Lavoro e professione
Ddl Bilancio/ Fvm: l’Italia verso una crisi sociale
di Aldo Grasselli*
24 Esclusivo per Sanità24
Il problema del sottofinanziamento, dell’inefficienza e della disorganizzazione dei Servizi sanitari regionali affligge gli italiani da troppi anni.
Nonostante milioni di italiani siano alle prese con una povertà crescente tanto da rinunciare alle cure o abbandonare percorsi terapeutici, il disegno di Legge di bilancio in discussione è gravemente deludente e inadeguato ad un Paese il cui Governo ritiene di non avere risorse per un diritto costituzionale fondamentale ma tollera 90 miliardi di evasione fiscale all’anno.
Le ragioni di tale delusione sono note.
Il Finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale
Dei 3,7 miliardi per la sanità pubblica preannunciati dal Ministro della salute ne verranno erogati solo 1,3, necessari per i molto insoddisfacenti rinnovi dei contratti del personale sanitario che, per il triennio 2022/24, saranno stipulati - se va bene - nel corso del 2025.La condizione delle liste d’attesa per prestazioni essenziali, il crollo delle attività preventive e di diagnostica precoce, la mancanza di un raccordo funzionale tra ospedale e territorio, la carenza di personale ad ogni livello, denunciano un grave divario tra risorse stanziate dalla Legge di bilancio e quanto necessario per una sanità appropriata.
A questo consegue l’emarginazione di fasce sempre più ampie di popolazione dalle cure che sarebbero di loro diritto; chi può si rifugia nella sanità privata incrementando la spesa “out of pocket” delle famiglie.
Il Governo, inoltre, ha aumentato le risorse destinate alla sanità privata che si insinua con maggior vantaggio nelle specialità remunerative del mercato della salute selezionando l’offerta più redditizia.
La carenza di personale e condizioni di lavoro
La carenza di personale non è stata aggredita e per le 30mila assunzioni annunciate la Legge di bilancio non stanzia risorse. Così le liste d’attesa e le condizioni di lavoro del personale sanitario potranno solo aggravarsi. È facile prevedere che a, queste condizioni di insoddisfazione dei bisogni dei pazienti, consegua l’aumento dei fenomeni di aggressione del personale sanitario.
La meritoria azione del Ministro Schillaci per contrastare il fenomeno dei cosiddetti “medici gettonisti” è rimasta a livello di indagine e il Governo ha proposto un Disegno di Legge per favorirne l’ingaggio attraverso il ricorso a contratti di collaborazione coordinata continuativa accelerando la privatizzazione della sanità, come se le risorse si potessero trovare per pagare liberi professionisti ma non per assumere sanitari dipendenti. Restano inoltre norme attive che fissano tetti di spesa che impediscono l’ingresso di giovani professionisti nel SSN.
Formazione specialistica del personale medico e sanitario
I medici chirurghi hanno percorsi di specializzazione che devono trasformarsi da borse di studio a contratti di formazione lavoro nei quali sia possibile incentivare economicamente l’orientamento alle discipline oggi carenti.
I medici veterinari, i farmacisti, i biologi, gli psicologi e le altre professioni sanitarie non hanno alcuna forma di sostegno economico per la frequenza delle relative scuole di specializzazione.
Aumenti stipendiali del personale sanitario
Il contratto di lavoro dei circa 140.000 medici, veterinari, farmacisti, biologi, psicologi, etc. del triennio 2022/2024 è ancora senza l’atto di indirizzo necessario per aprire la contrattazione che comunque potrà dare i suoi esiti non prima della 2026, quando dovrebbe operare il CCNL 2024/26.
La scorsa Legge di bilancio del presente Governo già aggiunto un taglio delle future pensioni mentre continua il sequestro da parte del MEF delle liquidazioni di fine servizio nonostante i richiami della Corte Costituzionale.
Oggi è bene concentrare l’attenzione sulle risorse extracontrattuali che il Governo avrebbe dovuto accantonare per premiare il personale sanitario del SSN che H24, ogni giorno dell’anno, garantisce il diritto alla salute che è dovere istituzionale del Governo e delle Regioni.
L’aumento della Indennità di specificità medica, veterinaria e sanitaria
Il Governo ha fatto un passo avanti che abbiamo accolto con modesta soddisfazione.Ma, stando a quanto si apprende dalla stampa di settore, manifestiamo preoccupazione per il rischio che gli incrementi stipendiali previsti dalla Legge di bilancio, ancorché insufficienti per il 2025, siano trasformati in defiscalizzazioni.
Le motivazioni sono molteplici, ma riassumibili in due ragioni principali.
In primo luogo, una “defiscalizzazione piatta” di indennità per i diversi profili professionali ha valori economici molto differenti tra loro che porterebbero benefici troppo miseri per coloro i quali percepiscono minori importi.
D’altro canto, poiché ogni defiscalizzazione porta ad una riduzione del gettito fiscale, porterebbe un vantaggio economico immediato nelle buste paga, ma certamente non a medio-lungo termine.
Invece gli incrementi delle diverse indennità - così come previsti dalla Legge di bilancio nella sua attuale stesura - riconoscerebbero a tutti i professionisti incrementi stipendiali equamente distribuiti, e non da ultimo corredati dei corrispondenti versamenti previdenziali, che sono una retribuzione differita preziosa da non sottovalutare, dati gli scenari pensionistici sempre meno confortanti.
L’incremento dell’indennità medico veterinaria e sanitaria previsto dalla Legge di bilancio dal 2026 è di 327 milioni annui, certamente è scarso e tardivo e dovrebbe essere operativo già nel 2025 determinando per tutti i sanitari anche un incremento dei contributi previdenziali e del TFS. Inoltre, l’incremento stabile della massa salariale avrebbe un effetto positivo nello sviluppo contrattuale futuro.
In secondo luogo, la trasformazione in “flat tax” di incrementi stipendiali diretti e funzionali alla valorizzazione dei professionisti “dipendenti dalle aziende e dagli enti del Servizio sanitario nazionale ne stravolgerebbe tale sostanziale obiettivo dichiarato, poiché assimilerebbe per intero le rispettive indennità di specificità professionale (ad essi riconosciute in quanto pubblici dipendenti) ad una sorta di “emolumento libero professionale”, aprendo così la strada al definitivo snaturamento del valore del pubblico impiego già oggi fortemente in crisi.
FVM ritiene che l’indennità di specificità medica e sanitaria sia la voce stipendiale più facilmente e appropriatamente incrementabile con finanziamenti extra-contrattuali, e auspica che il Governo trovi maggiori risorse per poterlo fare da subito, ma sempre con la modalità che il testo della Legge di bilancio oggi prevede.
*Presidente Federazione Veterinari Medici e Dirigenti Sanitari
© RIPRODUZIONE RISERVATA