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Denatalità/ L'appello Sigo alle istituzioni: insieme per una nuova primavera demografica
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Negli ultimi 10 anni, in Italia, si è assistito ad un crollo demografico costante, passando dai 500mila nati all’anno, al record negativo del 2022, con 390mila nascite a fronte di 700mila decessi (dati Istat). Di fronte alla popolazione Italiana che invecchia inesorabilmente, con un calo previsto di 11 milioni nei prossimi anni, passando dagli attuali 59 milioni di abitanti ai 48 milioni, quello della natalità è diventato un tema cruciale non solo per il mondo politico e delle istituzioni, ma che riguarda da vicino anche il mondo imprenditoriale, i sindacati e il mondo medico.
La SIGO, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, in collaborazione con Valore, società di consulenza e networking specializzata nel settore welfare, ha riunito oggi 14 settembre, nella Sala della Regina, alla Camera, i rappresentanti del mondo politico e delle istituzioni, le aziende farmaceutiche, le società scientifiche, le associazioni di volontariato e il mondo sindacale nel corso del convegno dal titolo: “Natalità: work in Progress”, insieme per una nuova primavera demografica.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel suo messaggio di saluto ha sottolineato: “Il numero delle nascite nel nostro paese diminuisce di anno in anno. Questa tendenza è ulteriormente confermata dalle statistiche relative alla prima metà del 2023. La politica e le istituzioni hanno il dovere di intervenire tempestivamente con misure efficaci, rimuovendo, come si conviene in una democrazia, gli ostacoli che rendono oggi difficile a una giovane coppia la procreazione di un figlio. L’esperienza di altri paesi simili all’Italia suggerisce di adottare misure che possano favorire la genitorialità, quali il potenziamento degli asili nido e degli istituti sociali, così da consentire alle donne di diventare mamme senza per questo dover rinunciare alla propria realizzazione professionale. Le culle vuote non sono solo indice di un declino demografico. Sono il segnale che il futuro del nostro Paese sarà incerto se la rotta non sarà invertita”.
“Oggi il contrasto al calo delle nascite è tornato ad essere una priorità, lo è per questo Governo per cercare finalmente di invertire la rotta. C’è però un aspetto sanitario sul quale occorre intervenire nell’immediato e riguarda la tutela della salute riproduttiva, soprattutto se consideriamo che attualmente, sempre più coppie programmano di avere un figlio dopo i 35 anni – ha detto nel suo intervento il ministro della Salute, Orazio Schillaci – Abbiamo istituito presso il Ministero un tavolo tecnico incaricato di approfondire le tematiche riguardanti gli stili di vita per proteggere la salute riproduttiva. Allo stesso tempo è necessario un ulteriore impegno affinché sia garantita a tutte le coppie la possibilità di accedere a strutture e servizi preposti alla tutela della salute riproduttiva”.
“C’è un altro dato che merita attenzione – ha proseguito Orazio Schillaci - e indica che abbiamo intrapreso la strada giusta per sostenere le donne che dinanzi a difficoltà nel concepire scelgono la Procreazione medicalmente assistita. Gli ultimi dati disponibili indicano che nel 2021, dopo la battuta d’arresto registrata durante la pandemia, c’è stata una ripresa dell’applicazione di tutte le tecniche di PMA. In particolare, i cicli di PMA nell’anno 2021 hanno registrato un aumento del 36 % rispetto al 2020, le gravidanze del 50% e i bambini nati vivi del 49%. Inoltre, si è registrato un maggiore ricorso ai centri pubblici e privati convenzionati rispetto a quelli privati sebbene quest’ultimi siano numericamente superiori”.
“La denatalità ha a che fare anche con un tema di modelli culturali – ha detto Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura - Perché oggi i modelli culturali non pongono al centro la famiglia, ma pongono altri temi culturali che non sto qui a contestare. Quindi il modello culturale è un tema centrale anche rispetto al tema demografico. E’ evidente che la politica deve porsi il tema della genitorialità della famiglia e anche dei relativi modelli culturali. La famiglia deve tornare a essere un modello positivo all’interno della società. Così purtroppo non è stato negli ultimi anni”.
Per Eugenia Maria Roccella, ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità:
“Il nostro governo messo al centro il tema della denatalità. Questo ha funzionato per reimmettere nel dibattito pubblico il tema del calo demografico. Il valore della maternità e paternità non sono temi privati, ma danno il senso del nostro stare al mondo tutti insieme, il senso della comunità. Dobbiamo agire tornando a parlare di alcune cose, anche della fertilità come bene salute – ha detto Eugenia Maria Roccella -. Oggi c’è un problema di infertilità crescente. Dobbiamo occuparcene fin da subito. Il calo demografico non si vince se non facciamo tutti insieme uno sforzo. Tutta l’Europa è sotto il tasso di sostituzione. C’è bisogno di uno sforzo collettivo”.
“Nel primo trimestre del 1943 abbiamo avuto 241mila nuovi nati, mentre nei primi tre mesi del 2023 i nuovi nati sono stati 90mila. Dal 1977 la popolazione italiana è sotto il livello del ricambio generazionale. Dobbiamo avere la consapevolezza che siamo in un’emergenza che riguarda tutti – ha spiegato nel suo intervento Gian Carlo Blangiardo, già presidente Istat - A parità di condizioni, il solo effetto demografico, comporterà una perdita di 500miliardi di Pil nell’arco di una ventina d’anni. Gli 800mila ultranovantenni di oggi, diventeranno 2milioni 200 mila, di cui 150mila circa ultracentenari. Ora in un paese di questo tipo devi cercare risorse nuove. Queste, sono solo due delle grandi conseguenze della denatalità. Oggi le mamme sono meno mamme in età riproduttiva, parliamo di 12 milioni di donne oggi in età feconda, un dato che tenderà a diminuire nel tempo. Aiutiamo i nostri figli ad uscire dal nido e a fare la scelta della genitorialità. Dobbiamo trasmettere questo senso del rischio ai nostri figli, di mettersi in gioco. La genitorialità è mettersi in gioco”.
Nicola Colacurci, presidente SIGO, concludendo la giornata di confronto, ha detto: “Siamo stati i primi a vedere le culle vuote e ci siamo posti il problema. Quest’anno abbiamo ritenuto necessario pensare questo convegno e mettere insieme tutti gli attori che potevano andare a modificare questo trend, incidendo sul tema della denatalità. a 360 gradi. E’ necessario affrontare la genitorialità da diversi punti di vista, socio-sanitario, culturale, formativo e istituzionale. Mi auguro che questa giornata di confronto ci possa dare risultati concreti”.
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