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Schillaci: al lavoro su decreto legge per affrontare il problema delle liste d’attesa

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“Stiamo preparando un decreto legge che vuole finalmente affrontare il problema delle liste di attesa sotto tanti e diversi aspetti. Il primo è avere in maniera trasparente e scientifica i dati reali per intervenire ed evitare che esistano inaccettabili liste chiuse”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo all’Healthcare Talk – Rinnovare il Sistema Salute di Rcs Academy Corriere della Sera.

“Oggi - ha continuato Schillaci - si sente dire che per fare un esame ’X’ ci vuole un anno e mezzo: ma chi lo dice? In Italia non abbiamo una vera anagrafe centralizzata che ci fa sapere regione per regione e prestazione per prestazione i veri tempi d’attesa. Quindi nel decreto verrà messo un sistema per avere in tempo reale le liste d’attesa per avere i dati oggettivi e poter intervenire. Poi controlleremo che le liste d’attesa non siano chiuse”.

Secondo il ministro, “ognuno deve fare la sua parte, noi ci mettiamo la faccia, ma serve collaborazione massima delle Regioni e delle Asl. C’è un problema organizzativo e non solo economico, immagino già che una volta che il decreto legge verrà presentato si dirà non ci sono i soldi e non c’è il personale. Dal primo giorno - conclude - dal mio insediamento sto lavorando con il Mef per arrivare all’abolizione del tetto di spesa sul personale e spero che il vincolo nei prossimi mesi possa essere abolito e anche nel decreto cercheremo di partire con una attenuazione del vincolo per migliorare la capacità di assumere”.

Il ministro ha parlato anche della riforma della medicina territoriale e di nuova riqualificazione dei medici di famiglia con l’obiettivo di snellire le attese nel pronto soccorso. “Il problema dei pronto soccorso - ha spiegato Schillacci - è dovuto essenzialmente al fatto che in Italia non esiste ancora oggi una efficiente medicina territoriale, il Covid l’ha dimostrato. Noi stiamo lavorando su questo, ci sono i fondi del Pnrr e credo che sia fondamentale attuare nei tempi, come stiamo facendo, il Pnrr. Quando avremo finalmente a disposizione le Case di comunità e la medicina territoriale sarà più sviluppata, io credo che i cittadini andranno di meno al pronto soccorso. Oggettivamente in alcune realtà il pronto soccorso è l’unico luogo dove rivolgersi per essere presi in carico. La medicina territoriale può decongestionare i pronto soccorso, stiamo lavorando per far si che ci sia anche personale nelle strutture e abbiamo stanziato fondi per il 2025 e 2026 per il personale all’interno delle Case di comunità”.


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