Lavoro e professione

Intersindacale: la legge di Bilancio affonda il Servizio sanitario nazionale

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24 Esclusivo per Sanità24

L'Intersindacale dei medici, dei veterinari e dei sanitari boccia la Legge di Bilancio che il Governo intende approvare, denunciando i rischi per il Servizio sanitario nazionale, per il valore professionale ed economico del lavoro di 135.000 dirigenti che assicurano ogni giorno la loro competenza per assistere chi ha bisogno di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione. Aaroi-Emac, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Fvm federazione veterinari e medici, Uil Fpl medici e veterinari, Cisl medici scrivono che la legge in approvazione mortifica tutto il lavoro dipendente nella pubblica amministrazione e assesterà il colpo di grazia alla sanità pubblica e al diritto alla salute della popolazione.

Oltre al tema del taglio delle pensioni del pubblico impiego a 700 mila lavoratori, secondo le sigle sindacali, ci sono aspetti meno visibili quali il blocco della rivalutazione futura delle pensioni già erogate. Per di più, spiegano, il taglio delle pensioni non riguarda soltanto i sanitari e i dipendenti della Pa più anziani. Infatti le soluzioni che si stanno profilando riserveranno il peggio proprio ai più giovani.

Su un altro capitolo, quello della liquidazione, nonostante la Corte Costituzionale abbia sollecitato il Governo a cambiare la legge, resta il "sequestro per almeno due anni del salario accantonato dai lavoratori prima di poterlo incassare e ovviamente senza recupero dell'inflazione".

"Affrontare e risolvere i problemi della sanità pubblica, del suo personale e dei cittadini che non hanno una assicurazione o i soldi per la sanità privata sono però il nostro impegno più strategico - continuano i sindacati -. La motivazione delle nostre molteplici ed articolate azioni di protesta guardano soprattutto alla tutela di una popolazione sempre più anziana, povera e bisognosa di assistenza. Difendere il Servizio sanitario nazionale ha un valore morale oltre che politico. Resta infatti esiziale il sottofinanziamento per il Ssn pubblico e universalistico. Allo stesso tempo non ci sono adeguate risorse per lo sblocco del tetto di spesa per le assunzioni del personale dipendente necessario all'esaurimento delle liste d'attesa, né per i contratti di lavoro degli stessi professionisti cui le Regioni chiedono sempre maggiore competenza, aggiornamento, appropriatezza, responsabilità e dedizione".

Nella legge di bilancio, insiste l'Intersindacale "non c’è un barlume di strategia sulla formazione del personale sanitario occorrente e sulla sua fidelizzazione, sulla stabilizzazione dei precari, sul riconoscimento extracontrattuale della specificità medico-veterinaria e sanitaria".

"Il Governo - continuano i sindacati - non riesce nemmeno a sottoscrivere e a rendere esecutivo il contratto collettivo di medici, veterinari e sanitari la cui preintesa sottoscritta tra Aran e Sindacati risale alla fine di settembre, giusto per erogare stipendi e arretrati che i lavoratori si sono già guadagnati nel triennio 2019-2021, quello dell’ormai dimenticato Covid. Per non parlare del prossimo contratto nazionale 2022-2024 di cui il Ministro Zangrillo ha vantato l’anticipo (forse) al 2024, ma per il quale non ci sono adeguati finanziamenti sia rispetto all’inflazione ed ancor peggio rispetto al valore che il mercato (così amato, ma a corrente alternata) riconosce alle professioni sanitarie".

Anche il decreto anticipi, "ardita mossa preelettorale" con la quale il Governo intende anticipare nella busta paga di dicembre soldi del contratto 2022-2024, sembra creare non poco imbarazzo tra le amministrazioni che dovranno erogarlo senza copertura ed anche tra il personale che ne beneficerà solo parzialmente ma che non è così ottuso da non sapere che sono soldi del contratto, cioè soldi nostri dati come mancia prima delle europee.

Per tutti questi motivi la mobilitazione dell’Intersindacale dei medici, dei veterinari e dei sanitari "è un atto dovuto, un impegno progressivo, un atto di costante vigilanza democratica che, dopo lo sciopero del 17 Novembre di Cgil e Uil e la manifestazione del 25 Novembre di Cisl, continua con lo sciopero di 24 ore programmato il 18 dicembre da Aaroi-Emac, Fassid e Fvm, e che non si fermerà al 2023. "Per colpa delle scelte di questo governo - concludono - che, come i precedenti, dice di voler difendere il Ssn, ma poi agisce in senso contrario a favore della sanità privata e delle assicurazioni sanitarie per chi potrà pagarsele, le nostre proteste proseguiranno il loro corso come consentito dalle norme di legge vigenti per i servizi essenziali che rappresentiamo, nel solco comune della nostra mobilitazione, che riprenderà con ancor maggior vigore a gennaio, qualora la Manovra attesa per fine dicembre fosse approvata senza adeguati correttivi".


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