Imprese e mercato
Ddl Concorrenza, Federfarma: «E’ stato preservato il servizio farmaceutico»
di Annarosa Racca (presidente Federfarma)
Il Ddl Concorrenza introduce il capitale nelle libere professioni e anche nella proprietà della farmacia. Le Commissioni VI e X della Camera, nell'approvare l'articolo 32 del Ddl concorrenza che consente l'ingresso del capitale nella proprietà della farmacia, hanno inserito alcuni elementi di garanzia e di trasparenza: non può essere socio della farmacia chi svolge attività nella produzione del farmaco, nella informazione scientifica e chi esercita la professione medica. E' consentito, invece, il possesso di quote societarie a chi opera nella distribuzione intermedia. Sono mantenute, inoltre, le incompatibilità già previste per le società di soli farmacisti, quali l'essere titolare, direttore, gestore provvisorio o collaboratore di una farmacia o avere qualsiasi rapporto di lavoro pubblico e privato.
Nell'ottica di assicurare maggiore trasparenza, le Commissioni riunite hanno introdotto l'obbligo per le società di capitali di comunicare lo statuto e le variazioni della compagine sociale agli Ordini dei farmacisti e alle Istituzioni sanitarie locali. Tale obbligo costituisce un importante elemento di garanzia e di chiarezza, in linea con quanto auspicato da Federfarma. Il testo approvato dalle Commissioni riunite va nella giusta direzione di tutelare il cittadino mantenendo un elevato livello di qualità e di professionalità del servizio farmaceutico, anche se saranno necessari ulteriori aggiustamenti nel tempo per armonizzare le novità con un contesto normativo articolato e complesso qual è quello della farmacia.
La commissione Affari sociali della Camera ha espresso perplessità sulla norma riguardante le farmacie sovrannumerarie nei comuni fino a 6.600 abitanti, autorizzate da un emendamento a spostarsi «in ambito regionale» previo pagamento di una tassa una tantum. Ed è estremamente positivo il fatto che la Commissione, nel proprio parere sul DDL, abbia chiesto di rinviare la soluzione del problema, che interessa varie farmacie dei piccoli centri, a conclusione del processo di espletamento dei concorsi per l'apertura delle nuove sedi.
Le Commissioni hanno quindi dimostrato rispetto per la salute collettiva e questo vale soprattutto per la scelta di non farsi influenzare dalle sollecitazioni di quanti, durante l'iter parlamentare, hanno insistito nuovamente per introdurre nel testo la vendita fuori farmacia dei farmaci C con ricetta - misura peraltro non contemplata nel testo varato dal Governo - sempre utilizzando motivazioni solo collegate ad interessi economici della Gdo e non alla qualità del servizio da garantire ai cittadini.
Le Commissioni hanno di fatto riconosciuto che il servizio farmaceutico funziona bene grazie a un delicato equilibrio che contempera le esigenze di garantire allo stesso tempo la tutela della salute e la sostenibilità economica della rete delle farmacie. Un equilibrio della cui necessità hanno trattato autorevolmente sia la Corte di Giustizia Europea che la Corte Costituzionale italiana. Nell'esame del provvedimento è stato ampiamente riconosciuto quanto sarebbe rischioso cambiare altre regole del gioco proprio in un momento in cui, contemporaneamente, nel mondo della farmacia entra il capitale e si prospetta l'apertura delle 2.500 nuove farmacie previste dal decreto Cresci Italia. Due novità importanti che vanno a collocarsi in un contesto già difficile a causa dei tagli alla spesa intervenuti negli ultimi dieci anni e della crisi economica, cui si aggiungono norme di deregulation quali le lenzuolate di Bersani, la riduzione del quorum (rapporto tra numero abitanti e numero farmacie) e i concorsi straordinari per l'apertura di nuove farmacie.
Ha la volontà di salvaguardare l'efficienza del servizio farmaceutico, primo presidio sanitario dello Stato e del Ssn sul territorio, rispettando la funzione sociale e sanitaria della farmacia e la professionalità dei farmacisti che in essa operano. Le argomentazioni avanzate da Federfarma per sostenere la necessità che la ricetta medica rimanga in farmacia, come peraltro avviene in tutti i Paesi europei, sono state tenute nella giusta considerazione, così come l'esigenza di introdurre elementi di garanzia e di trasparenza nell'assetto delle società di capitale.
In parallelo all'iter parlamentare del Ddl si svilupperà nelle prossime settimane anche il dibattito sulla legge di stabilità. E' indispensabile che le risorse per il settore siano salvaguardate e ben utilizzate. In tal caso, e se ci saranno le garanzie necessarie a una attività programmatoria, la farmacia potrà continuare ad evolversi e ad ampliare i servizi forniti al cittadino, anche contribuendo con lo sviluppo occupazionale al rilancio del Paese.
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