Lavoro e professione
Cure palliative: a dieci anni dalla legge 38/2010 un nuovo ruolo per la fisioterapia
di Donato Lancellotti *
24 Esclusivo per Sanità24
Ormai sono passati 10 anni dall'approvazione della legge 38 del 15 marzo 2010: una legge di modernità e dalla visione avanzatissima per il suo tempo, che metteva al centro delle cure il diritto della persona di ricevere risposte "di sistema" per il riconoscimento, la valutazione e le cure del dolore.
Le "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore" sono state e sono uno spartiacque nell'organizzazione delle Cure Palliative in Italia, esprimendo anche a livello internazionale una impostazione etico-assistenziale che molte altre nazioni hanno successivamente replicato. E' stata sicuramente una legge importante e decisiva. E forse, come tutte le buone Leggi, il tempo e la storia suggeriscono oggi di arricchirla e renderla ancora più adatta a i bisogni delle persone assistite.
A seguito della 38/2010, l'intesa della Conferenza Stato-Regioni del 25 luglio 2012 definì i "requisiti minimi e delle modalità organizzative necessari per l'accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore" rendendo strutturato il concetto di "équipe multiprofessionale base".
Ci chiediamo: quanti e quali "equipe" usano reali "modelli multi-professionali", che condividono obiettivi comuni, che scambiano conoscenze e competenze, che praticano paradigmi di prevenzione, cura, riabilitazione, pain-management, facendo dell'empatia il primo elemento di conoscenza verso il malato, verso la sua famiglia e verso loro vissuto?
Molti passi sono stati fatti, ma occorre dirci proprio oggi (mentre ricordiamo il decennale di quella legge), che molti altri sono da fare.
Crediamo cioè che sia venuto il tempo di uno slancio di coraggio nell'ammodernare il "concetto di equipe" prevedendo una reale capacità di offrire competenze riabilitative proprie della fisioterapia nei vari ambiti specialistici.
La fisioterapia nelle cure palliative offre oggi una risposta basata su esperienza, conoscenze e competenza per assistere il paziente con un'azione importante: un'azione coerente con lo spirito della L. 38/10, che – lo ricordiamo – punta a tutelare e promuovere la qualità della vita fino al suo termine. A tal fine il percorso di studio accademico del fisioterapista e la formazione avanzata, come naturale, sono gli elementi discriminanti per una presa in carico del paziente completa, competente, coerente, affidabile.
La richiesta che avanziamo quindi – in questo "anniversario" di una legge illuminata ed illuminante, passato forse sotto silenzio per via della pandemia che tutto ha assorbito, ma dentro la quale abbiamo potuto tutti insieme riscoprire competenze e vantaggi della fisioterapia - è quella che il fisioterapista rientri a pieno titolo nell'equipe di base per le cure palliative e la terapia del dolore, offrendo a pazienti, famigliari e caregiver tutto il suo supporto professionale per assicurare un periodo di vita dignitoso a chi sta combattendo la sua battaglia.
* Segretario nazionale AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti)
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