Imprese e mercato
Coronavirus/Aziende ortopediche: un piano snello ed efficace per la Fase 2
di Alessandro Maggi*
24 Esclusivo per Sanità24
Fin dal primo Decreto Conte, le aziende ortopediche e sanitarie italiane sono state riconosciute come erogatrici di prestazioni e servizi essenziali per la cittadinanza. Le persone fragili (circa 2,5 milioni di italiani) hanno quindi potuto contare su un presidio territoriale, che ha continuato ad offrire i propri servizi, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza e protezione individuale.
Lo sforzo organizzativo, imprenditoriale, sanitario, professionale, decisamente costoso e rischioso, si è però rivelato complessivamente velleitario.
L'impegno delle aziende è stato reso vano dalla chiusura degli Uffici protesici territoriali, dalla necessità di coinvolgere il personale clinico-riabilitativo nei reparti Covid, generando di fatto l'interruzione di tutta l'attività di presa in carico dei pazienti, ivi compresa la fase prescrittiva di presidi orto-protesici; a questo si aggiunge che l'essere ricompresi in un codice Ateco autorizzato all'attività, ha negato l'accesso a tutta una serie di benefici fiscali.
Nell'approccio alla cd. "Fase2" è necessario cambiare decisamente passo, superando la logica del semplice codice Ateco, per considerare invece l'intera filiera, che parte dai clinici e dai servizi riabilitativi ambulatoriali ed ospedalieri, che devono poter tornare alla propria attività.
E' necessario snellire i processi burocratico-amministrativi: oggi la persona, che ha bisogno di una semplice carrozzina, si confronta con almeno 6 differenti passaggi e spesso deve coinvolgere familiari e i servizi territoriali, con spreco di risorse e ore lavorate.
La creazione degli elenchi regionali dei prescrittori ha ulteriormente complicato tale procedura, avendo ridotto il numero di specialisti autorizzati.
Le regole di distanziamento sociale e di protezione degli operatori imporranno nuove limitazioni, alle quali bisogna rispondere ripensando procedure, tempi e spazi, ma soprattutto scegliendo, senza ulteriori indugi, lo strumento digitale come luogo di gestione dei processi: dalla visita al tele-consulto, dai controlli ambulatoriali al tele-monitoraggio, dalla riabilitazione fisica alla tele-riabilitazione, adottando robotica indossabile e strumenti di allenamento interconnessi, finalmente inclusi nei servizi erogati in convenzione con Ssn.
Abbiamo bisogno di maggiori servizi territoriali, vicini alle Persone, al pari delle ortopedie che garantiscono servizio domiciliare, per adeguare i presidi alle esigenze non solo riabilitative ma anche ambientali della persona.
Le buone regole servono soprattutto quando si affronta l'emergenza, tuttavia le continue deroghe a cui abbiamo assistito nei vari Dpcm, dimostrano che ci siamo dotati di pessime o troppe regole, che impediscono di svolgere quello che serve, in tempi rapidi ed efficacemente: cogliamo l'occasione per fare pulizia, in modo di poter permettere alle aziende di competere e di offrire una professionalità efficace ed efficiente.
Tutto ciò premesso, è necessario ripartire dal pagamento dello scaduto della PA, magari approfittando degli strumenti che l'Europa metterà a disposizione, oltre alla sospensione di strumenti come l'NSO "Nodo smistamento ordini", che vede le Aziende sanitarie non ancora attrezzate, ristabilendo cosi la "normalità" di rapporto tra Aziende Sanitarie ed aziende ortopediche.
Infine, deve essere completato l'assetto del Dpcm "Nuovi Lea", al quale mancano ancora le tariffe dei presidi orto-protesico riabilitativi, permettendo così, nel vuoto legislativo, che ogni Regione-Asl-Distretto si organizzi "a sentimento", con gare e procedure pubbliche, con l'unico scopo di risparmiare, a prescindere dei danni nei confronti dei cittadini e delle aziende.
Infatti, la storia delle mascherine chirurgiche insegna che insistendo a voler pagare poco o niente, nessuno in Italia le produce ed ora si pagano care oppure si debbono mettere i panni dei pavimenti sul viso.
Il comparto conferma la propria disponibilità ad essere parte attiva ed operativa nella gestione delle criticità che si presenteranno nella "Fase 2", confidando che a questo impegno corrisponda un serio rilancio, della progettualità di sistema e non sia solo risolvere il contingente.
*Presidente Assortopedia
© RIPRODUZIONE RISERVATA