Lavoro e professione

Medicina convenzionata, si riparte dai tavoli unici. Cosa chiedono i sindacati

di Barbara Gobbi

Il nulla osta, arrivato dalla ministra della Salute Lorenzin e dalla Presidenza del Consiglio, all’Atto d’indirizzo per il rinnovo della Medicina convenzionata, che era stato riveduto e corretto a fine luglio dal Comitato di settore guidato da Massimo Garavaglia, ha sbloccato l’impasse: giovedì 14 settembre si riparte con le trattative.
Il coordinatore della Sisac, Vincenzo Pomo, dettaglia le prime tappe: «La prima novità è ripartire, formalmente, con tavoli unici. Poi, come parte pubblica, ci metteremo al lavoro sulla bozza di Convenzione, che va integrata. A ottobre, dopo i congressi di Fimmg e Snami, entreremo nel vivo». Una tabella di marcia che tutte le parti in causa auspicano sia rispettata: la coincidenza con la legge di Bilancio è un treno da non perdere, mentre le elezioni del 2018 impongono di chiudere le trattative entro l’anno.

Non si parte da zero: nel dicembre 2016 furono i sindacati, ricorda Pomo, a lasciare il tavolo dichiarando inaccettabile che fosse discusso soltanto l’aspetto normativo. Ora il quadro è completo: il nuovo prospetto economico di base è delineato dal Dpcm 27 febbraio 2017, in applicazione dell’ultima manovra . «L’aspetto economico - sottolinea Pomo - dobbiamo solo applicarlo. Proporremo subito che la parte variabile sia remunerata per l’80% e che alla parte fissa resti il 20%, ma nel tempo questa forbice potrebbe ampliarsi ulteriormente a vantaggio della quota variabile». Inutile dire che in questo ragionamento pesano molto le sfide cronicità e attuazione del Piano nazionale e legge sui vaccini, che Pomo indica come le altre due questioni (insieme a quella economica) di cui la bozza di Convenzione, da riscrivere parzialmente, dovrà tenere conto.
Per la Medicina generale e per la Pediatria di libera scelta le trame sono tutte da riannodare, mentre la Convenzione sulla specialistica ambulatoriale, aggiornata sul fronte normativo nel 2014, andrà integrata sotto il profilo economico.
I tavoli unici, auspicati dalla Sisac ma anche dai sindacati, dovrebbero portare a una trattativa concludente. La posta in gioco è altissima: se andrà in porto, la nuova Convenzione ridisegnerà l’assistenza sul territorio annunciata da anni e tutt’ora carente, sia in termini di risorse umane che di raccordo tra i vari attori.


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