Imprese e mercato
AMR Action Fund: l'industria farmaceutica investe 1 miliardo contro l'antibiotico-resistenza
di Ernesto Diffidenti
24 Esclusivo per Sanità24
L'antibiotico-resistenza (Amr) rappresenta, a lungo termine, una delle minacce più temibili per la salute pubblica mondiale. In alcuni degli scenari più allarmanti si stima che, entro il 2050, l'Amr potrebbe mietere ogni anno fino a 10 milioni di vite umane con danni economici per i paesi Ocse tra i 20 e i 35 miliardi di dollari. Intanto, già oggi, l'antibiotico-resistenza causa 700mila decessi in tutto il mondo con l'Italia che detiene il non invidiabile primato in Europa con oltre 10mila decessi all'anno. Dati che potrebbero peggiorare per la pandemia di coronavirus, secondo alcuni studi, anche a causa delle infezioni batteriche secondarie trasmesse in ambito ospedaliero che necessitano di un trattamento antibiotico tempestivo e appropriato.
Tra le misure adottate per contrastare il fenomeno (l'Italia ha un piano specifico nazionale) figurano monitoraggi continui, istituzioni di banche dati, programmi di sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all'assistenza, miglioramento della qualità della stessa sorveglianza, riduzione del consumo di antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale, nonché promozione della consapevolezza da parte della comunità nell'uso degli antibiotici. Anche la vaccinazione – ad esempio la vaccinazione per lo pneumococco – potrebbe svolgere un ruolo preventivo importante per evitare il ricorso alla terapia antibiotica e ridurre le ospedalizzazioni. Ma soprattutto servono investimenti nella ricerca di nuovi antibiotici.
Per questo oltre 20 aziende biofarmaceutiche hanno lanciato l' AMR Action Fund, un partenariato innovativo che punta a rendere disponibili ai pazienti 2-4 nuovi antibiotici entro il 2030 e che ha già raccolto quasi 1 miliardo di dollari in nuovi finanziamenti per sostenere la ricerca clinica di nuovi antibiotici innovativi. Attraverso l'AMR Action Fund, le case farmaceutiche "uniranno le forze con enti caritatevoli, banche di sviluppo e organizzazioni multilaterali per rafforzare e accelerare lo sviluppo di antibiotici".
"MSD è una delle poche aziende che ancora investe in R&S per la scoperta di nuovi antibiotici - afferma Nicoletta Luppi, Senior Vice President e Managing Director di MSD Italia - e ha aderito all'AMR Action Fund con un contributo significativo di 100 milioni di dollari nella consapevolezza che sia necessario unire le forze per rafforzare l'esile pipeline dell'innovazione nel campo degli antibiotici a livello globale". Nel contesto della resistenza antimicrobica, i nuovi antibiotici non hanno necessariamente lo scopo di essere più efficaci di quelli già disponibili, "ma di costituire un'alternativa alle terapie standard, per contrastare lo sviluppo di ceppi batterici resistenti".
"Tuttavia - continua Luppi - gli attuali meccanismi di definizione del prezzo e del rimborso sono focalizzati essenzialmente sul costo delle terapie e non sul beneficio che esse apportano in termini di riduzione di decessi e delle resistenze. Diversi Paesi europei, come la Germania, hanno invece recepito questa necessità introducendo nuovi leggi per agevolare l'accesso ai pazienti dei nuovi antibiotici, remunerando in modo equo e sostenibile lo sforzo innovativo delle aziende".
Sono pochi , infatti, gli antibiotici in fase di sperimentazione clinica perché, nonostante gli enormi costi sociali dell'Amr, al momento non esistono delle condizioni di mercato attraenti ed economicamente sostenibili per i nuovi antibiotici. Di conseguenza, negli ultimi anni, svariate aziende biotech specializzate nel settore sono fallite o hanno abbandonato questo campo di ricerca caratterizzato dalla mancanza di sostenibilità commerciale, con una perdita di competenze e di risorse.
Insomma, la fragilità produttiva della ricerca farmacologica nell'area degli antibiotici è prevalentemente dovuta al sostanziale disconoscimento del valore dei nuovi antibiotici da parte degli organismi regolatori a livello mondiale. Solo l'Agenzia europea del farmaco ha adottato misure per semplificare l'approvazione di nuovi antibiotici per trattare le infezioni resistenti e affrontare le aree di elevato bisogno sanitario accettando studi di non inferiorità mentre in Italia l'Aifa ancora non ha riconosciuto a nessun nuovo antibiotico l'innovatività piena dall'entrata in vigore dell'attuale sistema di valutazione delle nuove terapie.
"L'AMR Action Fund rappresenta, quindi - conclude Luppi - un fondamentale atto di responsabilità sociale da parte dell'industria nella lotta all'AMR, al quale dovrebbe ora auspicabilmente unirsi un'azione dei Governi per introdurre riforme e incentivi in grado di rivitalizzare la R&S, anche attraverso una necessaria valorizzazione dell'innovazione in tale area. Soltanto insieme, senza pregiudizi, potremo andare più lontano a tutela delle generazioni future".
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