Europa e mondo

Vaiolo scimmie: Kluge (Oms), Europa resta epicentro, rafforzare sorveglianza

di Radiocor Plus

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«L'Europa rimane l'epicentro dell'escalation dell'epidemia con 25 paesi che segnalano più di 1.500 casi, ovvero l'85% del totale globale. L'entità di questo focolaio rappresenta un rischio reale: più a lungo circola il virus, più estenderà la sua portata e più forte diventerà il punto d'appoggio della malattia nei paesi non endemici. I governi, i partner sanitari e la società civile devono agire con urgenza e insieme per controllare questo focolaio». Così il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità per la Regione europea (Oms Europa) Hans Kluge, nel suo 'statement' sul vaiolo delle scimmie. Secondo Kluge «sono necessari tre passaggi fondamentali»: il primo è una sorveglianza rafforzata, con la tracciabilità dei contatti e la prevenzione e il controllo delle infezioni; il secondo passo per frenare la trasmissione è il coinvolgimento intensivo della popolazione e una comunicazione più chiara; il terzo è «una collaborazione regionale genuina e disinteressata, urgente sia ora sia a lungo termine».In particolare sul primo punto, Kluge rileva che «i forti sistemi diagnostici e di sorveglianza in diversi paesi europei, insieme a meccanismi rapidi di condivisione delle informazioni, hanno assicurato che l'epidemia fosse segnalata e comunicata rapidamente». Ma, aggiunge, «stiamo già assistendo a significative lacune nella capacità di risposta che vanno colmate. Come priorità assoluta, l'Oms ha rilasciato fondi di emergenza per stabilire rapidamente l'identificazione e il sequenziamento del virus del vaiolo delle scimmie nei paesi che non hanno ancora i test e le forniture di laboratorio per rilevare il virus nei loro laboratori. Tuttavia, anche senza tutti gli strumenti a nostra disposizione in questo momento, abbiamo ciò che serve per identificare i casi e prevenire la diffusione. I medici - rileva Kluge - devono sapere a cosa prestare attenzione e come gestire i casi sospetti. Il pubblico ha anche bisogno di sapere a cosa prestare attenzione e cosa fare o non fare, se pensa di avere il vaiolo delle scimmie». Una volta identificati, i pazienti casi sospetti o confermati «devono essere isolati fino a quando i loro sintomi non sono completamente risolti, con le misure di controllo delle infezioni e il supporto di cui hanno bisogno per guarire. Dobbiamo identificare i contatti stretti dei casi e supportarli nel monitorare da soli per 21 giorni eventuali segnali precoci come la febbre», ha aggiunto Kluge. Da scongiurare lo stigma: «Questo virus non è di per sé legato a nessun gruppo specifico - ha sottolineato -. Stigmatizzare alcune popolazioni mina la risposta della salute pubblica, come abbiamo visto più e più volte in contesti diversi come Aids, tubercolosi e Covid-19. Monkeypox sarà opportunista nella sua lotta per la sopravvivenza e la sua diffusione dipenderà dalle condizioni che gli verranno fornite».



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