Imprese e mercato

Farmaci: industrie e medici alla prova trasparenza. Scaccabarozzi (Farmindustria): «Una svolta epocale»

di Rosanna Magnano

Si chiama «disclosure code» e si legge: giocare a carte scoperte nella collaborazione tra industria farmaceutica e medici. E il primo passo è stato fatto dalle imprese del farmaco, che seguendo il nuovo codice trasparenza dell’associazione europea Efpia - recepito nel codice deontologico di Farmindustria - dal 30 giugno 2016 renderanno disponibili sui propri siti internet i nomi dei professionisti della sanità e delle organizzazioni che collaborano con loro e i dati 2015 delle transazioni economiche relative a «partecipazioni a convegni, oneri per relatori, consulenze e comitati consultivi». A ciò si aggiungono «le sovvenzioni per la ricerca e lo sviluppo, che verranno pubblicate in aggregato». «Una svolta epocale», la definisce il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, durante un incontro con la stampa. E anche coraggiosa, si potrebbe aggiungere, perché una volta rese pubbliche queste informazioni, il rischio è quello di scatenare un vero vespaio. «Sappiamo che alcuni utilizzeranno questi dati facendosi guidare dal pregiudizio - spiega Scaccabarozzi - ma accettiamo il rischio. Per noi si tratta di collaborazioni positive, un trasferimento bilaterale di valori che va a beneficio della ricerca e dei pazienti e che dovrà essere sempre più trasparente. Pensiamo in ogni caso che sia meglio sapere».

Le terapie sono infatti sempre più innovative e complesse. «L’interazione tra medici e industria è già molto ben regolata ed è essenziale. Da un lato per aiutare i medici a essere al passo con gli sviluppi più recenti e dall’altro per le aziende che devono acquisire tutte le informazioni provenienti dai medici per migliorare le terapie stesse».

Ma questi sono tutti rapporti regolati da transazioni economiche e nei bilanci aziendali vanno sotto la voce «marketing e sponsorizzazioni». Una voce di spesa, ricorda Farmindustria, tra l’altro tassata al 5% dallo Stato e che va a finanziare la ricerca indipendente.

La novità è che presto verranno fuori cifre e nomi. Perché, sostiene l’associazione, «non c’è niente da nascondere». Ma potrebbe non essere così per tutti. E gli esborsi - complice il «disclosure code» - potrebbero anche assottigliarsi: basti pensare che alcune società hanno già deciso di intraprendere la via della sobrietà, asciugando o annullando del tutto i flussi di finanziamenti verso le tasche dei professionisti della sanità. Insomma una sorta di spending review delle imprese.

Intanto tutte le aziende associate sono alle prese con il dossier trasparenza, per incrociare nomi e denari, anche incamerando i dati dalle case madri all’estero, quando gli eventi e le collaborazioni coinvolgono medici italiani. Spesso creando nuova occupazione: «Io ho dovuto assumere tre persone», racconta Scaccabarozzi, amministratore delegato di Janssen-Cilag.

Insomma un’operazione che sulla scia delle cifre circolate nei giorni scorsi sulla corruzione in sanità si propone di segnare un deciso cambio di passo, verso una nuova cultura. In Paesi come Stati Uniti e Francia è già legge da tempo. Attecchirà in Italia? Si vedrà. I segnali per ora sono positivi. «Tutta l’operazione - spiega il presidente di Farmindustria - è stata fatta in tandem con i medici. In stretta collaborazione con Fnomceo e con le società scientifiche. E l’adesione dei camici bianchi è stata molto alta. La stragrande maggioranza dei dottori ha infatti dato il consenso alla pubblicazione del proprio nome». Se le aziende farmaceutiche sono obbligate dal codice deontologico dell’associazione, per i dati individuali è infatti necessario il disco verde dei singoli professionisti. Ma le transazioni il cui destinatario vorrà restare «anonimo» saranno comunque pubblicate sui siti in forma aggregata con l’ammontare complessivo e il relativo numero di medici che hanno ricevuto i compensi.

La collaborazione tra industria e medici si articola in un ampio ventaglio di possibilità. «La ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci - spiega Scaccabarozzi - si fa attraverso gli studi clinici effettuati in ospedale, nelle università e nelle strutture sanitarie pubbliche e private; gli incontri preparatori agli studi clinici sono molto importanti, in particolare per i prodotti innovativi e iniziative di informazione come seminari e convegni scientifici consentono la condivisione delle conoscenze più avanzate. Ma poi ci sono anche le attività di supporto ai corsi Ecm e lo scambio di informazioni sull’efficacia delle terapie, sull’evoluzione delle patologie, sull’appropriatezza dell’uso dei farmaci e sulla farmacovigilanza». Attività preziose, ribadisce Farmindustria, «a beneficio della ricerca e dei pazienti». E dal 30 giugno saranno tutte alla luce del sole.


© RIPRODUZIONE RISERVATA