Lavoro e professione

Due aggressioni di medici di medicina generale in 24 ore, Silvestro Scotti (Fimmg): «Intollerabile, è emergenza costituzionale. Mattarella ci aiuti rivolgendosi ai cittadini»

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«Non c’è un reparto, uno studio o un ambulatorio nel quale un medico possa sentirsi al sicuro. Le aggressioni non riguardano una branca, uno specifico setting assistenziale, sono dilaganti, perché è dilagante la deriva culturale che investe ormai tutto il Paese. Ma le aggressioni vanno fermate subito». Così Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, in merito alle due aggressioni verificatesi a distanza di sole 24 ore l’una dall’altra. Il primo episodio avvenuto a Cagliari, dove un uomo di 47 anni ha brutalmente aggredito un medico di medicina generale, a quanto pare, a causa dell’eccessiva attesa. Una violenza tale che per il collega è stato necessario il ricovero e una prognosi di quasi 50 giorni. Ieri notte, poi, scene in stile Gomorra in una sede di continuità assistenziale (ex guardia medica) di Melito in provincia di Napoli. In Costiera Amalfitana, a fine luglio, un altro medico di famiglia era stato aggredito nel suo studio riportando lesioni personali gravi. Ora un nuovo video riporta l’aggressione di Melito. «A quanto fatto in ambito normativo, e a quanto ancora si dovrà fare, occorrono azioni esemplari in termini di deterrenza – prosegue il leader Fimmg – occorre far comprendere a tutti e in modo inequivocabile che chi aggredisce ne paga le conseguenze».
Dalla Fimmg un richiamo a tutti i livelli, coinvolgendo la politica, le famiglie, la scuola e soprattutto chi fa comunicazione. «In un clima così avvelenato ciascuno deve sentire la propria responsabilità. Perché, le azioni di chiunque, possono favorire questi gesti, stimolando odio e aggressività». La Fimmg chiede ora che gli autori di queste violenze siano perseguiti come previsto dalla legge. «Attendiamo di leggere sui quotidiani nazionali le notizie dei loro arresti, e che queste riempiano le prime pagine dei giornali in modo da rendere visibile alla cittadinanza e ai professionisti sanitari che alle leggi segue una loro esemplare applicazione», dice provocatoriamente Scotti. Poi un appello al Capo dello Stato: «Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti che, ormai, sembrano non rispettare più il ruolo civile e sociale dei professionisti della salute trasformati in capri espiatori. No – ricorda Scotti - i sindacati sono chiamati a contenziosi con i rappresentanti dei datori di lavoro. Nel nostro caso il datore di lavoro è lo Stato e lo Stato ci deve delle risposte che vadano oltre la deterrenza, si deve schierare costantemente contro chi aggredisce i medici, che sono anche custodi di uno dei principali diritti costituzionali».
Infine, dalla Fimmg un richiamo ai media. «Alcuni giornalisti “d’inchiesta” molto spesso, troppo ormai, senza dati controllati esprimono giudizi su ruolo e funzioni della medicina generale. Condanne emesse sulla base di un giudizio sommario, pubblicate su testate nazionali importanti e con video you tube senza contraddittorio. La medicina generale, così rappresentata, viene mostrata come un sistema da distruggere. Se la medicina generale, e tutti i medici, sono il “nemico” è chiaro che chiunque può sentirsi legittimato ad aggredire. Ai colleghi – conclude Scotti – va tutto il nostro supporto e la più profonda solidarietà. Ma questo non può bastare, sono in contatto con i principali sindacati medici e nei prossimi giorni dovremmo decidere per un’azione esemplare che faccia riflettere seriamente media, politica e cittadini. Serve che ci sia rispetto per chi lavora per lo Stato».


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