – nel periodo di diffusione del Covid-19 – è arrivata a superare il 10%. Numeri importanti che, secondo la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, impattano sulla durata della degenza e favoriscono l’antibiotico-resistenza, aumentano la disabilità a lungo termine e la mortalità, determinano un ulteriore carico economico per i sistemi sanitari, erodendo circa il 6% del budget annuale degli ospedali pubblici, oltre a causare ripercussioni sociali e psicologiche a carico del paziente, della famiglia e della collettività*.
Una sanità più sostenibile grazie alla prevenzione
Di questi temi si è parlato nel corso del tavolo di lavoro “Carta della Qualità e sicurezza delle cure: lotta alle infezioni correlate all’assistenza e contrasto all’antibiotico resistenza” con l’obiettivo di contribuire rafforzare la prevenzione delle ICA trasformandole da criticità sanitaria in una potenziale risorsa.
Un importante tassello nel delineare nuove prospettive per il futuro e creare una maggiore consapevolezza nella prevenzione delle ICA arriva dal report “Prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza: efficacia degli interventi sanitari”, elaborato dalla Fondazione GIMBE e presentato dal Presidente Nino Cartabellotta nel corso della tavola rotonda. Il report, realizzato con il contributo non condizionante di B. Braun, una delle maggiori aziende al mondo nelle tecnologie mediche e da sempre impegnata per la sicurezza del paziente nel percorso ospedaliero, evidenzia come le ICA siano ancora una sfida molto rilevante per la salute pubblica, con importanti costi sanitari, sociali ed economici.
Nonostante i diversi programmi di prevenzione e le normative esistenti, la loro frequenza rimane ancora alta. L’efficacia degli interventi di prevenzione esaminati nel report, tra cui i “care bundles” - ovvero una combinazione di pratiche mirate che unisce comportamenti e utilizzo di dispositivi - dipende tuttavia dall’adozione di strategie di implementazione integrate e personalizzate per i diversi contesti e pazienti, seguendo le raccomandazioni dell’OMS. Tuttavia, una sfida significativa è rappresentata dalla qualità dei dati degli studi, spesso caratterizzati da limiti metodologici con conseguente distorsione dei risultati.
“Le ICA rappresentano una sfida costante per la sicurezza dei pazienti e la salute pubblica, con ripercussioni significative a livello sanitario, economico e sociale - ha sottolineato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE -. “Tuttavia, le evidenze sull’efficacia delle normative risultano frammentate e il monitoraggio delle ICA in Italia è ancora disomogeneo. L’implementazione di un sistema di sorveglianza integrato a livello nazionale potrebbe potenziare in modo significativo le azioni di prevenzione, contribuendo a ridurre l’incidenza di queste infezioni e migliorare la qualità e sicurezza delle cure”.
Per rafforzare la prevenzione delle ICA, una soluzione auspicabile è la collaborazione pubblico-privato, insieme all’adozione di framework comportamentali, puntando su un approccio multifattoriale che dovrebbe includere norme specifiche, un sistema efficace di sorveglianza, interventi mirati e una formazione adeguata del personale sanitari.
© RIPRODUZIONE RISERVATA