Europa e mondo
Intelligenza artificiale: da dominus delle chance assistenziali a strumento di supporto delle decisioni
di Ettore Jorio
24 Esclusivo per Sanità24
I cosiddetti “bias cognitivi” misurano lo spessore della paura che ingenera l’attivazione a regime dell’intelligenza artificiale. Essi sono il metro delle preoccupazioni che si concretizzano nel quotidiano e latenti. Ciò in quanto rappresentano l’inclinazione e la distorsione che le persone traggono dai fatti prodotti dalla sua applicazione. Siffatte deduzioni concettuali spingono a creare una netta distanza tra le visioni soggettive di chi la esalta e quelle di chi la giudica sulla base della realtà vissuta. Quest’ultima consistente negli accaduti direttamente dipendenti da essa e conseguenti dalla sua applicazione.
Ebbene, l’esordio dell’IA nella gestione delle concessioni assicurative nella sanità negli Usa ha fatto una strage di persone, per colpa di un algoritmo che ha sbagliato novanta volte su 100. Ciò ha generato un clima di terrore nella popolazione bisognosa di cura e di riabilitazione, tanto da influenzare una mano ad impugnare una pistola: quella di Luigi Mangione che ha fatto fuoco su Brian Thompson, CEO di UnitedHealthcare, uccidendolo.
Troppi gli errori commessi dall’algoritmo sanitario, denominato «nH Predict», che ha negato cure salvavita all’umanità anziana statunitense afflitta da serie patologie, creando una motivata diffidenza nei confronti delle decisioni cedute dall’uomo alle tecnologie, dalle quali dipendono le sorti della persona, prioritariamente, in tema di indispensabile riabilitazione ovvero di assistenza a pazienti gravemente ammalati.
Un evento - quello che ha reso Luigi Mangione un omicida e Brian Thompson una vittima - che lascia molto riflettere sulla intelligenza artificiale eretta a dominus delle chance assistenziali, ovverosia di lasciarla libera di attribuire assistenza oppure negarla, attraverso l’esigibilità o meno dei rimborsi di spese mediche sostenuti dagli assicurati bisognosi di ricorrere a pratiche mediche di importanza vitale.
La vicenda, al di là della grande responsabilità assunta dalla UnitedHealthcare - che ha continuato e continua a rifiutare i rimborsi nella consapevolezza degli numerosissimi errori estimativi - ha insegnato che il ricorso alla tecnologia non può essere imperante, bensì di mero supporto alle decisioni umane da assumere in termini di attribuzione, diretta ovvero di rimborso delle spese sostenute al riguardo, rispettivamente di prestazioni assistenziali e di benefit relativi.
L’attività svolta dal personale medico in favore dell’utenza bisognosa deve essere esentata dalla intromissione tecnologica condizionante a tal punto da sollevare il ruolo del professionista, tanto da ridurlo persino al di sotto dello stato di subalternità ad un algoritmo. Delegare acriticamente le decisioni mediche ad uno o più algoritmi, capaci di elaborare miliardi di dati, significa disumanizzare il rapporto operatore sanitario/utente bisognoso, supponendo con questo di migliorare l’efficienza del sistema assistenziale. E’ un errore madornale.
Detto ciò, non si intende affatto supporre il venire meno del clima di collaborazione tra l’intelligenza artificiale e quella umana, tutt’altro. Si ritiene piuttosto individuare il giusto equilibrio collaborativo - nel percorso utile a pervenire alla più corretta diagnosi, cura e riabilitazione - attraverso una attenta sinergia tra il ricorso all’innovazione tecnologica e la condizionante puntuale vigilanza umana, deputata però a decidere. Il tutto assicurando il massimo dell’efficienza, senza che la stessa tuttavia prevalga sull’etica e la compassione.
Fare il contrario significherebbe abusare di brutto, consegnando le “armi” che costituzionalmente sostengono il diritto alla tutela della salute planetaria ad un pericoloso estraneo ad esso.
Evitando un siffatto grave errore si verrebbero a consolidare ovunque le ragioni del diritto alla salute e ad adeguare il prodotto assistenziale alle esigenze salutari reali della persona. Si eviterebbe così di contenere, per principio spesso disumano, i numeri del bilancio corrente e di imporre percorsi al di fuori di un sistema fondato sulla protezione della esistenza delle collettività, cui deve assicurare a regime la certezza dei controlli, ma assolutamente bilanciati al rispetto dell’etica.
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