Lavoro e professione

Covid/ Fnomceo: disagio intollerabile, urgente un confronto con Speranza

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24 Esclusivo per Sanità24

L'ultima goccia, il "green pass": con la sua durata di sei mesi dalla vaccinazione, escluderebbe di fatto i medici, vaccinati a gennaio, dalla possibilità di spostarsi, di accedere a servizi. E forse persino, in assenza del richiamo, dalla possibilità di stare in corsia. Creando, in ogni caso, problemi burocratici e organizzativi, in un contesto di scarsità di vaccini. Problemi che si potrebbero evitare: i primi studi – tra cui uno su quella naturale, condotto dal San Raffaele in collaborazione con l'Istituto superiore di sanità e reso noto oggi – suggeriscono una durata maggiore dell'immunità, di almeno otto mesi.

Filippo Anelli, da poco rieletto alla guida della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini dei medici, chiede al Governo di "aprire la questione medica". E chiede di avviare un confronto tra i rappresentanti della professione e il ministro della Salute, Roberto Speranza. "Il disagio dei medici, trasversale a tutte le componenti della professione - spiega - dagli ospedalieri ai medici di famiglia, dagli operatori del 118 agli specialisti ambulatoriali, dagli specializzandi ai pensionati, dai medici delle RSA a quelli dell'ospedalità privata, è ormai intollerabile".

Il presidente della Federazione sottolinea che i medici hanno affrontato la pandemie e le carenze di organico, "sottoponendosi a turni disumani, anche di ventiquattro ore di seguito, dividendosi tra i reparti Covid e le altre patologie, gli interventi chirurgici; senza sosta, rinunciando ai riposi e alle ferie" E ancora: "Gli specializzandi sono stati sbalzati in prima linea, maturando in un anno esperienze che non avrebbero fatto in un decennio. I medici del 118, in alcune Regioni, hanno colmato le carenze organizzative, sobbarcandosi anche compiti diversi dall'emergenza: andando nelle case dei pazienti e riducendo le ospedalizzazioni ingiustificate. Si sono fatti "tutori" dei pazienti più anziani e soli, chiudendo abitazioni, preparando borse per l'ospedale, assistendoli sino all'ultimo quando i parenti non potevano vederli. I medici di famiglia si sono ritrovati soli sul territorio, abbandonati a loro stessi, senza protocolli di sicurezza, senza strumenti, senza protezioni".

Così come, dopo aver dato la piena disponibilità a contribuire alla campagna vaccinale, ricevono le dosi 'con il contagocce', quasi senza preavviso, e hanno poche ore di tempo per programmare la somministrazione ai loro assistiti, prima che il preparato "scada". Per non parlare dei medici pensionati, denuncia ancora una volta la Fnomceo, che hanno risposto al primo bando per farsi vaccinatori e ora si vedono bloccare la pensione, con compensi per la nuova attività di molto inferiori a quelli che avrebbero percepito stando a casa. "Ci appelliamo ancora una volta al Ministro Speranza - conclude Anelli -che ci ha sempre fatto sentire la sua vicinanza: apra, con i medici, un confronto aperto, permanente, diretto - conclude Anelli - ci permetta di portare a compimento quel ruolo di Enti sussidiari, di bracci operativi attraverso cui lo Stato garantisce i diritti dei cittadini. Ci permetta di fare la nostra parte, per avviare tutti insieme questa rivoluzione, questa riforma del Servizio sanitario nazionale, che è l'unica vera risposta al malessere dei medici e ai bisogni di salute dei cittadini".


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