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Antibiotico resistenza: Italia in affanno, recepire il piano nazionale nelle Regioni
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Favorire il pieno recepimento del Piano nazionale di contrasto all'antimicrobico resistenza e promuovere la ricerca di nuove terapie antibiotiche. Sono queste alcune delle richieste contenute nell'interrogazione di Vito De Filippo (Iv) indirizzata al ministro della Salute, Roberto Speranza.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha approvato nel 2015 un piano d'azione globale di contrasto alla resistenza antimicrobica, definita "una delle maggiori minacce per la salute pubblica", che potrebbe causare "fino a 10 milioni decessi nel 2050", diventando la prima causa di morte al mondo. Il Governo, sulla base del piano dell'Oms, nel 2017 ha adottato il piano nazionale di contrasto all'antimicrobico resistenza (Pncar) 2017-2020, che impegna le regioni e le province autonome alla sua attuazione per fronteggiare il fenomeno dell'antibiotico-resistenza (Amr) ma le regioni, ricorda De Filippo " non hanno ancora recepito pienamente il piano, pregiudicandone la reale efficacia. Inoltre, non sembra attivato un concreto coordinamento tra i soggetti coinvolti".
L'Italia, con 10.780 decessi annui, risulta al primo posto tra i Paesi Ocse per mortalità da infezioni da batteri resistenti con un impatto economico di circa 320 milioni di euro annui che, in assenza di specifici interventi, potrebbe arrivare a 2 miliardi nel 2050. La proporzione di infezioni resistenti agli antibiotici è cresciuta dal 17 per cento del 2005 al 30 per cento del 2015 e potrà raggiungere il 32 per cento nel 2030, se il consumo di antibiotici e la crescita demografica ed economica dovessero proseguire sulle stesse direttrici mentre su 9 milioni di ricoveri in ospedale, si riscontrano da 450.000 a 700.000 casi annui di infezioni ospedaliere (circa il 5-8 per cento del totale dei ricoverati).
In questo contesto De Filippo chiede a Speranza:
- se intenda promuovere la ricerca di nuove terapie antibiotiche attive su ceppi resistenti, considerando il valore generato in termini di riduzione di decessi e complicanze, nonché l'impatto del costo totale della patologia;
- se intenda adottare iniziative per garantire una tempestiva gestione del paziente critico con infezioni batteriche ricoverato nelle terapie intensive, anche mediante la prescrizione degli antibiotici da parte dello stesso anestesista rianimatore, quale elemento a garanzia dell'appropriatezza prescrittiva e della tempestiva gestione del paziente in pericolo di vita;
- quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di favorire a livello territoriale il pieno recepimento del Pncar, con la definizione di piani di contrasto all'antibiotico-resistenza nonché di protocolli ospedalieri che valorizzino gli antibiotici innovativi e ne monitorino l'effettivo appropriato utilizzo con specifici indicatori.
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