Dal governo

G7 Disabilità/ Un primo punto di partenza con la scommessa di un mondo inclusivo

di Francesca Di Maolo *

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24 Esclusivo per Sanità24

Per la prima volta al mondo i ministri dei Paesi del G7 che si occupano di disabilità condivideranno strategie e impegni per contrastare le discriminazioni e garantire a tutti il diritto alla piena partecipazione civile, sociale e politica. Questo appuntamento, in Umbria a partire da Assisi, dal 14 al 16 ottobre, è il segno che qualcosa sta davvero cambiando nella visione economica mondiale: si sta iniziando a capire che per andare nella direzione dello sviluppo integrale e sostenibile è necessario maturare logiche inclusive in tutti gli ambiti.
In tutte le democrazie moderne si affrontano i temi delle politiche di inclusione, e questo è certamente positivo, poiché si è diventati consapevoli che esistono persone escluse dalla partecipazione alla vita. Ma per la prima volta il gruppo del G7 affronterà questo tema insieme.
Quasi tutti i sistemi economici continuano a porsi come obiettivo la crescita, ma quella che si prefigura è una crescita impersonale. L’attenzione dei decisori politici è continuamente incentrata sul Pil e sugli indicatori che nulla hanno a che vedere con la crescita universale e con la reale possibilità delle persone di concretizzare i propri diritti fondamentali quali il diritto alla salute, all’istruzione, al lavoro, alla partecipazione alla vita politica ed economica del Paese. Tuttavia negli ultimi anni si sta lentamente prendendo consapevolezza del fatto che le crescenti disuguaglianze non sono solo un problema etico e di giustizia sociale, ma un limite oggettivo per la crescita di ogni Stato. Il vecchio modello assistenzialistico, basato su risorse limitate e su una visione caritatevole della disabilità, non è più sufficiente e per colmare le disuguaglianze non bastano azioni correttive dell’attuale sistema economico. Occorre un cambio di paradigma, occorre cambiare lo sguardo sulle persone e coglierne tutte le risorse e le potenzialità perché la persona con disabilità non va vista come una persona destinataria di cure ma come un attore sociale, economico e politico.
Al G7 si parlerà di progettazione universale e ci aspettiamo che si possa ripensare lo stesso sistema economico a partire dal suo scopo e dal valore della vita delle persone. Se l’obiettivo sarà individuato nel benessere di ciascuno, un reale progetto di cambiamento dovrà tenere insieme diverse dimensioni connesse: salute, istruzione e lavoro dignitoso per tutti. In pratica: un’economia che non esclude, che sia materna e non matrigna.
Interventi sinergici tra gli Stati del G7 per rendere concreti i diritti fondamentali previsti dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità potranno incidere sulle libertà delle persone, che sono il reale motore del cambiamento socio-economico nonché l’obiettivo primario e lo strumento principale dello sviluppo. Perché lo sviluppo, in quanto tale, come ha ricordato anche il premio Nobel Amartya Sen, è il processo di espansione delle libertà umane; solo attraverso tale ampliamento gli individui potranno progressivamente avvicinarsi a condurre la vita che desiderano o che hanno interesse a vivere. Ma per favorirlo è fondamentale creare una rete di opportunità che faccia da ponte e che riesca a superare i confini imposti dai limiti e dalla disabilità.
Guardiamo a questo appuntamento internazionale con speranza, ma non ci illudiamo che le politiche degli Stati e gli obiettivi comuni siano sufficienti a realizzare un autentico cambiamento. L’inclusione è una tessitura complessa che richiede di riannodare fili disgiunti e solo attraverso una ricucitura paziente di movimenti orizzontali e verticali. L’inclusione non si realizza solo attraverso politiche governative, ma anche grazie all’azione di ciascuno. Ecco perché tutti dobbiamo essere parte attiva di questo cambiamento, contribuendo a costruire un tessuto sociale di cui ognuno possa sentirsi parte integrante, a prescindere dalle capacità fisiche o cognitive.
Siamo consapevoli che questo G7 non è solo un evento, ma l’inizio di un processo. Insieme a famiglie, associazioni ed enti che si occupano di persone con disabilità vivremo questo momento come un inizio, come un momento di festa, e nella consapevolezza che, proprio noi, in ogni parte del mondo, rappresentiamo i gangli vitali di questa meravigliosa tessitura.

* Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi


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