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Ricerca, una terapia antitumorale contro la tossicodipendenza

di Stefania Fasano (Università di Cardiff e coordinatrice del progetto)

Utilizzare una terapia antitumorale per curare la tossicodipendenza potrebbe sembrare una provocazione e invece un gruppo di ricercatori italiani dell'Università di Cardiff (Gran Bretagna) ci sta provando. La ricerca svolta in collaborazione con l'Istituto Centrale di Salute Mentale di Mannheim (Germania) e con l'Ircss Istituto di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri', è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista di Cambridge, «E-Life». Lo studio ha dimostrato, su modelli animali, l'efficacia di una terapia, basata sulla somministrazione del composto PD325901, nel bloccare la propensione ad assumere cocaina.

Cosa accade nel nostro cervello quando si fa uso di droghe? Le droghe attivano il circuito della gratificazione (in inglese reward) che risponde anche per cibo, sesso, interazioni sociali, gioco d'azzardo e videogiochi.

Le droghe però lo attivano immediatamente e più intensamente creando uno stato di profondo benessere destinato a sfumare con il passare del tempo. Ed ecco che scatta la trappola, solo per alcuni, il bisogno di riprovare quell'intenso piacere chimico ad ogni costo per dissolvere le difficoltà della vita, per liberarsi dallo stato di frustrazione perenne e per sperimentare nuove sensazioni.

Quel bisogno, il ricordo di quell'esperienza gratificante si insinua e si radica tra le trame dei nostri circuiti nervosi. Infatti, numerose evidenze scientifiche indicano che le droghe d'abuso sequestrano alcuni dei meccanismi cellulari e delle molecole di segnalazione normalmente coinvolte nei processi di apprendimento e memoria; perciò le memorie che codificano, registrano quelle intense esperienze legate alle droghe resistono all'estinzione e contribuiscono alle ricadute, anche mesi e anni dopo che i sintomi dell'astinenza sono cessati.

La tossicodipendenza si può considerare quindi come una patologia neuropsichiatrica cronica, che può forse durare tutta la vita. Cos'è la tossicodipendenza (addiction in inglese)? È quella condizione che spinge alla ricerca e all'assunzione compulsiva della droga, nonostante le conseguenze avverse che ne derivano. È un meccanismo perverso che tiene in pugno il nostro cervello ma anche la nostra mente. Ci sono infatti droghe come gli psicostimolanti (cioè cocaina e amfetamine) che non provocano particolare dipendenza fisica ma che ci possono portare ad una condizione di addiction, cioè di ricerca compulsiva senza più controllo sull'uso della droga, con conseguenze particolarmente gravi.
In Italia si stima che per sostanze stimolanti quali cocaina, amfetamine ed ecstasy i consumi si attestino intorno al 2-4% della popolazione (fonte: Studi SPS-DPA 2013- 2014 – Dipartimento Politiche Antidroga).

Attualmente l'intervento terapeutico per la dipendenza dalle sostanze stimolanti non è risolutivo in quanto non vi sono farmaci adeguati in grado di arginare questo fenomeno e la terapia comportamentale risulta essere particolarmente problematica.
La nostra ricerca ha dimostrato, per la prima volta, che una singola somministrazione del composto PD325901 è in grado di bloccare il ricordo della piacevolezza conseguente all'assunzione della cocaina e del luogo nel quale essa viene consumata. Questi due elementi ben caratterizzano la fase ludico-ricreativa della sostanza, in altri termini l'uso occasionale della cocaina.

Non solo, questo farmaco è anche in grado di bloccare la formazione di automatismi comportamentali che giocano un ruolo centrale nell'instaurazione della tossicodipendenza.
Il farmaco, brevettato da Pfizer, ha ottenuto le approvazioni per essere utilizzato sui pazienti affetti da tumore; ha già superato infatti alcune fasi cliniche e pertanto potrebbe essere trasferito sul mercato molto prima rispetto ad una molecola appena scoperta.

I risultati in laboratorio indicano che questo farmaco somministrato una sola volta, ad una dose più bassa di quella usata nei trials clinici, blocca specificamente le nuove memorie che si sono formate in seguito all'assunzione di cocaina, ma non altera i normali processi di apprendimento e di memoria messi in atto per svolgere le attività quotidiane.
Tuttavia è bene sottolineare che il farmaco è attualmente in fase di sperimentazione clinica per patologie tumorali e non risulta privo di effetti collaterali. Pertanto, in attesa del completamento delle fasi cliniche che porteranno alla definizione della modalità e dei dosaggi di somministrazione nel breve e lungo periodo, ne è fortemente sconsigliata l'assunzione.


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