In parlamento
Spesa farmaceutica, Cinque stelle: «Il caos regna sovrano». Le risposte di Aifa
di Rosanna Magnano
Con la rinegoziazione dei medicinali inseriti nei raggruppamenti terapeuticamente assimilabili l’Aifa è arrivata a sottoscrivere accordi con le 70 aziende farmaceutiche convocate per 211 specialità medicinali ottenendo un risparmio per il Ssn su base annua di 242,4 milioni, pari al -2,8% sul totale della spesa farmaceutica convenzionata (8,6 miliardi di euro nel 2014). La riduzione di prezzo media è stata di -0,86 euro. Gli sconti ottenuti vanno da un minimo di -0,05 euro a -3,1 euro per 60 gruppi di equivalenza (sul totale di 112 gruppi coinvolti nella manovra e presenti nella lista di trasparenza Aifa). Sono i dati contenuti nella risposta dell’Aifa fornita del sottosegretario Vito De Filippo a una lunga e articolata interpellanza presentata alla Camera dall’onorevole Giulia Grillo, deputata del Movimento 5 stelle (vedi documento correlato).
Il «tesoretto» di 242,4 milioni è suddiviso in 189,3 mln derivanti dalle riduzioni di prezzo dei farmaci (riguardanti 215 confezioni corrispondenti a 146 specialità medicinali); 40.81 mln di “payback” (che sarà versato dalle aziende farmaceutiche direttamente alle Regioni per 90 confezioni, corrispondenti a 52 specialità medicinali) e 12,4 mln relativi a riclassificazioni in fascia di non rimborsabilità (che riguarda 19 confezioni corrispondenti a 13 specialità medicinali).
«Complessivamente - spiega l’Aifa - la manovra porterà a un risparmio per il Ssn su base annuale di 314,3 mln di euro, corrispondente a un risparmio atteso di 706,1 milioni di euro fino al 2017. L’attività negoziale ha interessato 1.064 confezioni, corrispondenti a 694 specialità medicinali individuate nell’ambito di 13 raggruppamenti terapeuticamente assimilabili, comprendenti i medicinali a maggior impatto sulla spesa farmaceutica convenzionata. Inoltre la rinegoziazione ha complessivamente interessato 72 confezioni, corrispondenti a 27 specialità di medicinali biotecnologici privi di copertura brevettuale e senza la concomitante disponibilità di un biosimilare».
L’incognita dei vecchi ripiani sull’ospedaliera
Un ulteriore quesito posto dai pentastellati riguarda «le iniziative intraprese atte alla risoluzione del blocco del ripiani relativi al superamento del tetto di spesa della farmaceutica ospedaliera a carico delle aziende farmaceutiche per gli anni 2013, 2014 e 2015 ».
I ripiani sono di fatto in stand by per effetto delle duesentenze del Tar , il che si traduce nella «mancata erogazione, a favore delle regioni - si legge nel testo dell’interrogazione - del ripiano previsto a causa del superamento del tetto di spesa a carico delle aziende farmaceutiche, per un importo complessivo di poco inferiore al miliardo di euro, per gli anni 2013 e 2014, e superiore ai 500 milioni di euro per il 2015».
Una cifra non incassata dalle regioni, con un impatto pesante che «soprattutto per quelle sottoposte a piano di rientro - sottolinea il M5S - presuppone una grave indeterminatezza nella compilazione dei bilanci, siano essi consultivi o di programmazione, con ripercussioni sui risultati di gestione e di conseguenza sulle possibilità di investimento delle aziende sanitarie al fine di garantire il corretto svolgimento dei servizi a favore dei cittadini».
A questo quesito l’Aifa risponde che al tavolo tecnico Governo-Aifa-Regioni, che dovrebbe ridisegnare la nuova «governance» della spesa farmaceutica, è emersa l’urgenza di «consentire alle regioni di chiudere i rispettivi bilanci degli anni passati, introittando gli importi relativi al payback per gli anni 2013-2014-2015 mediante un’apposita previsione normativa in tal senso, in relazione alla quale i componenti del tavolo stanno giungendo al testo conclusivo». Dunque una soluzione ci sarà ma bisogna attendere.
Sotto il profilo giurdico, l’Aifa spiega poi di aver scelto di «dare ottemperanza alle decisioni di primo grado del giudice amministrativo», anche perché «in alcuni dei contenziosi in questionele azziende farmaceutiche sono state in grado di dimostrare che i dati delle Regioni erano sbagliati». Come dire che anche e soprattutto le Regioni hanno la loro parte di responsabilità nello stallo che si è creato.
Cinque stelle: «Il caos regna sovrano»
In generale le risposte non hanno «soddisfatto» i Cinque Stelle: «Grazie alla nostra interpellanza, a prima firma Giulia Grillo - si legge in una nota - presentata alla Camera, abbiamo scoperto che il mancato risparmio dalla rinegoziazione del prezzo dei farmaci, effettuata in queste settimane dall'Agenzia italiana del Farmaco, costerà alla collettività circa mezzo miliardo di euro. E' questa la differenza che emerge tra i dati forniti oggi dal sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, e quanto riportato nell'Intesa Stato-Regioni del 2 luglio 2015, che definiva i tagli alla sanità per 2,3 miliardi».
«Non solo - continuano i Cinque stelle - nella risposta del Governo le Regioni ricevono un durissimo attacco dall'Aifa . Quest'ultima, di fatto, addebita alle Regioni la responsabilità del mancato pagamento del pay back a carico dell'industria del farmaco. Insomma, è chiaro che rispetto ad una partita che vale complessivamente circa 2 miliardi di euro - a tanto ammonta il pay back, sommando i fondi per gli anni dal 2013 al 2015 -, il caos regna sovrano.
Il quadro che emerge è esplosivo: la mancanza di trasparenza, abbinata alla discrezionalità da parte dell'Aifa, non consente la corretta gestione della spesa pubblica per i farmaci che, complessivamente, supera i 20 miliardi di euro».
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