In parlamento
La riforma Madia è legge e Renzi saluta «i gufi». Arriva il ruolo unico per i dirigenti
Via libera definitivo con 145 voti favorevoli, 97 contrari e nessun astenuto. In neanche un'ora stamattina l'Aula di Palazzo Madama ha completato le votazioni sui 23 articoli della delega sulla Pa. La riforma Madia è legge. E, come messo nero su bianco nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile, nei prossimi cinque anni dovrebbe valere 0,4 punti di Pil. Con un effetto espansivo sui principali indicatori di finanza pubblica, a partire da debito e indebitamento netto.
Renzi: «Un abbraccio agli amici gufi»
Via twitter il premier Matteo Renzi ha salutato così il «sì» alla riforma: «Un altro tassello: approvata la riforma PA #lavoltabuona un abbraccio agli amici gufi».
Dirigenza e pubblico impiego, si cambia
È una riforma ad ampio raggio, quella disegnata dal ddl Madia. Con ben 15 deleghe al Governo, tra cui spicca quella della scrittura di un nuovo testo unico sul pubblico impiego nel quale bisognerà introdurre nuove norme in tema di responsabilità dei dipendenti pubblici per «rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l'esercizio dell'azione disciplinare». Con la delega arriva inoltre il ruolo unico per i dirigenti (uno per lo Stato, uno per le regioni e uno per gli enti locali), che saranno scelti in base al merito e alla formazione continua e potranno rimanere in carica quattro anni (con l'aggiunta di due anni, se necessario, ma per una sola volta), salvo poi cambiare incarico. Per non essere licenziati, potranno accettare di essere “declassati” a funzionari. In caso di condanna anche non definitiva da parte della Corte dei conti al risarcimento del danno erariale, i dirigenti potranno essere revocati.
Le novità per i Dg
Il testo prevede per gli incarichi di direttore generale, amministrativo e sanitario delle aziende alcuni principi fondamentali:
- selezione unica per titoli previo avviso pubblico, dei direttori generali in possesso di specifici titoli formativi e professionali e di comprovata esperienza dirigenziale, effettuata, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, da parte di una commissione nazionale composta pariteticamente da rappresentanti dello Stato e delle Regioni, per l'inserimento in un elenco nazionale degli idonei istituito presso il ministero della Salute, aggiornato con cadenza biennale, da cui le regioni e le province autonome devono attingere per le nomine che saranno effettuate su una rosa di candidati individuati e previo colloquio;
- sistema di verifica e di valutazione dell'attività dei direttori generali che tenga conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari, anche in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e dei risultati del programma nazionale valutazione esiti;
- decadenza dall'incarico e possibilità di reinserimento soltanto all'esito di una nuova selezione nel caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, accertato decorsi ventiquattro mesi dalla nomina, o nel caso di gravi o comprovati motivi, o di grave disavanzo o di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e imparzialità; selezione per titoli e colloquio, previo avviso pubblico, dei direttori amministrativi e dei direttori sanitari in possesso di specifici titoli professionali, scientifici e di carriera, effettuata da parte di commissioni regionali composte da esperti di qualificate istituzioni scientifiche, per l'inserimento in appositi elenchi regionali degli idonei, aggiornati con cadenza biennale, da cui i direttori generali devono obbligatoriamente attingere per le relative nomine;
- decadenza dall'incarico nel caso di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e imparzialità.
E c’è anche nel testo un ulteriore taglio ai ministeri, per i quali è prevista la riduzione degli uffici di diretta collaborazione dei ministri e dei sottosegretari, per la quale la delega dovrà definire criteri generali per la determinazione delle relative risorse finanziarie, in relazione alle attribuzioni e alle dimensioni dei dicasteri, e l'eliminazione degli uffici ministeriali le cui funzioni si sovrappongono a quelle delle autorità indipendenti.
Le misure anti-burocrazia
La delega prevede una macchina burocratica più agile e snella: arriverà la nuova Carta di cittadinanza digitale, con i livelli minimi di qualità dei servizi della Pa online; dovrà diventare possibile pagare multe e bollette fino a 50 euro con un sms; le amministrazioni che si occupano di tutela paesaggistica e salute dei cittadini avranno 90 giorni di tempo tassativi per rispondere prima che scatti il “silenzio assenso”; in caso di contese tra amministrazioni centrali sui nulla osta sarà direttamente il premier, dopo una passaggio in Consiglio dei ministri, a decidere; saranno tagliati fino al 50% i termini per la chiusura delle procedure che riguardano opere di interesse generale o l'avvio di insediamenti produttivi (il regolamento di delegificazione forse più atteso dalle imprese). Snellita e velocizzata la conferenza dei servizi: il silenzio di un'amministrazione che non esprime il parere entro il termine stabilito equivarrà a un «sì». Si ridurranno i partecipanti, si potranno convocare riunioni in via telematica.
Da settembre i primi decreti delegati
È evidente che, fatta la legge, molto dipenderà dai decreti delegati: una quindicina in tutto, che l'Esecutivo punta a presentare a partire da settembre. La ministra Marianna Madia ha parlato di due pacchetti: prima le misure anti-burocrazia, poi quelli del dimagrimento della macchina pubblica. Per ultimo il riordino della dirigenza e il testo unico del pubblico impiego.
Le novità in pillole
Queste le maggiori novità previste:
TRASPARENZA: accesso libero ai documenti e ai dati della pubblica ammnistrazione -
DIGITALIZZAZIONE: viene introdotta la `carta della cittadinanza digitale´, gestita da un dirigente ad hoc. Le cosiddette micro-bollette si potranno pagare anche con il credito telefonico.
LICENZIAMENTI PIU' FACILI: in caso di azione disciplinare obbligo di portare a termine la pratica, compreso il ricorso alla sanzione piu' grave.
LICENZIABILITA' DEI VERTICI: basta incarichi dirigenziali che possano essere ricoperti senza preoccupazione di rimozione.
Viene infatti introdotto il criterio della valutazione. Se questa e' negativa, due le possibilita': o lasciare l'amministrazione dello Stato, o accettare di passare da un incarico di dirigente a quello di funzionario. Inoltre viene introdotta la revoca o il divieto dell'incarico in settori esposti al rischio corruzione, quando c'e' una condanna (anche non definitiva) da parte della Corte dei Conti al risarcimento del danno erariale per condotte dolose.
ABOLITO IL VOTO MINIMO DI LAUREA: con un emendamento presentato dal Pd e votato la notte scorsa, viene abolito il requisito del voto minimo di laurea per partecipare ai pubblici concorsi.
LOTTA ALL'ASSENTEISMO: passano dalle Asl all'Inps le funzioni di controllo sulle malattie.
TELELAVORO E CO-WORKING: l'articolo 11 prevede l'introduzione per i dipendenti della Pubblica amministrazione delle forme di telelavoro e co-working.
FUSIONE DEL CORPO FORESTALE con un'altra forza dello stato, come i carabinieri. Si prevede inoltre un riordino di tutte le forze.
PARTECIPATE: piu' facile il commissariamento. Drastica riduzione delle camere di commercio.
PREFETTURE: stessa sorte delle partecipate. Eliminazione anche degli uffici ridondanti tra ministeri e enti di controllo e garanzia.
GRANDI OPERE: semplificate le pratiche burocratiche per i cantieri. Si calcola un dimezzamento dei tempi.
NUMERO UNICO PER EMERGENZE: il 112 sarà valido per tutti i tipi di problema o emergenza.
LIBRETTO UNICO AUTO: grazie al previsto trasferimento del Pubblico registro automobilistico (Pra), retto dall'Aci, al ministero dei Trasporti, a cui fa capo la Motorizzazione, si punta alla creazione di unica banca dati per la circolazione e la proprieta', con un solo libretto.
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