Lavoro e professione

Fiaso: la logica dei tetti inadatta alla nuova stagione del Ssn che vogliamo aprire

di Giovanni Migliore*

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24 Esclusivo per Sanità24

È tempo di lasciarsi definitivamente alle spalle la stagione dei blocchi e dei tetti di spesa, puntando con determinazione su programmazione e formazione. Il management della sanità italiana è consapevole di poter dare al sistema un contributo decisivo per costruire la sanità del futuro. Ma per farlo abbiamo bisogno di liberarci di vecchi arnesi che hanno fatto il loro tempo, e poco e male si conciliano con la stagione della ripresa e del rilancio del Paese che stiamo cercando di interpretare al meglio.
Prendiamo in considerazione la pianificazione del personale, fondamentale per la vita del SSN. Dovrebbe puntare all’equilibrio tra domanda e offerta, guardare ai diversi profili professionali e alle esigenze dei servizi a breve, medio e lungo termine. Abbiamo bisogno di sapere su quali professionalità potremo contare all’interno delle Aziende sanitarie, e investire su di esse in formazione. Oltre a ciò, dobbiamo considerare i tempi e i costi della formazione di medici, infermieri e degli altri professionisti della sanità, e la complessità crescente dei modelli organizzativi, che richiede il ricorso a nuove professionalità e ad uno skill mix di competenze diverso rispetto al passato.
Storicamente la programmazione del personale è stata ispirata da considerazioni di carattere demografico, tanto per l’offerta che per la domanda. Si è guardato alla struttura per età di medici, infermieri ed altri operatori sanitari, con l’idea di assicurare il ricambio di quanti sarebbero andati via via in pensione. E ai cambiamenti quantitativi della popolazione. Ma questo approccio si è rivelato fallace, perché non ha tenuto conto, per esempio, dei cambiamenti intervenuti a più riprese sul terreno previdenziale. Tanto meno è stato in grado di prevedere per tempo i mutati bisogni di cura ed assistenza di una popolazione che ha visto crescere rapidamente la sua aspettativa di vita, ma anche cronicità e comorbidità. Stesse considerazioni si potrebbero sviluppare rispetto alla capacità di considerare l’impatto delle tecnologie e della innovazione organizzativa sui modelli di erogazione di cure ed assistenza.
A questo quadro si devono aggiungere gli effetti negativi del blocco del turn over e del tetto alla spesa del personale, fermo a lungo al 2004. È a causa di quelle misure che oggi, solo per citare un esempio, oltre la metà dei medici del SSN ha più di 55 anni, la percentuale più elevata in Europa, superiore di oltre 16 punti alla media OCSE.
Agenas ha ipotizzato che gli investimenti previsti dal PNRR per il territorio richiederanno 100.000 unità di personale infermieristico in più rispetto a quelle attuali, tra Ospedali di comunità, Centrali operative territoriali, Assistenza domiciliare integrata per gli over 65 e infermieri di comunità. Stime parametrati sui nuovi bisogni di cura e di assistenza e sui modelli organizzativi che possono garantire loro risposte adeguate, non su tetti e interventi lineari, per di più fissati sulla base delle esigenze del sistema in altre stagioni.
Insomma, ci sembra evidente che la logica dei tetti per fattore produttivo poco o nulla abbia a che spartire con la nuova stagione del SSN che vogliamo aprire.
È da queste considerazioni che muove la decisione di Fiaso di approfondire con il suo Osservatorio sulle politiche del personale le tematiche legate alle esigenze di personale per l’assistenza territoriale. Vogliamo ipotizzare una serie di scenari possibili, verificare attentamente il fabbisogno delle diverse professionalità, aprire a nuovi profili, valutare la distanza di tutto ciò dallo stato dell’arte attuale. È un contributo che contiamo di mettere a disposizione del sistema in tempi stretti, in modo che possa accompagnare gli sviluppi delle progettualità del PNRR sul territorio.
La legge di bilancio che si appresta ad iniziare il suo iter parlamentare prevede finalmente per il SSN risorse aggiuntive. Si rifinanzia il fondo sanitario nazionale, con incrementi per i prossimi tre anni, e ci sono risorse per la stabilizzazione dei precari assunti nel corso della pandemia, solo per citare i due capitoli di maggior rilievo. Sono ottime notizie, non solo per le risorse che mettono a disposizione del servizio sanitario pubblico, ma anche e soprattutto perché segnano una netta discontinuità con quanto è avvenuto nell’ultimo decennio. Si torna, finalmente, ad investire sulla sanità. È il momento giusto, quindi, per guardare al futuro, e preoccuparsi di programmarlo.

*Presidente FIASO


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