In parlamento
Aifa: per il Movimento 5 stelle «enormi» conflitti di interesse
«Le norme interne all’Aifa che dovrebbero regolare i potenziali conflitti di interesse sono un colabrodo. Non sappiamo se queste falle siano il frutto di mani incapaci o dolose, ma certamente il ministero della Salute dovrebbe prendere provvedimenti urgenti per indurre l'Agenzia a rivedere immediatamente la normativa interna sulla materia perché, oggi, tra i suoi dipendenti e le case farmaceutiche possono intercorrere rapporti assolutamente sregolati». Lo affermano i deputati del Movimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali commentando la risposta del ministero della Salute all'interrogazione, a prima firma Giulia Grillo, sulle verifiche dei componenti della Commissione tecnico scientifica e del Comitato rimborsi e prezzi dell’Aifa.
Per il movimento, in base alla risposta data dal Ministero «tutto sembrerebbe andare liscio e, dunque, non correrebbero interessi collegabili tra l'industria farmaceutica e i componenti della commissione e del Comitato citati. La realtà è totalmente diversa: il rischio di conflitti d'interesse c’è eccome, ed è enorme».
Per prima cosa, secondo i deputati M5S, «leggendo il Regolamento per disciplina del conflitto di interessi dell'Aifa, all'articolo 7 si afferma che la partecipazione di dipendenti dell'Agenzia a corsi-conferenze sponsorizzate da case farmaceutiche non deve essere dichiarate ufficialmente. Tale comunicazione deve invece avvenire solo nel caso in cui gli esperti ricevano un compenso dalle società farmaceutiche eccedente i rimborsi spese direttamente riconducibili alla partecipazione del convegno-seminario.
Non bastasse, nell'articolo 13 del regolamento sul funzionamento della Commissione tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborsi, si afferma che non possono partecipare alle decisioni sulla valutazione di un medicinale quei membri che siano stati pagati per aver partecipato allo sviluppo del medicinale in questione o a medicinali con le stesse indicazioni terapeutiche. E cosa accade invece per quelli con indicazioni terapeutiche diverse?
In sostanza, i controlli sono a maglie estremamente larghe e i membri della Commissione e del Comitato hanno ampia libertà di interagire e stringere rapporti professionali, pagati, con le case farmaceutiche. Se quello che viene certificato da questi due pseudo-regolamenti non corrisponde al riconoscimento della complicità tra le parti, poco ci manca».
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