Lavoro e professione
La simulazione medica come strumento di gestione del rischio clinico e la formazione necessaria
di Alberto Zamboni *, Gabriele Lorenzini **
24 Esclusivo per Sanità24
Dall’aviazione al contesto militare, settori a elevato rischio intrinseco nei quali la simulazione è nata, da diversi anni ormai è sfruttata anche in molte branche specialistiche, strutture sanitarie e contesti accademici. La stessa Società italiana di simulazione medica (Simmed), a oggi punto di riferimento di una vasta comunità che conta tra i suoi membri molte realtà (piccole, medie e grandi) che erogano abitualmente attività di simulazione, promuove fortemente l’utilizzo di questa metodologia didattica per coinvolgere maggiormente i professionisti e ridurre i tempi di apprendimento.
Studi e ricerche dimostrano quanto la capacità di simulare sia connaturata nella stessa mente umana, spiegando così la naturale attitudine degli individui a calarsi negli scenari di simulazione. Al contrario di ciò che l’immaginario collettivo ritiene, la simulazione non è solo tecnologia, ma è soprattutto metodo, in particolare di tipo didattico, all’interno del quale si include l’analisi dei bisogni formativi, la creazione di format addestrativi coerenti ed efficaci, la formazione degli istruttori e l’uso delle tecniche di debriefing più appropriate.
Oggi è venuto il momento di allargare il perimetro di intervento della simulazione medica sino ad includere anche il contesto della gestione del rischio clinico, inteso come l’insieme dei processi di identificazione, valutazione e controllo dei pericoli presenti in un dato setting.
In tal senso, la simulazione può essere utile per eseguire controlli sistemici su nuove procedure operative o protocolli prima della loro implementazione, allo scopo di identificare i segnali predittivi di possibili hazard; verificare la validità di modelli decisionali e delle loro conseguenze; compiere analisi critiche di eventi accaduti ricostruendo, in scenari realistici, le cause radice e i fattori contributivi; osservare le dinamiche di gruppo (intra-personali e inter-professionali) dei team clinici, spesso all’origine di eventi avversi; studiare i fattori umani ed ergonomici coinvolti nell’interazione uomo-macchina prima dell’introduzione di nuove tecnologie e attrezzature; ricreare scenari con situazioni particolarmente stressanti o emotivamente coinvolgenti, per ricavarne elementi utili a consolidare la resilienza e il benessere psico-fisico degli operatori sanitari; formare il personale, sanitario e non, coinvolto in studi clinici sperimentali, riducendo il rischio di eventi avversi e massimizzando i livelli di sicurezza dei partecipanti arruolati nella ricerca.
Per tali motivi, Cineas (Consorzio universitario per l'ingegneria nelle assicurazioni e scuola di formazione manageriale anche sulla gestione dei rischi in sanità), nella prossima edizione del master Hospital Risk Management giunto alla 20ma edizione che inizierà il prossimo 1° marzo, ha incluso il tema della simulazione medica come strumento essenziale per la gestione del rischio clinico (Master Hospital Risk Management - Cineas ).
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