In parlamento
Schillaci: al lavoro sul nuovo Piano sanitario come strumento di governance tra Stato-Regioni a garanzia dei Lea. Poi: Ddl Calderoli non mina diritto salute
di Radiocor Plus
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«Stiamo adottando un modello di programmazione sanitaria centrato sullo strumento Piano sanitario nazionale, che testimonia la volontà di passare da una governance affidata al Patto per la salute a una governancestr in cui Stato e Regioni si assumono responsabilità davvero condivise verso tutti i cittadini». Così il ministro della Salute Orazio Schillaci in risposta al question time alla Camera sulle iniziative volte a garantire diritto alla salute e sostenibilità del Ssn, anche in relazione agli effetti dell’autonomia differenziata. Il Piano sanitario nazionale, ha aggiunto il ministro, «segna un cambio di passo nelle relazioni tra livello centrale e regionale e il cambiamento è reso possibile anche dalla capacità di utilizzare dati sempre più granulari integrabili grazie all’investimento tecnologico dell’ecosistema dei dati sanitari nazionale che permetterà di comprendere il fabbisogno di salute con un modello nazionale di classificazione e stratificazione dei bisogni, il relativo fabbisogno finanziario e di valutare le reali performance dei sistemi regionali potendo così garantire il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza». Schillaci ha quindi sottolineato che «il ministero è impegnato a restituire ai cittadini un equo accesso alle cure per l’uniforme fruizione in tutto il territorio nazionale dei Livelli essenziali di assistenza che, negli anni passati, non è stata pienamente garantita. Questo obiettivo viene conseguito rinforzando la dotazione finanziaria ma anche adeguando il rapporto Stato-Regioni».
Quanto al Ddl Calderoli, «il disegno di legge sull’autonomia differenziata non mette in discussione l’unitarietà del diritto alla tutela della salute ai sensi dell’art. 32 della Costituzione, così come declinato attraverso i Livelli essenziali di assistenza (Lea, ndr), ma rappresenta un potenziamento della facoltà delle Regioni di modulare la propria organizzazione dei servizi sanitari nel rispetto dei Lea», ha dichiarato Schillaci. «Il concreto rischio di creare disuguaglianze tra ventuno sistemi sanitari regionali diversi - ha aggiunto - risale alla decisione di modificare nel 2001 l’assetto costituzionale delle competenze legislative in materia sanitaria. In questo senso, i Lea costituiscono l’unica vera garanzia». Schillaci ha poi sottolineato che «gli indicatori scelti per il monitoraggio e la valutazione a livello nazionale dei Lea prescindono dai modelli organizzativi regionali». In ogni caso «tra gli obiettivi primari del mio ministero - ha detto - resta l’impegno ad agire con decisione per ridurre le differenze potenziando la capacità di indirizzo, programmazione e monitoraggio del sistema sanitario, specie nell’ambito del nuovo sistema di garanzia dei Lea. Riformare un Ssn prosciugato di risorse, svaligiato dai gettonisti - ha chiosato il ministro - necessita tempo che stiamo impiegando al meglio, supportati dalle Regioni realmente interessate a garantire a tutti il diritto alla Salute».
Infine, il capitolo vaccini contro Sars-CoV-2: «Le valutazioni di acquisto di vaccini Covid-19 da parte dell’Italia avverranno sulla base dell’andamento epidemiologico futuro e, qualora si rilevasse la necessità di dosi vaccinali supplementari e aggiornate a nuove varianti, anche in considerazione di eventuali raccomandazioni internazionali, si procedera’ a esperire tutte le operazioni di approvvigionamento necessarie», ha annunciato ancora Schillaci. rispondendo a un’interrogazione sull’adesione alla procedura di acquisto di vaccini contro il Covid-19 aperta dall’autorità europea a gennaio scorso. «Per quanto concerne le procedure di acquisto dei vaccini a mRna contro il Covid-19 - ha proseguito - l’autorità Ue per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie Hera nell’estate 2023 ha lanciato una procedura di Joint procurement per la fornitura di vaccini mRna Covid-19 Moderna per conto dei Paesi membri, a cui l’Italia non ha inizialmente aderito, chiedendo che la fornitura fosse aggiornata alle ultime varianti. Il nostro Paese si è reso poi disponibile a reperire tutti i vaccini che si fossero eventualmente resi necessari, purché aggiornati», ha concluso.
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