Europa e mondo
Covid/ Oms: la pandemia non è finita, arrivare al 70% di popolazione vaccinata
di Er.Di.
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"C'è una grande distanza nella percezione del rischio derivante dal Covid-19 tra le comunità scientifiche, i leader politici e il pubblico in generale. Questa è una doppia sfida: comunicare il rischio e creare fiducia nella comunità negli strumenti sanitari". E' il messaggio lanciato oggi dal direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante il periodico briefing con la stampa sottolineando "che le nuove ondate di virus dimostrano ancora una volta che il Covid non è affatto finito".
"I vaccini hanno salvato milioni di vite - continua l'Oms - ed è importante che i governi si concentrino sulla tutela delle comunità più a rischio, trovando i non vaccinati in modo da costruire il muro dell'immunità verso l'obiettivo di vaccinazione del 70%".
Ad oggi sono 552 milioni i contagi confermati, 6,3 milioni i decessi mentre sono state somministrate oltre 12 miliardi di dosi di vaccino.
"Esorto i Governi - aggiunge - a rivedere e adattare regolarmente i loro piani di risposta in base all'epidemiologia attuale e anche alla possibilità che appaiano nuove varianti". Insomma, mentre il virus spinge, "dobbiamo respingerlo. Siamo in una posizione migliore rispetto all'inizio della pandemia. Abbiamo strumenti sicuri ed efficaci che prevengono infezioni, ricoveri e decessi" ma non bisogna abbassare la guardia.
Ghebreyesus ricorda che "la prossima settimana si incontreranno i ministri delle finanze del G20" ed è "fondamentale che i governi di tutto il mondo finanzino l'Oms e la piattaforma Act Accelerator per assicurare un'equa distribuzione degli strumenti" per combattere il Covid. "Con l'aumento della trasmissione e dei ricoveri, i Governi devono anche implementare misure collaudate come mascherine, ventilazione e protocolli di test e trattamento". E in particolare, esorta il Dg, "dovrebbero lavorare per invertire la riduzione della sorveglianza, dei test e del sequenziamento virale e condividere efficacemente gli antivirali".
Attenzione particolare è stata data anche al vaiolo delle scimmie che registra 9.200 casi in 63 paesi. "Sottolineo ancora una volta che dobbiamo lavorare per fermare la trasmissione del monkeypox - insiste Ghebreyesus - e consigliare ai governi di implementare il tracciamento dei contatti per aiutare a rintracciare e arginare il virus, nonché per assistere le persone in isolamento". Dal canto l'Oms continuerà a lavorare "con i paesi e gli esperti per portare avanti la ricerca e lo sviluppo, nonché per coordinare la condivisione dei vaccini, che attualmente scarseggiano".
Il Comitato di emergenza per il vaiolo delle scimmie si riunirà di nuovo la prossima settimana e esaminerà le tendenze, quanto sono efficaci le contromisure e formulerà raccomandazioni su ciò che i paesi e le comunità dovrebbero fare per affrontare l'epidemia.
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