In parlamento
Cantiere Ssn/ L’Upb: Ssn resiliente ma affrontare squilibri e carenze esistenti. Con un aumento all’8% del Pil primo balzo di spesa a 41 mld
di B. Gob.
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Il Servizio sanitario nazionale «sembra mostrare una certa resilienza che tuttavia sarà difficile mantenere nel tempo se non si affrontano le carenze e gli squilibri attualmente presenti». Questo considerando, pure a fronte di indicatori «piuttosto favorevoli come un’elevata speranza di vita a 65 anni e contenuti tassi di mortalità evitabile», che la spesa sanitaria pubblica del Paese nel 2021 è al 7% del Pil a fronte di una media Ue27 all’8,8% e di un’area euro al 9,1%, mentre anche la spesa pro capite pari a 2.144 euro si colloca al di sotto dei 2.893 euro della Ue27 e dei 3.280 dell’area euro. Così l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nella memoria illustrata dal consigliere Giampaolo Arachi in audizione davanti alla Commissione Affari sociali della Camera, sulla Pdl del 13 luglio 2023 (AC 1298), “Disposizioni concernenti il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Servizio sanitario nazionale nonché delega al Governo per il riordino delle agevolazioni fiscali relative all’assistenza sanitaria complementare”.
La Pdl, presentata un anno fa e che quindi come si legge nella memoria “necessiterebbe di essere aggiornata per tenere conto delle modifiche alla normativa apportate da quella data”, ha l’obiettivo dichiarato di migliorare gli standard di cure sul territorio e di affrontare carenze e squilibri. A questi fini prevede innanzitutto di aumentare la spesa sanitaria pubblica fino all’8% del Pil dal 2024. Target che, ha spiegato Arachi, «richiederebbe nel 2024 un incremento della spesa di circa 34 miliardi rispetto alle previsioni tendenziali del Def mentre, se valutiamo l’incremento che si dovrebbe avere rispetto alla spesa da consuntivo 2023, questo incremento sarebbe pari a 41 miliardi». Il testo prevede poi un incremento del finanziamento del Ssn pari annualmente al doppio del tasso di inflazione - misura che come rileva l’Upb comporterebbe per il 2024 e il 2025 aumenti non adeguati a un incremento della spesa all’8% del Pil (v. allegato) - e introduce provvedimenti di riorganizzazione che implicano nuovi oneri, individuando coperture per 4 miliardi dal 2025 al 2030, da trovare con interventi di spending review e, se non sufficienti, con incremento del gettito tramite riduzione delle spese fiscali e aumenti delle aliquote di imposta. Quest’ultima sarebbe secondo l’Ufficio parlamentare di bilancio una “modalità più immediata per generare risorse sufficienti a dare copertura finanziaria all’incremento del finanziamento e della spesa sanitaria” ma “sarebbe opportuno - argomenta ancora l’Upb - che la Pdl fornisse l’indicazione di quali imposte e aliquote interessare specificando inoltre l’ambito di variazione”.
Quanto alle proposte di revisione del meccanismo di riparto dei finanziamenti Ssn, che “hanno un qualche fondamento nelle analisi dei determinanti del bisogno sanitario”, l’Upb rileva che il peso dei principali fattori (fasce di età e deprivazione economica) andrebbe commisurato con maggiore attenzione alla loro rilevanza relativa nell’influenzare lo stato di salute, mentre ai fini dell’introduzione di altre variabili (criteri ambientali, socio-economici e culturali, livelli dei prezzi) andrebbero analizzate le interazioni tra di esse e i relativi effetti di incentivo/disincentivo a comportamenti opportunistici.
Le altre misure specifiche riferite al personale e alla riorganizzazione del Ssn, tra interventi sui Lea, revisione dei raggruppamenti omogenei di diagnosi, aumento dei posti letto ospedalieri, provvedimenti per il sistema di emergenza-urgenza, per l’abbattimento delle liste di attesa e per il potenziamento della ricerca, “affrontano opportunamente alcune importanti criticità, ma risultano in alcuni casi non ben definite e non del tutto coordinate con la legislazione vigente, e sarebbe necessario rendere più solida la coerenza finanziaria tra i relativi oneri, le coperture e gli obiettivi di evoluzione complessiva del finanziamento e della spesa”, rileva ancora l’Upb.
Infine, il capitolo assistenza sanitaria integrativa: per l’Upb la Pdl “ripristina l’opportuna distinzione tra prestazioni sostitutive di interventi Ssn e prestazioni integrative” per limitare le applicazioni improprie, mirando a escludere le prime dai benefici fiscali. Ai fini della trasparenza, sono definite “positive le proposte volte a rafforzare e rendere disponibili le informazioni dell’anagrafe dei Fondi sanitari”. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha infine osservato che “sarebbe molto utile, sia a fini di analisi che di disegno delle politiche, se vi fosse anche una piena disponibilità dei dati amministrativi in possesso dell’Agenzia delle entrate relativi al minore gettito dovuto a tali agevolazioni”.
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