Dal governo
Schillaci: 60mila vittime all'anno per arresto cardiaco, il defibrillatore salva la vita
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"In Italia ogni anno sono oltre 60mila le persone vittime di arresto cardiaco ed è assodato che un tempestivo e adeguato intervento di primo soccorso aiuta a ridurre il tasso di mortalità del 30%. Il più delle volte, infatti, gli arresti cardiaci si manifestano in presenza di altre persone: secondi, minuti concitati che possono essere decisivi per la vita umana. Per questo è importante, prima ancora dell'arrivo dei soccorsi sanitari, iniziare subito le manovre di rianimazione cardiopolmonare e poter trovare un defibrillatore nei dintorni. Incontri come questi aiutano a radicare la cultura della prevenzione e anche dell'utilizzo dei defibrillatori". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi alla Camera per la Giornata mondiale della rianimazione cardiopolmonare promossa dall'European Resuscitation Council.
"La 'legge Mulè' del 2021 - ha ricordato - prevede la progressiva diffusione dei defibrillatori nei luoghi pubblici e di lavoro, come le scuole e le università e anche ad esempio negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie. Come tutte le leggi, però, vanno rese attuative e applicate. Da quando mi sono insediato - ha sottolineato - ho preso a cuore questo tema e siamo riusciti in pochi mesi a dare una decisa accelerazione all'attuazione della legge. In 3 mesi, il ministero della Salute ha adottato 3 decreti attuativi che sono stati ricordati. Con il primo, abbiamo definito i criteri e le modalità per l'installazione dei defibrillatori in modo tale da favorire, prima dell'intervento dei mezzi di soccorso sanitari, la defibrillazione entro 4-5 minuti dall'arresto cardiaco. Ad aprile il secondo con il ministro Abodi, che prevede l'utilizzo dei defibrillatori automatici esterni, oltre a quelli semiautomatici, anche negli allenamenti e nelle competizioni, e l'obbligo per le società sportive di condividere l'uso dei defibrillatori con tutti coloro che praticano attività fisica e sportiva negli impianti, nelle palestre. Il terzo decreto attuativo, adottato a maggio, prevede un protocollo con le istruzioni da seguire in attesa dell'arrivo dei mezzi di soccorso, per le manovre di rianimazione cardiopolmonare di base e per l'uso del defibrillatore".
"Inoltre - ha aggiunto Schillaci - è in corso di perfezionamento il Dpcm che definisce il programma pluriennale sulla diffusione dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni. Ed è prevista la ripartizione delle risorse finanziarie tra le Regioni pari a 2 milioni di euro annui dal 2021 fino al 2025. Infine, siamo già al lavoro per presentare quanto prima alle Regioni la proposta per la realizzazione e l'adozione, sempre in attuazione della legge, di un'applicazione mobile integrata con i servizi delle centrali operative del 118 per la rapida geolocalizzazione dei soccorritori e dei defibrillatori più vicini al luogo dove si è verificata l'emergenza".
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