In parlamento
Il monito della Camera sul Def 2016: «La spending review non riduca i servizi»
di B.Gob.
«Assicurare che l’azione di spending review in ambito sanitario sia condotta attraverso recuperi di efficienza senza riduzione dei servizi». Compare alle ultime due righe della Risoluzione della Camera sul Def, il capitolo Sanità. Con un’indicazione forte, però, che riassume le preoccupazioni espresse in questi giorni da molte parti, a cominciare dalle commissioni parlamentari Igiene e Sanità e Salute, dalle Regioni e dalla Corte dei conti: quel rapporto spesa sanitaria/Pil, stimato nel Documento di programmazione economica al minimo storico del 6,5% nel 2019, fa temere seriamente per la sostenibilità e l’equa erogabilità delle cure.
Per il resto, la Camera invita a valorizzare gli investimenti, anche a favore della ricerca. Così da «conseguire e possibilmente superare - si legge nella Risoluzione - gli obiettivi qualitativi e dei livelli di spesa già fissati e la piena attuazione dei Programmi fondamentali del Piano nazionale ricerca 2015-2020». Un tema quanto mai di attualità, proprio in questi giorni in cui si celebrano a Roma gli Stati generali della Ricerca, ancora decisamente sottostimata e sottofinanziata nel nostro Paese. Legata a doppio filo, l’impegno chiesto al Governo di «promuovere l’eccellenza e il merito, sostenendo gli atenei e i programmi di ricerca innovativi in grado di attrarre un sempre maggior numero di ricercatori italiani e stranieri di qualità».
Sullo sfondo, un’economia italiana che è tornata a crescere ma che rischia di scontare seriamente i segnali di peggioramento del quadro internazionale dovuti al progressivo rallentamento delle economie emergenti, alla debolezza dell’Eurozona, alla volatilità sui mercati internazionali e al cumularsi di rischi geopolitici. Cruciale anche in questo contesto - avverte la Camera - è proseguire nel consolidamento dei conti pubblici e negli obiettivi di riduzione del rapporto debito/Pil, «scongiurando interventi correttivi in corso d’anno, anche al fine di sostenere il migliorato livello di fiducia di famiglie e imprese». Ma anche «proseguire nel percorso di revisione della spesa, accentuandone l’azione selettiva, dando priorità agli interventi su beni e servizi intermedi e sulle società partecipate, come occasione di sviluppo di processi aggregativi e di crescita industriale del settore dei servizi pubblici locali, anche al fine di reperire risorse aggiuntive per sostenere la domanda aggregata e la competitività del Paese».
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