In parlamento

Bernini: al via la riforma, materie caratterizzanti per i test d’ingresso a Medicina

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24 Esclusivo per Sanità24

“A fine luglio si è tenuta la seconda prova dei test di Medicina, che ha fatto seguito a quella di maggio, e da circa una settimana sono partite le assegnazioni e lo scorrimento delle graduatorie. Non era scontato. Non era scontato che in pochissimo tempo riuscissimo a trovare una soluzione valida in sostituzione dei Tolc. Ce l’abbiamo fatta anche grazie al sistema universitario che ha risposto molto bene. Lo abbiamo fatto creando una banca dati aperta e pubblica proprio per evitare e annullare per sempre quel mercato parallelo della formazione opaca e nascosta che la banca dati chiusa aveva generato”. Lo ha detto il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, rispondendo ad una domanda della deputata Annamaria Patriarca di Forza Italia nel corso del question time alla Camera sottolineando che “fin dall’inizio del mandato, il governo ha avviato un lavoro di riforma per l’accesso programmato a Medicina”. “ Abbiamo individuato il fabbisogno reale delle strutture sanitarie - ha aggiunto - . E al tempo stesso abbiamo dovuto tenere conto della capacità del sistema universitario di formare bravi professionisti, dando fondi per aumentare la disponibilità e i luoghi della formazione”.

Per la titolare del Mur “il traguardo è di assicurare che gli studenti siano valorizzati non sulla base di test da lancio della monetina, ma sulla base di materie caratterizzanti. Ci sarà un periodo di studi comune ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia, in Odontoiatria e in Medicina veterinaria, nonché agli altri corsi di studio di area biomedica, in cui gli studenti frequenteranno una serie di discipline qualificanti. Ciò consentirà loro di poter comunque reinvestire le conoscenze e le competenze acquisite in un altro percorso formativo contiguo, senza sprecare tempo e risorse”.

“Una selezione predittiva in grado di verificare oggi il possesso delle abilità che serviranno domani - ha concluso Bernini - . Viene in gioco il diritto allo studio di quanti intendano investire le proprie energie, anche grazie al sostegno delle famiglie, in un progetto di vita così formativo e prospettico. Non è possibile garantire a tutti un posto di lavoro, ma è nostro dovere assicurare a tutti coloro che ne siano capaci la possibilità di ottenerlo. E, nel caso dei futuri medici, abbiamo il dovere di formarli al massimo delle nostre possibilità”.


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