In parlamento
Vaccini obbligatori ridotti da 12 a 10. Multe dimezzate ai genitori. E Aifa tratterà sul prezzo
di Barbara Gobbi
Si è raggiunta in nottata l’intesa definitiva sul numero dei vaccini obbligatori a scuola: la commissione Igiene e Sanità del Senato - che sta esaminando il Ddl 2856 di conversione del decreto legge n. 73 “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” con l’obiettivo di dare oggi il via libera al testo - ha infatti approvato l’emendamento 1.1000 (testo 2) della relatrice Patrizia Manassero (Pd), che riduce da 12 a 10 le profilassi imposte ai genitori di bambini e ragazzi tra 0 e 16 anni. L’obbligo resta quindi per: anti poliomielitica; anti difterica; anti tetanica; anti epatite B; anti pertosse; anti Haemophilus influenzae tipo b; anti morbillo; anti rosolia; anti-parotite; anti varicella.
Per la stessa fascia d’età il nuovo articolo 1 prevede che altre quattro vaccinazioni - anti meningococco B e C, anti pneumococco e anti rotavirus - siano ad offerta «attiva e gratuita», in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale relativo a ciascuna coorte di nascita. Spetterà al ministero della Salute, sentito l’Iss, dare indicazioni operative su quest’ultima previsione, entro dieci giorni dalla conversione in legge del decreto e sulla base, anche, della verifica dei dati epidemiologici e delle coperture vaccinali raggiunte, realizzata dalla Commissione nazionale per il monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza.
L’intesa, raggiunta sul filo di lana grazie a un asse Pd-Forza Italia che ha portato a 11 voti favorevoli e a dieci contrari, non si limita al minori numero di vaccini obbligatori (nel testo del decreto legge la coercizione riguardava 12 profilassi e l’Iss aveva auspicato che ne fosse introdotta una tredicesima, cioè l’antipneumococco).
L’altra doppia novità importante è il quasi dimezzamento delle multe massime per i genitori che, pur contattati e sensibilizzati dalla Asl, continuino a rifiutare di vaccinare i propri figli: con il nuovo articolo 1 del provvedimento, da 7.500 la sanzione amministrativa scende a un massimo di 3.500 euro. Il minimo è fissato a 500 euro e l’entità della sanzione varierà in base al numero di vaccinazioni su cui si registrerà il “no” della famiglia. Non solo: dal testo scompare il riferimento la possibile segnalazione della Asl al Tribunale dei minori in caso di reiterato diniego dei genitori.
Stretta in arrivo, infine, sui prezzi: un emendamento al comma 6 dell’articolo 1 prevede che i vaccini indicati nel Calendario vaccinale nazionale siano sottoposti alla negoziazione obbligatoria dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco.
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