Imprese e mercato
Ambrosetti: l’industria delle Life Sciences motore di innovazione e crescita sostenibile
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All’alba del nuovo ciclo economico e con l’arrivo dei primi fondi connessi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il settore produttivo è chiamato ad un ruolo da protagonista per la ripartenza del Paese, in sinergia e dialogando con il pubblico e le istituzioni. Il settore delle Life Science, in particolare, ha fornito un contributo decisivo durante la pandemia e ha evidenziato l’importanza per il Paese di poter contare su un sistema di ricerca scientifica all’avanguardia e di una filiera di produzione e distribuzione di farmaci e dispositivi efficiente e resiliente. È stato questo il punto di partenza dell’evento “L’industria delle Life Sciences come motore di innovazione e crescita sostenibile per il Paese. Modelli per il rilancio nella new normality”, organizzato da The European House – Ambrosetti, 1˚ Think Tank in Italia e 4° nell’Unione Europea nella categoria "Best Private Think Tanks" nell’ultima edizione del "Global Go To Think Tanks Report" dell’Università della Pennsylvania e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale e Merck, azienda leader in ambito scientifico e tecnologico nei settori Healthcare, Life Science ed Electronics, con sede centrale a Darmstadt (Germania) e con una presenza molto rilevante in Italia.
Valerio De Molli (Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti) ha presentato lo scenario di riferimento per il settore delle Life Science e ha illustrato i risultati dello studio di impatto realizzato da The European House – Ambrosetti sul caso Merck. “L’Italia – secondo De Molli - ha dovuto affrontare la pandemia da un punto di partenza svantaggiato: negli ultimi 20 anni il Pil italiano è cresciuto ad un tasso tra le 6 e le 9 volte più basso di quello degli altri grandi Paesi europei e il divario di produttività è peggiorato in media del 30% rispetto ai Paesi competitor. Nel 2020, poi, a causa della pandemia, sono stati persi 450 mila posti di lavoro, di cui il 70% donne. In questo contesto l’industria delle Life Science ha fornito un contributo decisivo per rimettere in moto il Paese e ha permesso il consolidarsi di un sentiment positivo della business community, che oggi è ai massimi storici secondo le rilevazioni dell’Ambrosetti Club Economic Indicator. Il contributo dell’industria della Life Science non si limita agli sforzi per contrastare la pandemia: il settore è oggi primo in Europa per numero di domande di brevetti depositate. In Italia è anche il settore a più alta produttività e il farmaceutico è leader europeo per valore della produzione e crescita dell’export nell’ultimo decennio”.
“Abbiamo applicato – continua Valerio De Molli - alla presenza e alle attività di Merck in Italia il nostro modello proprietario dei 4 Capitali, che misura gli impatti e il valore generato da un’azienda per i territori in cui è insediata e per il sistema Paese. Ne è emerso un quadro di grande rilevanza che ha dimostrato come i continui investimenti realizzati in Italia da Merck negli ultimi anni negli ambiti della ricerca e sviluppo, degli studi clinici e della capacità produttiva abbiano generato ricadute positive per l’economia, la società, l’ambiente e lo sviluppo di conoscenza e innovazione”.
Tra i molti dati analizzati nello studio, si evidenzia come Merck fornisca un contributo al Pil complessivo, tra diretto, indiretto e indotto, di 403 milioni di euro. Questo grazie al coinvolgimento diffuso della filiera e a investimenti crescenti: tra il 2015 e il 2019 l’azienda ha investito in Italia 174 milioni di euro (+4,9% medio annuo, un ritmo più elevato della media del settore farmaceutico), concentrati in particolare al Sud presso il sito produttivo di Modugno-Bari. I dipendenti diretti di Merck nel nostro Paese sono oltre 1.200 (con il 50,7 di occupazione femminile), ma superano le 4.000 unità considerando anche l’occupazione sostenuta nelle filiere coinvolte.
Questi impatti sono stati commentati da Jan Kirsten (General manager, Healthcare, Merck Italia): “Lo studio della European House of Ambrosetti evidenzia molto bene il valore generato da Merck in Italia e le caratteristiche distintive della nostra presenza. Siamo infatti l’unica tra le maggiori multinazionali estere del settore presenti in Italia a coprire tutte le fasi della filiera, dalla ricerca preclinica e clinica alla produzione e commercializzazione del farmaco, senza trascurare la fornitura di reagenti e strumentazione a supporto della ricerca scientifica. I cinque siti italiani di Merck, distribuiti in 4 regioni (Lazio, Puglia, Piemonte e Lombardia), costituiscono una ricchezza per il Paese ed hanno una grande importanza strategica per il nostro Gruppo”.
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