In parlamento

Terapie digitali: una proposta di legge per colmare il gap con gli Stati europei

di Simona Loizzo*

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24 Esclusivo per Sanità24

Nell’ambito delle terapie digitali, una delle prime attività dell’Intergruppo Parlamentare Sanità e Terapie Digitali (DTX), di cui sono Presidente, è stato presentare una proposta di Legge finalizzata a colmare il vulnus normativo presente in Italia in relazione a quel tipo di tecnologie che offrono interventi terapeutici guidati da programmi software di alta qualità. Tale occasione rappresenta un’opportunità imperdibile a livello nazionale in quanto permetterebbe all’Italia di colmare il gap sussistente da un punto di vista legislativo rispetto ad altri Stati, anche europei, che risultano avanti sotto questo aspetto, su tutti la Germania che è sicuramente il Paese capofila in termini di regolamentazione e rimborsabilità delle DTx, grazie al Digital Healthcare Act-DVG, approvato a novembre 2019, che prevede un percorso di valutazione fast-track per la rimborsabilità delle DTx.
Il progetto di legge ambisce a definire i campi di intervento per i quali possono essere utilizzate le DT, individuati nelle malattie cardio-metaboliche, nei disturbi dell’endocrinologia e della diabetologia, delle neuroscienze e della salute mentale, delle malattie respiratorie, delle aree riabilitative e dell’oncologia.
Inoltre, prevede l’istituzione di un comitato di valutazione, composto da dieci membri, il cui compito sarà quello di fornire indicazioni preliminari e orientative sulle DTx, nell’ottica di una loro immissione nel percorso di valutazione rapida HTA-fast track per l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza, nonché di un osservatorio coordinato da AGENAS finalizzato al monitoraggio delle attività e dei progressi scientifici in ambito di Sanità e Terapie Digitali.
Il progetto di legge nasce in seno all’attività dell’intergruppo Parlamentare, realtà che ha intenzione di porre l’enfasi legislativa su questi temi nel corso della presente legislatura, potendo contare sul supporto di un Comitato Tecnico Scientifico composto da un board di esperti del mondo clinico accademico, nonché di una Consulta composta da rappresentanti del comparto industriale, nell’idea che la Sanità Digitale sia un paradigma operativo in grado di apportare notevoli miglioramenti all’operato del Servizio Sanitario Nazionale, con l’idea di rendere disponibili questa tipologia di servizi a livello nazionale, senza discriminazioni territoriali, sociali e di genere.
Le priorità che dobbiamo porci da un punto di vista operativo devono convergere verso una soluzione che garantisca la dotazione minima di servizi che arrivino a dare corpo al concetto di Sanità e Terapie Digitali, a volte anche in termini di medicina di base, con apparecchiature che a livello capillare possano consentire a un medico specialista i primi momenti di analisi delle condizioni del paziente, così da semplificare la risposta sanitaria, in un contesto, quale quello italiano, che risulta profondamente caratterizzato da un aumento significativo, da un lato, delle caratteristiche anagrafiche della popolazione, dall’altro, delle cronicità contratte dai pazienti sul territorio nazionale. In questo, la Sanità Digitale può essere d’aiuto, avendo chiaro in mente che va interpretata alla luce di quello che è la nostra società, così da dare priorità agli strumenti che velocizzano e semplificano le attività in termini di risposta sanitaria, come le tecnologie digitali in tutte le proprie forme variegate.
Tuttavia, per un’applicazione coerente efficace di questo paradigma, ritengo che abbiamo il dovere di incoraggiare la collaborazione tra imprese produttive e sanità pubblica, senza rinunciare ai giusti controlli da parte delle Istituzioni ma facendo sì che i processi burocratici inutili, cioè che non portano valore diretto, vengano rimossi. In questo contesto, infatti, occorre osservare come la nostra realtà debba essere considerata da una duplice prospettiva: da una parte quella del mondo dell’innovazione, e dell’industria, dall’altra quella peculiare della dimensione degli operatori sanitari. Il futuro passa dall’implementazione di un modello in cui la prima opera a servizio della seconda, in un’ottica di partnership pubblica-privata, così da fornire competenze e servizi tali da contribuire attivamente all’ammodernamento del Servizio Sanitario Nazionale, in modo che quest’ultimo possa espletare al meglio i compiti che è chiamato a svolgere dalle disposizioni di governance costituzionale, nell’ottica di tutelare la salute del cittadino in maniera efficace, appropriata ed equa.

*membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati


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