In parlamento
Ddl Lorenzin, approvati alla Camera tutti gli articoli, accantonata la riforma degli ordini
di Rosanna Magnano
Approvati dall’Aula della Camera tutti gli articoli del Ddl Lorenzin, tranne l’articolo 4, oggi accantonato, sul riordino della disciplina degli Ordini delle professioni sanitarie al centro delle polemiche con la Fnomceo, che nelle ultime settimane ha espresso il suo netto dissenso sulla norma. I lavori riprenderanno domani alle 9:30. Una volta risolto il nodo dell’articolo 4 si passerà alle dichiarazioni di voto.
Sciolto il nodo sulle assegnazioni delle nuove farmacie con il via libera a un emendamento a firma dei deputati Scopelliti, Vignali, Tancredi e Garofalo recante «Disposizioni in materia di concorso straordinario per l'assegnazione delle sedi farmaceutiche». Come si è avuto modo di anticipare ieri mattina su Sanità24, è stata fornita l'interpretazione autentica in tema di attribuzione di punteggio massimo ai farmacisti rurali partecipanti ai concorsi straordinari regionali conclusi e in corso per l'assegnazione di sedi farmaceutiche vacanti e di nuova istituzione. Un atto dovuto, atteso il clima di incertezza che caratterizza le diverse decisioni dei Tar italiani, che certamente contribuirà nella decisione che il Consiglio di Stato dovrà effettuare dopodomani 26 ottobre in relazione agli appelli delle sentenze recentemente pronunciate dai giudici amministratici lucani e trentini.
Nella sostanza la Camera ha deciso che il punteggio massimo di cui all'articolo 5, comma 1, lettera b), del DPCM 30 marzo 1994 n. 298 è da «intendersi comprensivo dell'eventuale maggiorazione prevista per i rurali, di cui all'art. 9 della legge 8 marzo 1968 n. 221».
I principali emendamenti approvati dall’Aula della Camera
Tra gli emendamenti approvati oggi, come anticipato daSanità24 , la soppressione dell’articolo 16 riguardante la disciplina delle farmacie e delle parafarmacie. L'articolo prevedeva l'abolizione del vecchio divieto all'esercizio cumulativo delle professioni sanitarie. In questo modo il conseguimento di più lauree o diplomi avrebbe dato diritto all'esercizio cumulativo delle corrispondenti professioni o arti sanitarie. Gli esercenti le professioni o arti sanitarie, inoltre, avrebbero potuto svolgere la loro attività in farmacia, ad eccezione dei professionisti abilitati alla prescrizione di medicinali, la cui attività è in ogni caso incompatibile con l'esercizio della farmacia.
Eliminata la norma che imponeva all'Aifa di avvalersi del Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici per l'elaborazione di specifiche linee guida concernenti gli aspetti scientifici relativi alle sperimentazioni cliniche sui medicinali per uso umano. Lo prevede un emendamento M5s.
Trasformata in facoltà la possibilità di sottoporre al Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici le procedure di valutazione degli studi clinici che richiedano una revisione a seguito di segnalazione di eventi avversi. Lo prevede un emendamento Des-Cd .
Il Centro di coordinamento nazionale dei comitati etici sarà composto da un massimo di quindici componenti. Lo prevede un emendamento Ap che contiene norme anche sulla sperimentazione clinica dei farmaci. Il testo uscito dalla commissione Affari sociali prevedeva invece un “minimo” di quindici componenti. Un altro emendamento approvato, presentato dall'Udc, ha stabilito che alle riunioni del Comitato saranno invitati permanenti: i presidenti del Comitato nazionale di bioetica, del Comitato nazionale di biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita e l'Istituto superiore di sanità. Infine, un emendamento approvato di Sinistra italiana-Possibile ha chiarito che i componenti del Centro di coordinamento non dovranno trovarsi in situazioni di conflitto d'interesse “dirette ed indirette”.
Stralciata la norma che prevedeva una integrazione degli obiettivi del Patto per la salute per promuovere e sostenere la medicina di genere. Lo prevede un emendamento della commissione Bilancio approvato in aula, che contiene norme anche sulla sperimentazione dei farmaci. La norma stralciata prevedeva la promozione: di progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica selezionati tramite l'indizione di bandi nazionali, finanziati dallo Stato; progetti di ricerca biomedica, farmacologica e socio-psicologica, sottoposti alla valutazione dei comitati etici per la ricerca regionali e locali; l'adozione di linee guida attente alle differenze di sesso e di genere per la pratica clinica delle diverse patologie; l'adozione da parte delle aziende sanitarie locali e ospedaliere di obiettivi divulgativi, formativi e clinici di medicina di genere, rivolti ai dipendenti e alla popolazione; la sensibilizzazione delle riviste scientifiche ai fini dell'accreditamento di pubblicazioni attente ai determinanti sesso e genere.
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