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Liste d’attesa, in vigore dal 1 agosto la legge Schillaci. Ora tocca ai decreti attuativi

di Red. San.

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Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 31-07-2024 entrano ufficialmente in vigore, dal 1 agosto, le nuove misure contro le liste d’attesa in sanità contenute nel decreto legge 7 giugno 2024 n. 73, convertito in legge il 24 luglio scorso e il cui testo coordinato è pubblicato a pagina 26 della G.U.
Di seguito uno “specchietto” di sintesi della legge, che attende però la traduzione concreta dei decreti attuativi su cui misurerà la propria efficacia.
1.Piattaforma nazionale liste d’attesa, in capo all’Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali), pensata per monitorare in tempo reale le ‘code’ ospedale per ospedale, cosa che oggi non avviene o che si fa solo in alcune regioni. Compiti: garantire l’efficacia della misurazione delle prestazioni in lista attesa e verificare che ci sia disponibilità di agende di prenotazione sia per il sistema pubblico sia per i privati accreditati; verificare i percorsi di tutela previsti dal Piano nazionale per il governo delle liste d’attesa; verificare la modulazione dei tempi in relazione alle classi di priorità; verificare l’attuazione del decreto di riorganizzazione delle cure sul territorio; verificare l’appropriatezza nell’accesso alle prestazioni (l’esame o la visita giusta prescritta/o al paziente nei setting di cura giusti), anche utilizzando piattaforme di intelligenza artificiale; audit nei confronti nelle Regioni in cui si rilevino inefficienze o anomalie.
2. Organismo di verifica e controllo sull’assistenza sanitaria che tramite la nuova figura del Rappresentante unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas) in caso di criticità sollecita la verifica di volumi e tempi d’attesa e segnala le strutture che non rispettano i termini.
3. Attivazione di Cup (Centri unici di prenotazione) unici a livello regionale o comunque integrati in modo da unificare anche le agende di cura degli ospedali privati accreditati con il Servizio sanitario nazionale.
4. Meccanismo “salta-code”: se in caso di chiamata al Cup l’ospedale pubblico non è in grado di erogare la prestazione nei tempi previsti, allora la Asl dovrà coprire le spese della stessa prestazione nel privato oppure in intramoenia
5. Sistema di disdetta delle prenotazioni (vale anche per gli esenti): il cittadino è tenuto a disdire entro 2 giorni lavorativi e se non lo fa e non si presenta paga il ticket
6. Visite diagnostiche e specialistiche anche di sabato e domenica e fascia oraria prolungabile (aperture straordinarie anche dei centri trasfusionali)
7. Persone con malattie cronico-degenerative e oncologiche: va loro garantito l’accesso alle prestazioni incluse nei loro percorsi diagnostico-terapeutici attraverso agende dedicate, gestite direttamente dallo specialista che li segue (perciò escono dal percorso di prenotazione “generalista”)
8. Detassazione degli straordinari di medici e infermieri (ma c’è il problema della carenza di personale già stressato da turni extra) con l’inserimento di una “flat tax” al 15%.
9. Dal 2025 il decreto punta a superare il tetto sulla spesa per il personale sanitario che fissa il limite al livello 2004 meno l’1,4%
10. Potenziamento dei Dipartimenti di salute mentale per rafforzare i servizi di Psichiatria


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