In parlamento

Liste d’attesa, il decreto in Senato pronto per il giro di boa. Il relatore Zullo: 13 mld recuperabili dalla razionalizzazione

di Red.San.

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È previsto il 18 luglio il voto in Senato sul decreto liste d’attesa (Dl 73/2024, in scadenza il 6 agosto) che ha ricevuto il disco verde della commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, dopo una serie di modifiche di cui la principale - dopo la bocciatura delle Regioni - è la riscrittura dell’articolo 2. Nel corso dell’esame in Commissione è stato infatti risolto, con un emendamento del relatore, il nodo delle competenze di controllo tra Stato e Regioni: le misure sui controlli e le sanzioni contro gli abusi tornano ai presidenti, attraverso i nuovi responsabili unici regionali dell’assistenza sanitaria (Ruas), mentre il ministero della Salute potrà intervenire con poteri sostitutivi in caso di ritardi e inadempienze da parte regionale.
Il relatore Ignazio Zullo (FdI) ha affermato in chiusura di seduta - in seguito gli interventi fortemente polemici delle opposizioni che lamentano in particolare la mancanza di risorse a supporto, la contraddizione tra un impianto del decreto legge “centralistico” e il recente via libera alla legge sull’autonomia differenziata e lo spazio eccessivo che sarebbe attribuito ai privati - che il tema delle liste d’attesa «mina le fondamenta del Ssn» e che «se non siamo consapevoli di questo non sviluppiamo il senso di responsabilità che occorre per sviluppare questo tema. Il Governo - ha affermato - poteva come è successo in tanti anni volgere lo sguardo dall’altra parte ma ha deciso di mettere in campo senso di responsabilità». Poi, il richiamo a Carlo Calenda (Azione), che dagli scranni dell’opposizione aveva chiesto interlocutorio ai colleghi del Pd «servono risorse, ma dove le prendiamo?». Un assist per il relatore e per tutta la maggioranza: «Lo stesso Calenda ha quantificato in 13 miliardi le risorse necessarie», ha ricordato Zullo, stimando che anche con i provvedimenti di razionalizzazione della spesa sanitaria messi in campo dal decreto, fino al 10%, proprio questa cifra si potrebbe ottenere. «Questo decreto legge pone in essere degli istituti di riorganizzazione: la Piattaforma (da istituire presso Agenas per il monitoraggio in tempo reale dei tempi di erogazione delle prestazioni in ogni Regione, ndr) e l’organismo di controllo non vanno banalizzati», ha avvisato. Poi, la considerazione che nello stesso tempo anche il tetto di assunzione del personale viene elevato, di «un 5% ulteriore rispetto a quanto previsto dal decreto Calabria». Inoltre, la defiscalizzazione dei compensi del personale: «la motivazione è importante nelle attività umane - ha tenuto a precisare Zullo - così come l’aumento delle “borse” per i medici e gli infermieri». E a chi punta l’indice contro il ricorso ai privati, «ricordo a tutti che il privato con la contrattualizzazione attraverso l’accreditamento è stato introdotto dal ministro Bindi, che stimo molto per questa norma e non è di certo un politico di centro-destra».


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