Europa e mondo
Listeria monocytogenes: a rischio la popolazione più sensibile
di Francesco Pomilio* e Marina Torresi*
24 Esclusivo per Sanità24
Le infezioni invasive da Listeria monocytogenes, tra i principali focus della campagna Safe2Eat di EFSA, L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, promossa in collaborazione con il ministero della Salute, colpiscono soprattutto le categorie a rischio, gli anziani, i bambini e i neonati, le persone affette da malattie che causano immunosoppressione e le donne incinte. Questa forma grave è caratterizzata da setticemia, febbre alta e, in caso di interesse del sistema nervoso centrale, meningo-encefalite. Nelle donne incinte causa morte prematura del feto, aborto e nascita di bambini che si ammalano entro i primi 7 giorni di vita. La listeriosi purtroppo determina la morte del paziente nel 15-20% dei malati e in caso di sopravvivenza può determinare gravi conseguenze invalidanti, anche di lunga durata, quali danni neurologici permanenti.
Le forme più lievi, gastrointestinali, causano diarrea, dolore addominale, vomito, febbre, dolori articolari e sono quindi difficilmente distinguibili da altre forme gastroenteriche. Il numero dei casi di malattia rilevati in Italia non è elevato, da 250 ai 450 casi all’anno.
Listeria è un batterio ubiquitario, presente nel suolo, nelle acque dolci e salate, nei rifiuti e negli scarichi degli allevamenti. Dall’ambiente Listeria monocytogenes contamina gli alimenti e le industrie alimentari, ove si annida e può sopravvivere per anni. La caratteristica peculiare di Listeria monocytogenes è la capacità di sopravvivenza e moltiplicazione anche in frigorifero, durante la conservazione degli alimenti può raggiungere numeri elevati.
La trasmissione della listeriosi all’uomo nel 99 % dei casi avviene attraverso il consumo di alimenti contaminati, soprattutto gli alimenti pronti al consumo, sempre più diffusi e consumati. Tra gli alimenti ricordiamo alcuni tipi di salumi, formaggi, alcuni prodotti della pesca affumicati, tramezzini e anche alcuni alimenti cotti, i quali possono ricontaminarsi dopo la cottura. Negli ultimi anni sono stati segnalati focolai di malattia causati da vegetali, recentemente un focolaio causato da olive nere.
La migliore difesa da Listeria monocytogenes è la prevenzione, in quanto gli alimenti contaminati non mostrano alcuna modifica o alterazione. Le categorie a rischio elevato di malattia dovrebbero limitare il consumo degli alimenti che sono più di frequente contaminati da Listeria monocytogenes ed utilizzare altri alimenti che per loro natura non supportano la crescita (alimenti secchi, alimenti acidi) oppure alimenti che sono cotti o sterilizzati prima del consumo.
I produttori hanno, ad oggi, buona consapevolezza del problema e conoscono l’importanza del manipolare gli alimenti adottando norme rigide di pulizia e buone pratiche di lavorazione, al fine di limitare la contaminazione.
Anche a livello domestico è necessario utilizzare tutte le regole durante la preparazione degli alimenti, lavarsi spesso le mani durante le attività di cucina, evitare di utilizzare gli stessi utensili per i crudi e i cotti o lavarli prima di utilizzarli su cibi cotti, consultare le etichette e seguire le istruzioni per la preparazione degli alimenti.
*LNR per Listeria monocytogenes
IZS Teramo
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