Lavoro e professione

Contratto medici/ Sindacati: superate vecchie logiche, più valore alla professione

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24 Esclusivo per Sanità24

Dopo mesi di trattativa, tutte le organizzazioni sindacali che rappresentano circa 135.000 medici, veterinari e dirigenti sanitari hanno firmato il contratto collettivo nazionale di lavoro 2019-2021. Sono previsti aumenti di circa 289 euro al mese e sono state introdotte numerose novità nella parte normativa del contratto, che consentiranno di migliorare le condizioni di lavoro all’interno delle strutture sanitarie.

"Siamo soddisfatti – commenta il segretario nazionale dell’Anaao Assomed Pierino Di Silverio – perché, pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali. Questo è sempre stato il nostro obiettivo e ci siamo riusciti”. “Grazie all’accordo raggiunto – spiega Di Silverio - abbiamo ottenuto alcuni risultati che possiamo definire 'storici': abbiamo sminato il terreno dalle ore 'regalate' alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei 'tappabuchi'; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro”. "Per quanto riguarda la parte economica, abbiamo sempre saputo che questo non sarebbe stato un contratto a molti zeri - afferma Di Silverio - perché lo stanziamento fissato nella finanziaria di due anni erano esigui”. L'aumento ammonta a 289,30 euro medi lordi al mese. Inoltre gli arretrati al 31 ottobre 2023: ammontano a 10.757 medi lordi. "Abbiamo gettato le basi perché cambi l’idea del nostro lavoro - conclude Di Silverio - e venga visto e vissuto sempre meno come una gabbia professionale. Ora servirà agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate”.

"Ci riteniamo soddisfatti dei risultati ottenuti nel corso della trattativa – commenta dal canto suo Guido Quici, presidente Cimo – ma ci sono senz’altro alcuni aspetti che dovranno essere ancora perfezionati, come l’orario di lavoro. Sono però stati sanciti alcuni principi essenziali che ci consentiranno, nel CCNL 2022-2024, di fare ulteriori passi avanti per andare incontro alle esigenze dei medici e valorizzare al meglio il loro ruolo".

"Oggi è un giorno importante per i medici e i dirigenti sanitari, che aspettavano questo contratto da quasi tre anni - dichiara dal canto suo Giambattista Catalini, presidente Fesmed -. Anni in cui abbiamo dovuto affrontare l’emergenza Covid, turni di lavoro infiniti causati dalla carenza di personale e livelli di stress senza precedenti. Siamo convinti che questo contratto consenta di migliorare le condizioni di lavoro negli ospedali e di armonizzare la vita professionale con quella privata e familiare, con la speranza di porre un freno alla fuga dei professionisti dalla sanità pubblica. Avremmo potuto fare di più? Sicuramente, ma per questo CCNL abbiamo ottenuto il massimo possibile. Ora bisognerà iniziare a lavorare in vista del contratto 2022-2024".

Secondo il presidente di FVM, Aldo Grasselli, "è stato ottenuto il massimo che si potesse ottenere. La firma di questo contratto porta nelle buste paga la rivalutazione degli stipendi relativa all’inflazione del triennio 2019-2021 (ma oggi è perlomeno raddoppiata) e, soprattutto, porta molte innovazioni e puntualizzazioni normative che si erano manifestate necessarie per superare le inefficienze del contratto vigente".
La vertenza ha rischiato più volte di incagliarsi intorno al tema più critico, ricorda Grasselli, quello dell’orario di lavoro, sul quale si sono tentate varie ipotesi di soluzione che spesso si sono neutralizzate l’una con l’altra. "Certamente - aggiunge - se si fosse concordato subito su questo punto il contratto avrebbe potuto trovare il consenso maggioritario molto prima ma quello che conta è che oggi tutti siano stati pronti a firmarne la preintesa. Aran ha svolto con pazienza e metodo la sua funzione consentendo a ogni sigla di esprimere critiche e suggerimenti e ogni sigla ha offerto un punto di vista significativo e utile alla composizione del quadro contrattuale equilibrato".
Grasselli, dunque, manifesta " soddisfazione per il contratto che ora va alle verifiche di rito, prevedendo che entro i primi mesi del 2024 sarà pienamente operativo dopo aver portato nelle buste paga un ammontare medio di circa 10.000 euro di arretrati".

"Non possiamo che essere soddisfatti dall’accordo raggiunto oggi con la sigla della pre-intesa del CCNL 2019-2021 al quale abbiamo lavorato alacremente per diversi mesi – afferma ancora Alessandro Vergallo, presidente AAROI-EMAC –. Senza alcuna retorica e senza alcuna necessità di dover giustificare tale firma, siamo effettivamente convinti, mai come oggi, di aver fatto un ottimo lavoro raggiungendo un risultato che, a fronte di condizioni oggettive attualmente immutabili, non poteva essere migliore. Dal nostro punto di vista sono stati centrati i principali obiettivi che ci eravamo posti anche grazie ad un confronto sempre costruttivo con la controparte".
Secondo Vergallo con questo contratto sono stati fatti passi in avanti concreti su diversi capitoli chiave per il lavoro dei medici, dalle relazioni sindacali rese più chiare, alla sede e orario di lavoro meglio definiti. Altri miglioramenti riguardano gli incarichi, da attribuirsi in ragione delle dotazioni organiche oltre che della complessità, i fondi, il part time, le attività aggiuntive, le guardie e le pronte disponibilità, le indennità di Pronto Soccorso, il patrocinio legale con modifiche sempre in senso positivo . E’ stato inoltre raggiunto l’accordo sull’ormai noto comma 3 dell’art. 27 relativo all’orario di lavoro, grazie al quale viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’art. 15 della Legge 502/92. Un articolato che rendeva possibili da parte delle Amministrazioni Aziendali interpretazioni tali da portare alla cancellazione per i Medici, in quanto Dirigenti, di centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute.
"Per quel che riguarda gli aspetti economici – prosegue il presidente AAROI-EMAC –, sappiamo bene che gli aumenti previsti in questo contratto non risolveranno il pluridecennale problema stipendiale dei medici, in particolare dei medici anestesisti rianimatori e di emergenza-urgenza che lavorano nei settori più critici di tutto il sistema ospedaliero, ma la disponibilità delle risorse era blindato, non era quindi possibile andare oltre il traguardo raggiunto oggi. In questo senso chiudere la trattativa, a fronte di impossibili ulteriori aumenti, era importante anche per rendere esigibili quanto prima gli aumenti stessi oltre agli arretrati previsti".



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