Imprese e mercato

Per l'industria italiana del dentale valore di oltre 1,3 miliardi (+30% sul 2019) e boom dell'export a 900 mln

di Roberto Rosso *

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24 Esclusivo per Sanità24

Secondo quanto emerge dallo Studio di settore Unidi (Unione nazionale industrie dentarie italiane), il settore produttivo italiano dell’abito dentale cresce ancora dopo il + 29% del 2021, anno nel quale il comparto aveva risposto pienamente alla fisiologica caduta del 2020, dovuta alla diffusione del Covid-19. Per il 2022 la crescita è stimata in un ulteriore +16%, con un valore complessivo del comparto che supera 1,3 miliardi (Grafico 1).
Si può quindi affermare che il settore abbia consolidato volumi complessivi molto al di sopra di quelli del 2019, rispetto al quale la crescita complessiva è di circa il 30%. Secondo il Presidente di Unidi, Fabio Velotti, «Le straordinarie performance del comparto, che cresce costantemente in modo strutturale, con un tasso medio del 6% nell’ultimo decennio, sono fortemente connesse alla forza del made in Italy del settore dentale internazionale, nel quale la nostra industria cresce sia grazie alla vendita di tecnologie che di prodotti consumabili» (Graf. 2). Il mercato delle esportazioni, quasi interamente presidiato dai produttori italiani (96%), è cresciuto del 22%, con un picco del 24% per i fabbricanti e una crescita più limitata per i distributori che operano anche all’estero. Il business presenta un tasso medio composto di crescita del 7% nell’ultimo decennio. Le esportazioni del 2022 sono stimate in circa 900 milioni, più che raddoppiato in 10 anni.
Il business dell’export si colloca a oltre il 36% rispetto ai valori del 2019, con un recupero molto importante, considerando che nel 2021 la crescita era stata più contenuta e la produzione era stata maggiormente sostenuta dalla domanda interna.
Il mercato domestico viene misurato a valori di sell-out, ossia al prezzo di vendita ai clienti finali. In questo caso alla produzione interna si sommano le vendite provenienti dai fabbricanti internazionali. Si tratta quindi degli acquisti di studi dentistici e laboratori odontotecnici.
La domanda interna era cresciuta enormemente nel 2021, come rimbalzo del calo del 2020, e le effettive possibilità di consolidamento dei nuovi valori erano una vera incognita. Ma i valori del 2021 sono stati ulteriormente superati, sia pur di un +2%, raggiungendo la soglia di 1,65 miliardi di euro (Grafico 3).
Nel 2022 i materiali di consumo hanno subito una lieve riduzione dei valori delle vendite. In particolare, si evidenzia un forte calo dei prodotti monouso dovuto alla riduzione dei prezzi, cresciuti enormemente per la carenza di offerta nel 2020. Viceversa, hanno ottenuto una buona performance i principali segmenti del comparto tecnologico (mediamente +5%), sostenuti dalla proposta digitale e dalle agevolazioni fiscali che, anche nel 2022, hanno supportato studi dentistici e laboratori negli investimenti tesi al rinnovo delle attrezzature.
Commenta ancora Velotti: «È molto importante il consolidamento della crescita dopo il fisiologico rimbalzo positivo del 2021, anno del post Covid poiché, nonostante la crisi del 2020, dentisti, odontotecnici e operatori hanno reagito proattivamente, scommettendo su un futuro che poteva apparire incerto. Del resto, il dentale è un settore incentrato sullo sviluppo di prestazioni e servizi indispensabili per la popolazione e che necessitano di qualità e innovazione che l’industria dentale italiana sta costantemente fornendo».

* Presidente dell’Istituto Key-Stone


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