In parlamento
Obbligo vaccini: sì a formulazioni monocomponenti acquistate in gare centralizzate nei limiti della disponibilità del Ssn
di B. Gob.
Dopo una serie di “stop&go” si è sbloccato l’articolo 1 della legge di conversione del decreto Vaccini. Via libera dell’Aula del Senato all’obbligo di profilassi con formulazioni monocomponenti o combinate «in cui sia assente l’antigene per la malattia infettiva per la quale sussiste immunizzazione», per gli individui che siano, appunto, già immunizzati naturalmente. L’emendamento, riformulato dalla relatrice Patrizia Manassero (Pd), inserisce queste formulazioni nelle procedure centralizzate di acquisto per le vaccinazioni obbligatorie, «nei limiti» però - secondo l’inciso inserito dalla commissione Bilancio - «delle disponibilità del Servizio sanitario nazionale». Con questa norma sono stati approvati anche dei subemendamenti che prevedono: la pubblicazione annuale da parte dell’Aifa dei dati sulla disponibilità di vaccini in formulazione monocomponente e combinata; per le vaccinazioni dei minori, il richiamo agli obiettivi prioritari del Piano nazionale di prevenzione 2017/2019 e la distinzione tra vaccinazioni obbligatorie (antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, antipertosse, antiHaemophilus influenzae tipo b), vaccinazioni la cui obbligatorietà è sottoposta a verifica triennale (antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella) e vaccinazioni raccomandate (antimeningococcica B e C, antipneumococcica, antirotavirus).
L’Aula, che ieri ha licenziato l’articolo 2 del provvedimento (“Iniziative di comunicazione e informazione sulle vaccinazioni”), ora sta esaminando l’articolo 3 sugli “Adempimenti vaccinali per l’iscrizione ai servizi educativi per l’infanzia, alle istituzioni del sistema nazionale di istruzione, ai centri di formazione professionale regionale e alle scuole private non paritarie”. Il Senato ha deciso di mantenere il comma 3 dell’articolo 3, che è tra i cardini del testo: la presentazione della documentazione sull’obbligo vaccinale costituisce requisito di accesso per i nidi e le materne da zero a sei anni. Non sono passati, quindi, né l’“emendamento Dirindin” né i seguenti sullo stesso tema.
© RIPRODUZIONE RISERVATA