Lavoro e professione

Giornata mondiale della vista. Salute visiva e sicurezza nel lavoro

di Lucia Intruglio *

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24 Esclusivo per Sanità24

Secondo i dati Istat aggiornati a luglio 2024, in Italia, il totale degli occupati è di 24 milioni. Di questi, una buona parte svolge mansioni che richiedono un uso intensivo della vista. Si stima che il 33,3% rientri nella categoria delle “professioni specialistiche e tecniche”, dove la vista è uno strumento fondamentale per il loro lavoro. La percentuale aumenta, se includiamo tutti coloro che hanno necessità di leggere documenti su dispositivi elettronici, verificare materiali e osservare i processi, rendendo la vista una competenza essenziale per garantire sicurezza e produttività.
La capacità visiva, infatti, ha un impatto diretto su tutte le prestazioni operative, specie in mansioni complesse o ad altro rischio. Nel settore edile, per esempio, chi opera su impalcature, deve possedere un campo visivo ampio e una corretta percezione della profondità (stereopsi) ed evitare i rischi ambientali. Analogamente, chi utilizza quotidianamente videoterminali, come i professionisti sanitari, necessitano di una visione nitida, preferibilmente binoculare, per evitare affaticamento e danni oculari a lungo termine, seppur per il “Titolo VII del D.lgs. 81/08” non rientrino nelle categorie monitorate.
Un controllo preventivo della funzionalità visiva diventa, dunque, essenziale per chiunque svolga un lavoro di precisione o sia esposto a rischi potenziali. Identificare deficit visivi in tempo consente di ridurre la probabilità di infortuni, per un ambiente di lavoro più sicuro.
In questo scenario, gli ortottisti giocano un ruolo chiave. Essi sono specializzati nella prevenzione e nel trattamento di disturbi visivi, intervenendo con programmi di riabilitazione specifici. Una valutazione ortottica mirata può garantire che la qualità della visione sia adeguata prima di intraprendere percorsi formativi e professionali specifici. Il controllo della vista è altrettanto importante per i giovani in fase di orientamento scolastico e professionale. Prendiamo, per esempio, gli studenti che scelgono l’istituto nautico: conoscere in anticipo le competenze visive necessarie per conseguire la patente nautica potrebbe influenzare la scelta, come per altri percorsi formativi, dove una buona qualità della visione è fondamentale per garantire prestazioni accurate e sicure.
Nonostante il valore della professione, il numero di giovani che scelgono di diventare Ortottisti è ancora basso. Negli ultimi tre anni accademici, il rapporto tra domanda e offerta di posti nei corsi di laurea in ortottica è stato di 0,9 domande per ogni posto disponibile, nonostante un incremento dei posti offerti:da 309 nel 2022/23 a 372 nel 2024/25
Per rendere più attrattivo il corso di studi, si potrebbe intervenire riducendo le tasse universitarie, come già proposto dalla nostra Commissione di albo al MUR nel giugno 2023, portando l’esempio dell’Inghilterra, dove gli studenti di ortottica ricevono un sostegno finanziario di almeno 5.000 sterline all’anno dal NHS Learning Support Fund. Misure simili in Italia potrebbero incentivare le iscrizioni e formare un numero adeguato di professionisti.
Gli Ortottisti in Italia sono circa 3500, e di questi solo il 27,64% opera nel pubblico. La carenza di professionisti nel sistema pubblico evidenzia l’urgenza di pianificare strategie di reclutamento e valorizzazione del ruolo. Offrire una maggiore valorizzazione del ruolo e la possibilità di carriera nel SSN, potrebbero rendere la professione più attrattiva. Investire nella salute visiva significa garantire non solo un benessere individuale, ma anche una maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e una qualità della vita superiore per l’intera comunità.

* Presidente della Commissione di albo nazionale degli Ortottisti della Fno Tsrm e Pstrp


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