Lavoro e professione
Baldini (Enpapi): “Aggressione infermieri a Genova inaccettabile, servono soluzioni urgenti e concrete”
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“L’aggressione a tre infermieri del Pronto Soccorso dell’ospedale Galliera di Genova è inaccettabile. Alle istituzioni e alle direzioni aziendali chiediamo un impegno diretto, urgente e concreto. Occorre intervenire con il massimo sforzo per garantire il diritto alla sicurezza del personale sanitario sul luogo di lavoro e, allo stesso tempo, la tutela del diritto alla salute degli stessi pazienti”. Lo afferma Luigi Baldini, presidente di Enpapi, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica, al quale sono obbligatoriamente iscritti gli infermieri liberi professionisti, commentando l’aggressione a tre infermieri del Pronto Soccorso dell’ospedale Galliera di Genova, da parte di una paziente in attesa che pretendeva di saltare la fila.
“Purtroppo simili episodi sono ormai all’ordine del giorno - aggiunge Baldini - e sono in aumento, come emerge da un sondaggio di Anaao Assomed, con l’81% dei medici e dei dirigenti sanitari che riferisce di essere stato vittima di aggressioni fisiche o verbali. Nei giorni scorsi altri quattro operatori di Pronto Soccorso, due infermieri, un operatore socio sanitario (Oss) e una guardia giurata, sono stati aggrediti presso l’Ospedale Borgo Roma di Verona. Condanniamo con forza questi atti violenti ed esprimiamo la nostra solidarietà a chi è costretto a subirli. Il personale sanitario - sottolinea - svolge un lavoro quotidiano molto delicato, a contatto con i pazienti, per assicurare loro la massima assistenza e le cure necessarie, spesso con orari dilatati, turni massacranti e risorse umane ridotte. Non è tollerabile che venga fatto oggetto di minacce, insulti e aggressioni fisiche. Una violenza che si consuma anche con gravi danneggiamenti agli ospedali, come accaduto nel territorio della Asl Napoli 1 Centro”.
Secondo Baldini “occorre un monitoraggio attento delle strutture, delle loro criticità, una valutazione che porti ad assumere provvedimenti mirati, che siano poi la creazione di posti di Polizia in loco o modifiche alle leggi vigenti”. “Serve anche - conclude - un cambio culturale, che parta dai giovani, dalle scuole, dalla società civile”.
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