Dal governo

Previdenza/ Aggiornato il simulatore Inps “Pensami”

di Claudio Testuzza

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24 Esclusivo per Sanità24

Mentre il Cnel (Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro) lavora per una possibile riforma della previdenza e prevede, per fine luglio, un report dal quale dovrebbe scaturire una proposta di legge pronta per ottobre, l’argomento pensioni sembra essere sparito dall’orizzonte governativo.
Venuta meno, per motivi di costi difficilmente sostenibili, la famosa proposta pensionistica dei 41anni di contribuzione indipendenti dall’età, anche se collegata al calcolo contributivo per il suo intero importo, che avrebbe dovuto portare alla cancellazione della “vituperata” riforma Fornero, forse ci si limiterà a qualche ritocco delle condizioni attualmente esistenti. Se, infatti già Quota 100 ha peggiorato i bilanci dello Stato negli ultimi cinque anni, nonostante i successivi riaggiustamenti con Quota 102 e 103, Quota 41 avrebbe peggiorato ancora di più la situazione economica italiana, con anche esperti, come Elsa Fornero, che avevano definito tale riforma come “non sostenibile”.
Secondo le stime del Documento di economia e finanza, la spesa previdenziale, a fine 2024, è destinata a superare i 337 miliardi di euro (+ 5,8% rispetto al 2023). Inoltre, nei prossimi tre anni, fino al 2027, si prevede un tasso di crescita medio annuo del 2,9%. Insomma, il governo Meloni non ha, e non avrà, le risorse finanziarie per introdurre nuove sostanziali formule di prepensionamento, almeno per il momento.
Nonostante la stretta sull’accesso alla pensione (poi rivista con Quota 100 nel 2019) l’Italia è il secondo Paese Ue con la più alta spesa per pensioni rispetto al Pil. Secondo un documento Eurostat, sui dati relativi al 2021 in Italia il rapporto tra la spesa per le pensioni e il Pil ha toccato il 16,3, secondo solo alla Grecia (16,4%). Nell’insieme dei Paesi Ue la spesa per le pensioni è arrivata nel 2022 a 1.882 miliardi di euro, il 12,9% del Pil dell’Unione. Rispetto all’anno precedente la spesa complessiva è cresciuta del 2,8% ma il rapporto con il Pil è diminuito di 0,7 punti nel 2020, anno però in cui il Pil è caduto a causa del Covid, era al 13,6%).
Ricordiamo che per il pensionamento di vecchiaia occorrono i 67 anni d’età e i 41/42 anni e dieci mesi per quello anticipato. Ma attenzione dal primo gennaio di quest’anno, la pensione di vecchiaia ha un nuovo requisito di “ importo soglia ”, ovvero la prima rata della pensione deve essere almeno pari all’assegno sociale. Pertanto, chi raggiunge il requisito anagrafico di 67 anni (per i bienni 2023-2024 e 2025-2026) e ha un’anzianità contributiva minima di venti anni, può andare in pensione a condizione che l’importo della pensione non sia inferiore all’ “ importo soglia ” definito per quest’anno.
A conseguenza dei cambiamenti imposti al sistema previdenziale l’Inps è dovuta intervenire, con il messaggio n. 2180 del 10 giugno, ad aggiornare il servizio “Pensami”, PENSione A Misura. Si tratta del simulatore di scenari pensionistici, realizzato nell’ambito dell’ attività progettuali previste dal Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. È articolato su tre livelli di risposta in base ai quali l’utente arriva a conoscere a quali pensioni ha diritto sulla base dell’intera contribuzione indicata e il sistema di calcolo applicato, da quale data potrà andare in pensione, tenendo conto della contribuzione presente in ciascuna gestione e se è possibile anticipare l’accesso alla pensione.
In particolare, spiega l’Istituto, “sono stati aggiornati gli adeguamenti agli incrementi alla speranza di vita dei requisiti pensionistici sulla base dello scenario demografico Istat mediano (base 2022) ripreso nella nota di aggiornamento del 24° rapporto 2023, relativo alle tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario elaborato dalla Ragioneria Generale dello Stato e pubblicato a dicembre 2023 sul sito del Ministero dell’Economia e delle finanze”.
Inoltre, la nuova versione del servizio “Pensami” tiene conto dell’importo massimo della pensione anticipata flessibile, Quota 103, maturata sulla base dei requisiti perfezionati entro il 31 dicembre 2023, da porre in pagamento fino al compimento dell’età richiesta per la pensione di vecchiaia.
La nuova versione di “Pensami” mantiene le principali caratteristiche e la struttura delle precedenti. Si tratta del simulatore pensionistico dell’Inps a libero accesso, con qualsiasi utente che può simulare gratuitamente e senza richiesta di accesso o registrazione la propria situazione riguardante la pensione. Si tratta di un sistema online che, inserendo pochi dati anagrafici e relativi alla contribuzione, fornisce le informazioni relative alle pensioni cui è possibile accedere. “Pensami”, nello specifico, fornisce una consulenza pensionistica fai-da-te a tutti gli utenti, con l’obiettivo di scoprire quando e come andare in pensione cumulando tutta la contribuzione. È un simulatore che permette di conoscere le principali pensioni e alcuni istituti per anticipare l’accesso alla pensione, ma non fornisce informazioni sugli importi delle pensioni né sulle pensioni previste per determinate categorie di lavoratori.
In pratica inserendo alcuni dati anagrafici e quelli relativi alla contribuzione, il simulatore fornisce le informazioni riguardanti le pensioni a cui è possibile accedere sia nelle singole Gestioni previdenziali sia cumulando l’intera contribuzione, senza l’indicazione degli importi delle prestazioni.
Fondamentale è segnalare eventuali attività usuranti, lavoro precoce, servizio militare, riscatto di titoli di studio universitari o accredito figurativo della maternità obbligatoria fuori dal rapporto di lavoro, perché sono elementi che possono cambiare il calcolo degli anni necessari per l’accesso alla pensione.
È inoltre possibile se e quando accedere alle nuove pensioni “Anticipata flessibile” e “Opzione donna” in base alla Legge di bilancio 2023 ed eventualmente, salvare e stampare i risultati della simulazione.
Alcune simulazioni rilevabili dal sistema Inps lasciano molte preoccupazioni come cosa cambi per i giovani che hanno appena iniziato a lavorare. Per i 30enni la luce in fondo al tunnel sembra arrivare attorno ai 67 anni con contributi, mentre è ben più lontana per chi di contributi non ne ha. Nello specifico, simulando gli scenari di un 30enne (classe 1994) che ha cominciato a lavorare da poco e che verserà 20 anni di contributi e maturato un assegno superiore a una certa soglia (tre volte l’importo mensile dell’assegno sociale nel 2024, quindi 1603,23 euro), l’età pensionabile sarebbe a 66 anni e 8 mesi. Un uomo nato all’inizio del 1994 che ha cominciato a lavorare all’inizio del 2022 e ha almeno 20 anni di contributi andrà in pensione di vecchiaia a dicembre del 2063 con 69 anni e 10 mesi di età. Diversa la situazione per i 30enni senza contributi, con l’età pensionabile posticipata addirittura a 74 anni!
Per accedere al servizio Pensami è necessario visitare il sito dell’Inps alla voce Pensione e previdenza. Seguendo il percorso Esplora Pensione e Previdenza, accedendo nella sezione Strumenti è possibile selezionare Vedi tutti e lì si troverà il simulatore Pensami – Simulatore scenari pensionistici alla lettera P.
Tramite l’applicazione Inps Mobile, il servizio è raggiungibile senza necessità di autenticazione, selezionando il tab Servizi dalla home page e, successivamente, il servizio Pensami.


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