Lavoro e professione

Previdenza/ Casse professionali, Enpam guida la classifica

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

A trent’anni dalla riforma, con il decreto legislativo 509 del 1994, cui seguì il decreto legislativo 103 del 1996, ovvero i provvedimenti che favorirono la nascita degli Enti privati e privatizzati dei professionisti, le Casse hanno saputo intercettare il cambiamento, mostrando di sapere dare risposte adeguate e costanti ai loro associati, e facendo crescere il rapporto con il territorio.
Ad esprimersi così è stata la presidente facente funzioni della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, Francesca Balzani nella sala capitolare del Senato, presentando il dossier sugli investimenti degli Istituti previdenziali privati nel 2023.
Dal 2011 la Covip vigila anche sugli investimenti delle Casse di previdenza, in forza dell’esperienza maturata nel contiguo settore dei fondi pensione, in un più articolato sistema di vigilanza che vede i Ministeri del Lavoro e dell’Economia titolari di una competenza generale sulle stesse. In tale contesto, la Covip è chiamata a riferire ai suddetti Ministeri gli esiti dei controlli posti in essere sulla gestione delle relative risorse finanziarie.
Nel 2023 il patrimonio delle 20 Casse di previdenza ed assistenza private dei professionisti ha compiuto un balzo in avanti del 9,9%, giungendo a 114,1 miliardi, potendo vantare una redditività media delle operazioni condotte intorno al 7 %. In parte il segmento ha beneficiato di alcune recenti agevolazioni fiscali, subordinate a un periodo minimo di cinque anni di mantenimento dell’investimento, come il credito d’imposta concesso in virtù della legge 190/2014 e altre successive esenzioni. Così che, alla fine dell’anno passato, le iniziative portate avanti dagli Enti che hanno usufruito di tali sgravi, “ammontavano a 4,9 miliardi”.
Negli ultimi dieci anni le risorse complessive del settore sono cresciute di 48,4 miliardi, pari in media al 5,7% su base annua. Alla variazione dell’attivo concorrono diversi fattori, quali essenzialmente i saldi previdenziali per contributi incassati e prestazioni erogate e la redditività degli investimenti. Nel 2023 il flusso complessivo dei contributi al netto delle prestazioni si è attestato a 3,7 miliardi di euro, , derivante da una platea 1.744 mila iscritti e 509 mila pensionati. Valore ritornato in linea rispetto a quelli registrati negli anni precedenti allo scoppio della pandemia. .
Gli investimenti dell’Enpam, l’ ente di previdenza dei medici, in particolare hanno avuto un rendimento superiore al 7 per cento, al netto di costi e di tasse. È infatti proprio l’Ente dei medici a guidare la classifica delle Casse previdenziali italiane Dal 2012 ad oggi ha visto aumentare il patrimonio da 12 ai 27 miliardi, attuali. I rendimenti sono elevati anche guardando le medie pluriennali, validate dalla Covip. Nello specifico per il periodo 2019-2023 la media è stata del 2,8 per cento, sempre al netto di costi ed imposte. Un risultato particolarmente buono nonostante il Covid e la crisi finanziaria legate ai conflitti internazionali. Tanti soldi, tutti destinati a pagare le pensioni prossime venture anche se è risaputo che si è in una fase di pagamento di pensioni numerose e consistenti, perché numerosi e di misura consistente sono i versamenti di chi li ha fatti..
La composizione degli attivi, specifica la relazione della Covip, è rappresentata dalle quote di Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) che costituiscono la componente maggioritaria dell’attivo totale: 60,1 miliardi di euro, pari al 52,7% del totale, di cui 33,1 miliardi formate da Organismi di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari - OICVM - e 27 miliardi da altri OICR (15,6 miliardi sono quote di fondi immobiliari). Tra le altre componenti principali dell’attivo, i titoli di debito ammontano a 24,2 miliardi, di cui 19,2 miliardi di titoli di Stato. I titoli di capitale sono pari a 9,6 miliardi.
Nel complesso, aggregando anche i titoli obbligazionari e azionari sottostanti gli OICVM detenuti dalle Casse di previdenza, gli investimenti obbligazionari, pari a 43,2 miliardi di euro rappresentano il 37,9% dell’attivo e sono in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al 2022. In prevalenza, sono titoli di Stato. Sono allocati nell’Area dell’euro e, per quanto riguarda le obbligazioni corporate, fanno capo al settore finanziario. Gli investimenti azionari, pari a 21,6 miliardi di euro costituiscono il 18,9% dell’attivo, risultando in crescita rispetto al 17,4% del 2022. In prevalenza, sono allocati nell’Area dell’euro e negli Stati Uniti e fanno riferimento in particolare al settore finanziario. Gli investimenti immobiliari, pari a 18,8 miliardi di euro, subiscono una flessione di 1,3 punti percentuali rispetto al 2022. In larga prevalenza, sono immobili ubicati in Italia.
Sussiste un’ampia eterogeneità tra le Casse nella composizione delle attività investite. In particolare, il campo di variazione delle quote detenute dalle singole Casse di previdenza è elevato per i titoli di Stato (0-74 per cento, la metà dei casi tra il 10 e il 25 per cento), per gli OICVM (0-76 per cento, la metà dei casi tra il 28 e il 47 per cento). Mostra una dispersione elevata anche l’incidenza percentuale degli investimenti immobiliari per effetto dei vincoli che sussistevano all’impiego dei fondi disponibili per le Casse di meno recente istituzione.
Gli investimenti domestici delle Casse di previdenza ammontano a 44 miliardi di euro, il 38,6% delle attività. La percentuale risulta in aumento di 3 punti percentuali rispetto al 2022.
Nell’ambito degli investimenti domestici, restano predominanti gli investimenti immobiliari (17,1 miliardi, il 15% delle attività totali) e i titoli di Stato (13,8 miliardi, il 12,1% delle attività totali). Per questi ultimi, cresciuti di 3,2 punti percentuali, si sono registrati acquisti netti nel corso del 2023 per 3,8 miliardi di euro.
Le Casse sono risultate anche acquirenti nette di azioni e obbligazioni italiane per complessivi 680 milioni di euro.
Il totale, a fine 2023, degli investimenti in titoli di imprese italiane è di 8,4 miliardi di euro, pari al 7,4 per cento dell’attivo totale, di cui 7,5 miliardi costituiti da azioni (1,95 miliardi rappresentativi di quote del capitale della Banca d’Italia) e 900 milioni da obbligazioni. Essi fanno capo in modo particolare al settore finanziario, con oltre il 50% del totale.
“Viviamo in tempi in cui ogni giorno si pone con forza il tema della sostenibilità, non solo per ragioni demografiche” ha affermato la presidente del Covip. In questo scenario, le Casse possono rivendicare il buon lavoro svolto per il futuro dei loro iscritti. Cifre che sono un fondamentale punto di partenza per qualunque riflessione. L’altro dato è la tendenza nei dieci anni, costante, all’aumento dei contributi versati, alle prestazioni erogate. Gli iscritti, le attività, aumentano la funzione e il peso anche sociale delle Casse. Si deve parlare di numeri, ma anche di peso sociale. Parliamo di soggetti che svolgono una funzione di interesse collettivo per una comunità di lavoratori che aumenta e che va salvaguardata.


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