Europa e mondo
L'approccio One Health e le istanze dell'Africa a Cop28
di Guglielmo Micucci *
24 Esclusivo per Sanità24
L'aumento delle temperature, gli eventi meteorologici estremi, l'inquinamento atmosferico e la diffusione di malattie infettive sono alcune delle principali minacce per la salute odierna. Per questo non è più possibile parlare solo ed esclusivamente di salute dell'uomo, come se fosse indipendente dalla salute degli animali e dell'ambiente. Uomo, animali e ambiente sono interconnessi. Due prove, drammatiche, ma reali. La prima, il Covid-19 (Sars-CoV-2), definito "malattia infettiva emergente di probabile origine animale", che a oggi ha contagiato oltre 770 milioni di persone e ne ha uccise quasi 7 milioni. La seconda, El Niño che sta colpendo il Corno d'Africa. Ci arrivano racconti preoccupanti dagli operatori Amref in Etiopia e Kenya. Si tratta di un fenomeno climatico periodico, di cui il cambiamento climatico può esacerbare o mitigare alcuni impatti. Secondo le Nazioni Unite, 1,6 milioni di persone potrebbero essere colpite da inondazioni nell’attuale stagione delle piogge (da ottobre a dicembre) e 1,5 milioni di ettari di terreni agricoli potrebbero essere distrutti. Il fatto che la salute entri a pieno titolo, non più solo in sessioni parallele ma nel programma della più grande assemblea mondiale dedicata ai cambiamenti climatici (Cop), è pertanto una svolta epocale e una vera conquista. Il 3 dicembre alla ventottesima edizione di Cop (Dubai, 30 novembre -12 dicembre) si terrà il primo Health Day.
Il 90% dei partecipanti alla recente indagine "Africa e salute: l'opinione degli italiani", condotta lo scorso mese da Amref e Ipsos, è consapevole che la salute globale sia minacciata dal cambiamento climatico. Il cambiamento climatico è messo al terzo posto, dopo malattie croniche e crisi economica, come minaccia per la salute globale. Ma quanto più preoccupa è che sei persone su dieci credono che sia ormai troppo tardi per attuare misure risolutive che possono fermare il cambiamento climatico. Di fronte a questo dato non si può che non invocare risposte concrete. Risposte che devono allinearsi con gli accordi internazionali, ma proporre soluzioni innovative per portare a un cambiamento veloce, effettivo e duraturo nel tempo. In gioco non c'è solo l'accrescersi della paura, il timore dell'opinione pubblica italiana, ma anche il rischio di cancellare con un colpo di mano risultati e progressi raggiunti in lunghi anni di lavoro e collaborazione.
La mortalità infantile in Africa si è dimezzata rispetto al 2000, ma i successi degli ultimi anni potrebbero vanificarsi se non si agisce subito. La diffusione della malaria, trasmessa dalle zanzare è ancora oggi una delle principali cause di morte nei bambini in Africa, potrebbe intensificarsi a causa del cambiamento climatico e riemergere in regioni dove era stata eliminata. L’Africa è uno dei continenti più colpiti dal cambiamento climatico. Sebbene contribuisca solo per il 2-3% delle emissioni globali di gas serra, il continente africano subisce gli effetti del cambiamento climatico in maniera sproporzionata.
Di fronte a malattie attuali e alla minaccia di quelle future, abbiamo il dovere di credere che non sia mai troppo tardi. Per questo Amref porterà a Cop28 le istanze dell’Africa. Per questo, Amref continuerà a ribadire – in Italia, in Europa e in tutto il mondo – che salute e ambiente non possono più viaggiare su percorsi separati. Che è falso e dannoso pensare che la salute dell'uomo venga prima di e sopra a tutto. Che esiste una sola salute e che va protetta andando oltre i confini e promuovendo approcci di collaborazione multisettoriale e transdisciplinare, come fa la "One Health" per promuovere una vera giustizia sociale.
* Direttore di Amref Health Africa-Italia
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