Lavoro e professione
Fofi: così il farmacista può facilitare l’aderenza alle cure e generare risparmi. Lo studio Re I-Mur
di Rosanna Magnano
Basta un po’ di «pharmaceutical care» e la pillola va giù. Il ruolo del farmacista come facilitatore dell’aderenza alla terapia ha infatti un impatto rilevante sulla salute dei pazienti, che nel caso pilota del trattamento dell’Asma produce un incremenento del 25% dei casi controllati e minori spese sui costi sanitari correlati alla malattia che possono variare tra 87 e 297 euro per paziente all’anno. Generando un risparmio per il Ssn che al netto dei costi varierebbe fra gli 82 ed i 720 milioni di euro. Lo dimostra il progetto Re I-Mur della Fofi (Federazione ordini dei Farmacisti italiani), attraverso uno studio randomizzato e clusterizzato che ha coinvolto centinaia di farmacisti e pazienti in 15 regioni. Il tutto prendendo come modello l'asma, una malattia cronica che riguarda quasi il 7% della popolazione italiana. I risultati sono stati presentati oggi a Roma presso la sala Caduti di Nassirya del Senato. Lo studio ha coinvolto 216 farmacisti e 884 pazienti .
Chiave dell’intervento del farmacista: l’intervista al paziente
L’esempio benchmark lo da la Gran Breatagna, che applica il sistema nelle farmacie accreditate già dal 2005 . L’intervento del farmacista in inglese si chiama Medicines use review (Mur) e tradotto si legge «revisione dell'uso dei medicinali». Una prestazione sanitaria vera e propria che il Nhs paga ai farmacisti accreditati 28 sterline (l’equivalente di 38 euro) e che consiste in un'intervista nella quale il farmacista si accerta se il paziente segue le indicazioni del medico oppure dimentica di assumere i medicinali prescritti, se riesce a usarli correttamente, se incontra difficoltà (per esempio a rispettare gli orari delle somministrazioni), se accusa effetti collaterali o, ancora, se assume altri medicinali che possono interferire sia con la sua malattia sia con le cure prescritte. Rilevate eventuali criticità il farmacista dà le indicazioni del caso al paziente e provvede contestualmente a informare il medico curante. Un’idea lanciata dalla Fofi alla vigilia del varo della Manovra 2016, con un chiaro intento ispiratore: «Abbiamo condotto uno studio importantissimo e inattaccabile dal punto di vista scientifico - spiega il presidente Andrea Mandelli - e chiediamo ai decisori politici di tenerne conto e di reperire risorse ad hoc per far partire progetti pilota in alcune regioni e valorizzare il ruolo del farmacista come alleato della sostenibilità del Sistema sanitario nazionale».
«Una pratica, quella della remunerazione della revisione dell’uso dei mediciinali ad opera del farmacista, già esplorata da 36 studi internazionali - spiega Janet Krska, della Medway school of Pharmacy, University of Kent, partner della Fofi nella ricerca - che in America, Uk, Canada e Australia hanno rilevato avuto impatti positivi in termini di riduzione delle problematiche relative ai farmaci, di ridotto numero di dosi, aumento dell’appropriatezza prescrittiva, di aderenza terapeutica e riduzione dei costi».
«E' stata scelta l'Asma - spiega Andrea Manfrin della Medway School of Pharmacy dell'Università del Kent, che ha realizzato lo studio - perché offre dei vantaggi metodologici, per esempio è più semplice valutare il controllo della malattia e i miglioramenti o i peggioramenti si manifestano in poco tempo, ma quanto dimostrato a proposito dell'asma può essere esteso alle patologie croniche nel loro complesso». D’altro canto, l’Asma è una delle patologie in cui si registrano le maggiori difficoltà da parte dei pazienti: per l’86% secondo i dati Osmed l’aderenza terapeutica non è conseguita. Con impatti di spesa (33,9 mld nell’Ue a 28) direttamente correlati alla severità e al controllo farmacologico della patologia (i costi sanitari quadruplicano per pazienti non controllati)
Lo studio
L'analisi dei dati raccolti rivela che dopo l'intervento del farmacista, la percentuale totale dei pazienti con asma controllata è aumentata dal 43.7% al 54.4% indicando un incremento percentuale pari al 25%. Migliora quindi lo stato di salute, in tutte le Regioni e in tutte le fasce di età e, di conseguenza, diminuiscono i costi sanitari determinati dalla malattia, a cominciare da quelli relativi ad accessi al pronto soccorso e ricoveri.
«Il beneficio economico è stato calcolato sviluppando sei scenari diversi - spiega Manfrin - e correlando i costi riferiti al controllo dell'asma, disponibili nella letteratura, con i risultati dello studio Re I-Mur. I risultati ottenuti hanno mostrato che questa attività professionale non solo ha aumentato il controllo dell'asma ma ha generato risparmi che variano da 87 e 297 euro per paziente all'anno, in funzione del variare di elementi quali costo e numero delle prestazioni evitate e costo dei farmaci prescritti».
Un investimento potenzialmente efficace per il Ssn
Sono stati sviluppati due modelli di costo basati su dati pubblicati in riviste peer review. Da questi modelli sono state sviluppate ipotesi iniziali che a loro volta hanno generato sei scenari differenti. Il calcolo effettuato ha dimostrato che l'entità del risparmio generato dai farmacisti nello studio condotto varia da 76.636 a 262.332 di euro e il risparmio calcolato per singolo paziente varia fra 87 e 297 di euro. Il ritorno dell'investimento (Roi) fornito dal servizio I-Mur è stato calcolato fra il 44% ed il 395% in relazione al tipo di scenario utilizzato. «I risultati hanno confermato - si legge nello studio - che, in quattro dei sei scenari sviluppati e analizzati, il servizio professionale I-Mur è stato in grado di generare un Roi allineato con quello indicato dalla professoressa Linda M. Strand negli Stati Uniti, dove i farmacisti grazie all'introduzione di una simile prestazione professionale, sono stati in grado di generare un Roi pari al 285 per cento»
Inoltre, considerando il fatto che in Italia vivono circa 61 milioni di persone e che di queste circa il 5,5% (l’ipotesi meno pessimistica stima oltre 3 milioni di pazienti) soffre d'asma, «sulla base dei risultati ottenuti dall'analisi economica - continua la ricerca - il risparmio che questo tipo di attività professionale indurrebbe per il sistema sanitario italiano, oscillerebbe fra i 265 e 900 milioni di euro generando un taglio dei costi (net cost benefit) che varierebbe fra gli 82 ed i 720 milioni in relazione allo scenario applicato».
D'Ambrosio Lettieri (vicepresidente Fofi): «Sviluppare i contenuti della pharmaceutical care»
«Per il buon funzionamento della nostra sanità - sottolinea il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi - non occorrono solo risorse economiche certe. É necessario spendere bene quelle che ci sono e operare con tenacia un processo di ammodernamento della governance. Questo vuol dire, tra l'altro, sviluppare competenze e capacità per garantire prestazioni efficaci, efficienti e appropriate. La Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani è impegnata da tempo nel definire i contenuti di questo complesso processo di trasformazione e crescita della professione, in un'ottica che sappia sviluppare i contenuti della pharmaceutical care, intesa come un nuovo modello di pedagogia professionale . Riteniamo infatti che il farmacista debba fare un salto sostanziale nella qualificazione della sua attività, integrando la tradizionale e consolidata attività di dispensazione responsabile del farmaco, con l'erogazione di quella particolare assistenza al paziente che consenta di approntare una trattamento farmacologico con lo scopo di ottenere: un elevato livello di aderenza terapeutica, il pieno raggiungimento degli obiettivi terapeutici predefiniti (certezza dell'efficacia), il miglioramento della qualità della vita del paziente, il possibile contenimento della spesa. Con queste finalità e in questa prospettiva si sviluppa il progetto I-Mur che rappresenta una vera svolta nella funzione professionale che il farmacista é chiamato a svolgere in accordo e sinergia con il medico, a sostegno di una sanità moderna ed efficiente».
Andrea Mandelli (presidente Fofi): «Farmacista nel processo di cura accanto al medico»
«I dati sono molto eloquenti», sottolinea il presidente della Fofi, senatore Andrea Mandelli, «e confermano due aspetti fondamentali. Il primo è la validità della visione del farmacista che partecipa al processo di cura a fianco del medico e degli altri operatori sanitari sul territorio senza invasioni di competenze ma sviluppando il suo ruolo specifico di specialista del farmaco. Il secondo è che il farmacista italiano è in grado di erogare, adeguatamente formato, prestazioni professionali avanzate come e a volte meglio dei colleghi europei. Infine abbiamo dimostrato secono le regole della medicina basata sulle evidenze che il Servizio sanitario nazionale trova nel farmacista di comunità una risorsa fondamentale per migliorare l'assistenza sul territorio e contribuire alla sostenibilità economica del sistema. A mio avviso tanto importante quanto si spende nel farmaco o in altre prestazioni, ma che queste vadano a buon fine, migliorando effettivamente la salute dei cittadini: è questo il modo migliore di contenere i costi sanitari».
Il progetto si è sviluppato nell'arco di tre anni, con la collaborazione della Società italiana di medicina generale (Simg) e ha ottenuto anche il gradimento da parte di pazienti e dottori: «È la prima volta che un Ordine professionale si impegna in un'attività di ricerca di questa portata - conlude Mandelli - e devo quindi complimentarmi con tutti i colleghi che, a titolo assolutamente gratuito, hanno partecipato direttamente allo studio e a quelli che per la Federazione hanno svolto il lavoro di coordinamento. Abbiamo ottenuto un risultato prezioso che mettiamo a disposizione di chi, rappresentanti delle farmacie e decisori sanitari, deve ridisegnare il ruolo della farmacia nell'assistenza sul territorio attraverso le convenzioni. Da sempre il cittadino si affida al farmacista, che è il professionista sanitario più facilmente accessibile, da oggi ha un motivo in più per farlo».
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