Europa e mondo
Ema: al via il faccia a faccia tra eurodeputati e autorità olandesi sulla sede di Amsterdam
di Antonio Pollio Salimbeni
«È un momento intenso, abbiamo fatto molte domande, non ci sono moltissime risposte, si fermano sempre a quella che è l'offerta fatta. In realtà abbiamo scoperto che gli
aggiustamenti della sede non prevederanno un bando di gara e pensano di poterli effettuare in tempo». Lo ha detto ai giornalisti il capodelegazione dell'Europarlamento Giovanni
La Via al termine della prima tornata di confronto con le autorità olandesi sull'allestimento della sede dell'Agenzia del farmaco ad Amsterdam da Londra per la Brexit.
In ogni caso per La Via il palazzo provvisorio in cui dovrebbe essere trasferita la sede dell'Agenzia europea del farmaco, Palazzo Spark, «è un buon palazzo: il vero tema è il tempo necessario per gli adeguamenti». In ogni caso, La Via ha aggiunto che «non ci sono grandi necessità perché all’interno la struttura è attrezzata, ci sono tutti gli impianti, occorre mettere soltanto i tramezzi, portare le forniture, scrivanie e quant’altro: avendo nove mesi davanti è realizzabile».
La Via ha aggiunto che “é emerso pure che non c'e' un piano alternativo: se i lavori (per la sede provvisoria, ndr) non dovessero essere pronti in tempo non c'e' un'alternativa”. Per la sede definitiva, ha aggiunto ancora La Via, «il bando di gara è ancora ben lontano dall'essere pronto e dicono che i lavori dovrebbero cominciare il primo giugno, ma non essendoci ancora il bando di gara ci sembra un po' difficile. Vedremo nel pomeriggio il sito del Vivendi Building (quello definitivo, ndr) e tutto quello che sarà necessario fare per avere in quel luogo una sede efficiente per Ema».
Come è noto, ci sono vari dubbi sulla capacità dell’Olanda di assicurare il rispetto degli impegni assunti al momento della presentazione dell'offerta di ospitare l'Ema, che dovrà traslocare da Londra dopo la Brexit. Alla riunione partecipa anche la dirigenza tecnica dell’Ema. «Insisteremo sui tempi per rendere la sede adatta al suo scopo, vogliamo sapere ciò che ci aspetta in termini di lavori da effettuare con tutte le relative scadenze, non tutto è chiaro», ha indicato ai giornalisti prima di entrare nello Spark Building La Via. Tra l'altro, è emerso il rischio che ci siano degli extracosti derivanti dal trasloco provvisorio, un elemento sul quale gli eurodeputati sono particolarmente sensibili. La commissione ambiente dell'Europarlamento si pronuncerà il 12 marzo, due giorni dopo toccherà alla plenaria riunita a Strasburgo votare.
Se i deputati dovessero respingere la scelta dei governi di spostare la sede ad Amsterdam, Consiglio ed Europarlamento dovranno negoziare una soluzione alternativa. La Via ha spiegato ai giornalisti che la visita «sarà interessante, abbiamo previsto una lunga sessione di domande e risposte, perché chiederemo tante spiegazioni sulla procedura, sui tempi e sulle garanzie di operatività dell'agenzia». Su tutto questo, «aspettiamo delle risposte esaurienti» dal governo olandese. Sui costi, La Via ha precisato che «nell’offerta olandese è scritto che il canone è di 280 euro al metro quadrato, più 40 per i costi di mantenimento. Vogliamo verificare e chiederemo assicurazioni anche su questo». L'eurodeputato olandese liberale Jan Huitema, che fa parte della delegazione di Bruxelles, ha dichiarato: «Potete stare certi che il governo olandese farà il massimo» affinché la sede definitiva che ha vinto il famoso sorteggio battendo il Pirellone di Milano (è il Vivaldi Building) sia pronta entro il novembre 2019 e «non ci sia alcun impatto negativo sul lavoro dell'Agenzia del farmaco, in modo che la sua attività continui senza interruzioni». L'eurodeputato olandese sostiene la posizione del suo governo e non a caso ricorsa che «quando l'Olanda ha fatto l'offerta per l'Ema aveva già detto che ci sarebbe stata una sede provvisoria e poi sarebbe stato costruito un nuovo edificio».
L'Ema nei giorni scorsi ha indicato che se la consegna dello Spark Building avvenisse dopo la metà di novembre del 2019 non potrebbe garantire la continuità dell'attività dell'agenzia. Secondo l'eurodeputata danese Margrete Auken (del gruppo dei Verdi) se Amsterdam fosse bocciata, Copenhagen non sarebbe comunque della partita (aveva partecipato alla 'gara'). «Non ci sarà una seconda volta, abbiamo offerto così tanti soldi che personalmente l'ho trovato ridicolo: non credo che Copenhagen ritornerà in gara e non credo neanche che ritornerà Milano. A meno che non arrivi qualcuno con un'offerta che non si può rifiutare...». Secondo il gruppo dei Verdi «l'agenzia è troppo legata all'industria farmaceutica, credo che dovremmo avere un'agenzia indipendente, e non un prolungamento dell'industria farmaceutica».
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