Lavoro e professione
Grasselli (Sivemp): doveroso e urgente aprire la contrattazione 2022-2024
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Occorre finanziare adeguatamente il Contratto nazionale di lavoro della dirigenza sanitaria del Ssn di cui fanno parte medici chirurghi e medici veterinari. Ma occorrono risorse fresche, extracontrattuali, per consentire di avvicinare gli stipendi italiani a quelli ben più attrattivi dell’UE. Le risorse ci sono, sono state sperperate per pagare medici gettonisti anziché assumerli e pagarli dignitosamente. Sono risorse che devono tornare nella massa contrattuale.
Sono le richieste al Governo e alle Regioni del segretario nazionale del SIVeMP Aldo Grasselli lanciate durante il 52° Congresso nazionale in corso dal 22 al 24 maggio ad Arzachena.
“Il CCNL 2019-2021 è stato sottoscritto il 23 gennaio 2024 - ha ricordato Grasselli - e questo ci dice già molto della tempestività con cui si danno risposte ai lavoratori. Abbiamo firmato un contratto scaduto prima ancora che entrasse in vigore, un contratto tardivo e svuotato di significato economico dall’inflazione”.
Ora la necessità doverosa e urgente è aprire la nuova fase contrattuale del triennio 2022-2024.
“Sarebbe un segnale di svolta - aggiunge - se avessimo il modo di aprire la contrattazione entro l’autunno per chiuderla entro l’anno in cui il contratto scade. Se il Governo non darà risposte adeguate alle nostre richieste non ci saranno molte risorse da distribuire in quanto quelle poche ad oggi stanziate sono già in parte arrivate ai colleghi tramite l’indennità di vacanza contrattuale”.
Se si considera la parte normativa il contratto firmato a gennaio non è ancora stato recepito nella contrattazione aziendale, “quindi il contratto 2022-2024 si potrebbe risolvere con poche rifiniture”.
“L’unica proposta che ancora una volta avanziamo con determinazione - ha ribadito Grasselli - sollecita il Governo a trovare risorse extra contrattuali per fidelizzare il personale del SSN finanziando l’Indennità di specificità medica e sanitaria in modo durevole al fine di riconoscere che la specificità delle professioni sanitarie è un valore fondante del SSN cui non si vuole rinunciare.
Le risorse ci sono. Le aziende sanitarie hanno speso milioni di euro per ricorrere alle prestazioni della sanità privata, alle prestazioni professionali dei gettonisti contabilizzate come beni e servizi, imboccando una china scivolosa che ha anche risvolti di illegalità contabile se è vero che la legge mantiene il divieto inviolabile di non sfondare il tetto della spesa del personale”.
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