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Grandi ospedali/ Schillaci: potenziare la rete territoriale con i fondi del Pnrr
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“Occorre potenziare e rendere efficace su tutto il territorio nazionale la medicina territoriale e su questo abbiamo i fondi del Pnrr e per questo ho stanziato nell’ultima Finanziaria dei fondi per assumere personale”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento alla presentazione del terzo Meeting dei Grandi Ospedali ricordando gli accessi nelle strutture di emergenza su tutto il territorio nazionale nel 2022, sono stati per oltre il 40% valutati codici bianchi e verdi”.
“Nei grandi ospedali c’è tanta qualità - prosegue Schillaci - i cittadini si lamentano delle liste d’attesa e non delle cure ricevute in ospedale, perché negli ospedali trovano risposte ai loro bisogni di salute. Bisogna agire a 360 gradi per rendere più moderna la sanità, utilizzare i fondi del Pnrr per la telemedicina, la digitalizzazione, le diagnosi a distanza. Questi sono tutti strumenti che vedo nell’ottica di superare le diseguaglianze, non solo tra Nord e Sud ma anche tra piccoli e grandi comuni. Tra zone centrali e zone con una collocazione geografica meno favorevole”.
Il Servizio sanitario nazionale, conclude il ministro, “è un orgoglio ma dopo 45 anni necessita di un ammodernamento. È cambiato il mondo della sanità, dobbiamo ricordarci di investire in prevenzione. Abbiamo una delle popolazioni più longeve del mondo ma dobbiamo far sì che oltre a vivere più a lungo i cittadini italiani vivano meglio”.
Dal canto suo Domenico Mantoan, direttore generale dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali (Agenas) ha espresso preoccupazione per il recente accordo collettivo sulla medicina generale “che ha introdotto genericamente la visita solo su appuntamento negli studi ed eliminato il tetto delle 5 ore per l’attività libero-professionale del medico di famiglia”. Secondo Mantoan il risultato è che “tra poco i medici di medicina generale saranno introvabili da parte dei pazienti”.
Per Giovanni Migliore, presidente della Fiaso, “gli ospedali sono stati e sono il motore dell’innovazione, dell’eccellenza del servizio sanitario nazionale”. “Adesso gli ospedali sono di fronte a una nuova sfida - dice Migliore - che è quella dettata dalla nuova riforma della sanità territoriale, che non può fare a meno della capacità, della competenza e soprattutto della consuetudine delle strutture ospedaliere a realizzare soluzioni flessibili nell’interesse del paziente. Attraverso gli strumenti messi a disposizione dalle nuove tecnologie di comunicazione applicate in sanità, gli ospedali potranno finalmente realizzare una relazione intensa e che consenta effettivamente di assicurare quella continuità assistenziale che in passato è stato più difficile realizzare, proprio per la difficoltà di mettere in relazione la medicina e gli specialisti del territorio con chi all’interno dei grandi ospedali offriva le cure di alta specializzazione. Oggi ne abbiamo la possibilità e gli ospedali sono chiamati ancora una volta a fare la loro parte ed essere il centro propulsivo di questa grande innovazione nell’interesse del paziente”.
“Con l’intelligenza artificiale - continua Migliore - abbiamo già consuetudine perché nei nostri ospedali di fatto è presente all’interno di tutte le tecnologie che sono al servizio per esempio della terapia intensiva o della diagnostica per immagini. Oggi abbiamo l’opportunità di avere uno sviluppo di questa modalità operativa, che sfrutta le grandi capacità di calcolo. Come tutte le tecnologie numeriche, serve a supportare i professionisti in quelli che sono compiti di routine: attività di monitoraggio o la disamina di base di informazioni sanitarie, che per esempio, possono essere assolte più velocemente attraverso questi software. È evidente che è necessario poter contare anche su professionisti con competenze diverse e mi riferisco non solo ai medici ma a tutto il personale e agli operatori sanitari che lavorano nei nostri ospedali: è una sfida per la formazione”.
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