Lavoro e professione

Dm 71/ Gli igienisti Siti chiedono standard qualitativi e di personale per i dipartimenti di prevenzione

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La Società Italiana d’Igiene (SItI) ha inviato una lettera al ministro della Salute Speranza, al Direttore della Prevenzione Rezza, al presidente delle Regioni Fedriga e al presidente della Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano, Mario Draghi. La richiesta di un rafforzamento dei Dipartimenti di Prevenzione e la previsione di un Hub vaccinale ogni 100mila abitanti sono i punti più importanti.
La Società italiana d’Igiene, in riferimento al Dm 71, riguardante i "Modelli e Standard per lo sviluppo dell’Assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale" (Dm 71) in corso di valutazione presso la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato, Regioni e Province autonome, ha voluto evidenziare alcune osservazioni.
Il tema – si legge nella lettera - è in discussione da molto tempo ed è altresì notevolmente complesso e di importanza strategica per il futuro del Servizio sanitario nazionale. Si evidenzia che, mentre nel dispositivo di approvazione del regolamento, all’articolo 1, sono effettivamente individuati standard di riferimento di organizzazione e personale per tutti gli specifici punti di intervento (casa della comunità, infermiere di famiglia o comunità, unità di continuità assistenziale, centrale operativa territoriale, ospedale di comunità, telemedicina), invece, nel paragrafo 14 mancano riferimenti agli standard di personale per i Dipartimenti di Prevenzione.
Ciò che la Società italiana d’Igiene chiede è garantire una chiara configurazione strutturale ed operativa del Dipartimento di Prevenzione.
Nella lettera si sottolinea anche che «il mancato riferimento a standard qualitativi e quantitativi delle dotazioni organiche potrebbe compromettere la concreta e armonica realizzazione di quanto il regolamento stesso prevede, con possibili ripercussioni negative sulla capacità di erogazione dello specifico Lea (Livelli essenziali di assistenza ai cittadini) relativi a "Prevenzione collettiva e sanità pubblica", tanto più alla luce dell’esperienza recente che ha visto i Dipartimenti di prevenzione efficacemente in prima linea per la gestione e il contrasto dell’emergenza Covid-19. Si auspica pertanto che nel documento sia recuperato il riferimento a standard qualitativi e quantitativi di personale del Dipartimento di Prevenzione, oppure si rimandi la definizione di detti standard ad un ulteriore specifico prevedimento, anche recuperando quanto inizialmente presente nel documento originario per come di seguito riportato. Il Dipartimento di Prevenzione, in adesione ai contenuti dell’articolo 7-quater del Dlgs n.502/1992 e s.m.i., è articolato nei Servizi e/o funzioni: Igiene degli alimenti e della nutrizione, Igiene e sanità pubblica, Prevenzione igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro, Veterinario di sanità animale, Veterinario di igiene degli alimenti di origine animale e loro derivati, Veterinario di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, Medicina legale, Salute e Ambiente, Prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili, Programmi di screening e promozione delle salute, Epidemiologia, Attività motoria. Per ciascuno dei servizi sopra elencati deve essere definito lo standard di personale minimo, tenendo conto della multidisciplinarietà (Medici, Chimici, Ingegneri, Assistenti Sanitari, Infermieri, Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, Statistici, etc.).
Nella lettera si evidenzia, inoltre, la necessità di individuare chiaramente il dimensionamento e la configurazione operativa degli Hub vaccinali, strutture di rilevanza strategica per la Sanità territoriale e per il Paese. Anche alla luce della recente esperienza pandemica, la Società Italiana d’Igiene ritiene appropriata la previsione di un Hub vaccinale ogni 100mila abitanti.
La SItI, infine, richiede di «inserire un esplicito riferimento al potenziamento dei Laboratori di Sanità pubblica, che costituiscono asse portate per numerose attività di prevenzione collettiva in tema di ambiente-salute-alimenti».


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